Test genetici in gravidanza, quando farli?

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Quando avrete i primi contatti con il ginecologo che vi seguirà durante la gravidanza e ogni volta che incontrerete in questi nove mesi un dottore diverso, vi saranno fatte numerose domande sulle malattie presenti in famiglia, sulle vostre abitudini e via discorrendo. È in questo momento che dovete capire se è il caso di fare i test genetici. 

Non tutte le donne, infatti, devono sottoporsi a questo genere di esami. La villocentesi e l’amniocentesi sono delle tecniche che consentono la diagnosi prenatale e quindi sono utili per capire quali malattie è possibile che abbia il nascituro. Si può per esempio scoprire non soltanto la trisomia 21 o sindrome di Dawn ma anche la beta-talassemia o la fibrosi cistica.

I test in questione danno la possibilità ai medici di curare il nascituro un modo più tempestivo e di aiutare le famiglie a decidere se e come portare avanti la gravidanza. La coppia però potrebbe non voler effettuare i test genetici. Si può accusare una mamma o un papà di essere scellerati? Assolutamente no.

E infatti bisogna un attimo tornare alle domande che abbiamo indicato in apertura: il ginecologo e ogni medico che vi visiterà in nove mesi, vi porrà molte domande sulle malattie presenti in famiglia. Si parlerà di diabete, ipertensione e carcinomi. Questo tanto per iniziare. Più vi chiederanno se avete da segnalare malattie metaboliche o ereditarie importanti.

I futuri genitori, quindi, devono avere a portata di mano un albero genealogico della famiglia con tutte le patologie che si trasmettono per via ereditaria. Non parliamo naturalmente di patologie legate allo stile di vita. Se ci fossero malattie importanti, allora alla coppia si consigliano i test genetici.

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