La festa della donna, ogni anno, porta inevitabilmente le donne a porsi delle domande riguardo la loro identità, il loro essere intimamente femminili e spesso anche riguardo il loro stile e il loro personalissimo gusto nel vestire. Oggi, in occasione di questa ricorrenza, ripercorriamo insieme tutte le tappe della moda femminile, dai tempi del diritto al voto e dell’emancipazione delle suffragette, fino ad arrivare al new normal e all’androginia dei giorni nostri.
L’emancipazione femminile
Nel 1919 le donne ottennero il diritto di voto in Germania. Da lì a poco conquistarono nei primi anni Venti il diritto di voto anche negli altri paesi più evoluti del mondo. Quest’emancipazione non riguardò solamente l’aspetto politico, ma anche (ovviamente) quello sociale. Le donne infatti, già dagli ultimi decenni del 1800, non hanno esitato ad utilizzare la moda come mezzo di provocazione per scatenare la loro grande rivolta, indossando pantaloni, praticando sport e muovendosi in bicicletta. Questo le spinse, negli anni successivi, a mostrare un look ispirato addirittura al guardaroba maschile, cambiando persino le acconciature e sfoggiando tagli alla maschietta già negli anni ’20. Chi diede voce alle suffragette con uno stile unico, femminile ma capace di imporre la propria personalità? Naturalmente Gabrielle Coco Chanel, con le sue perle ed i suoi blazer che traevano spunto dalle giacche degli uomini più potenti.
La scoperta del corpo femminile negli anni ’50
La seconda rivoluzione femminile del ‘900 ha visto protagonista il corpo femminile. Negli anni ’50, grazie alle pin-up, le pance vennero scoperte grazie a camicie annodate e graziosi top, i pantaloni capri lasciavano intravedere la caviglia e segnavano la figura in maniera quasi audace, inoltre le precorritrici del burlesque si mostravano su calendari e foto in completi intimi provocanti e provocatori. Betty Page e Marilyn Monroe sono state sicuramente le maggiori esponenti di questo movimento ultra sexy.
La nascita della minigonna
Il simbolo, per eccellenza, della swinging London, il capo più popolare degli anni ’60: la minigonna. Ideata dalla britannica Mary Quant questa gonna alta almeno 10 cm sopra la linea del ginocchio, ha rivoluzionato la moda femminile, mostrando quello che ancora nessuno aveva osato mostrare in dei semplici e quotidiani outfit. Secondo la Quant questo capo, proprio per la sua lunghezza ridotta che non ostacolava il movimento delle gambe, risultava molto più pratico rispetto ai tradizionali abiti femminili fino a quel momento realizzati e diffusi sul mercato.
Zeppe, rivoluzione e look metropolitano
Negli anni ’70 nasce il primo, vero, look metropolitano. Le donne iniziano ad indossare i pantaloni con una certa regolarità, tra questi spiccano sicuramente i jeans (capo fino a quel momento utilizzato per lo più dagli uomini) soprattutto a zampa d’elefante. Le gonne si dividono tra mini e maxi, queste ultime si portano con zeppe vertiginose ai piedi, nascoste dal tessuto della stessa gonna. Il look delle donne diventa easy chic, i capelli si portano sciolti e naturali, il make-up si alleggerisce e gli accessori di bigiotteria diventano un vero e proprio must-have, anticipando ciò che oggi chiamiamo boho-chic. Icone di stile del periodo: Farrah Fawcett e Bianca Jagger.
Le spalline, il tailleur e le donne in carriera
Negli anni ’80 nasce la Lady’s Suit, ovvero il corrispettivo dell’abito da uomo, quello indossato in ufficio o per far colpo su un nuovo cliente. In Italia, pioniere di questo stile, fu Giorgio Armani il quale, approfittando dell’ondata di donne in carriera che travolse il nostro paese (e non solo), rinnovò la giacca creando quella disossata ovvero priva di imbottiture su fianchi e schiena, morbidamente adagiata sul corpo, ma sorretta da grandi spalline che rendevano le donne strutturalmente più simili agli uomini. Icona di stile indiscussa la pop star Madonna.
Il normcore, gli hipster e l’androginia dei giorni nostri
Attualmente viviamo nell’epoca del “tutto fa brodo”, nel senso che corsi e ricorsi della moda si inseguono in passerella tra le collezioni d’alta moda e nelle vetrine dei negozi fast fashion. Il normcore, ovvero new normal, attualmente va per la maggiore, con il suo stile rilassato e informale, quasi trasandato che ha sostituito l’impeccabile e millimetrica perfezione in camicia degli hipster. Oggi il look di donne e uomini è androgino, sempre più ragazze rubano dai guardaroba dei fidanzati e sempre più donne indossano i boyfriend jeans, per un’aperitivo con le amiche o una mattinata di lavoro in ufficio. Tra le icone di stile del momento è impossibile non ci tare la super model Cara Delevingne, tra i massimi esponenti del normcore.
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