Rapporto Diritti Umani Amnesty International, 28 paesi negano i diritti alle donne

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Il rapporto di Amnesty International 2014-2015 che traccia il bilancio sulla risposta globale alle atrocità ancora oggi commesse in molte zone del mondo parla chiaro: la risposta è insufficiente e vergognosa se si pensa che l’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato purtroppo caratterizzato da violenze e barbarie su uomini, donne e bambini.

Almeno 35 paesi gruppi armati hanno commesso abusi, in 18 paesi sono stati commessi crimini di guerra o altre violazioni delle leggi di guerra.

28 i Paesi che negano l’aborto, anche in caso di stupro o di rischio di morte

Sono ben 28 i paesi in cui le donne continuano ad essere private dei loro diritti umani, per esempio quello relativo all’aborto, completamente vietato, anche in caso di stupro e quando è a rischio la salute o la vita della donna stessa.

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E sono tantissime le bambine che, in alcune zone del mondo, già da piccolissime vengono sottoposte a pratiche atroci che cambieranno per sempre la loro esistenza. Per loro e per tutti coloro che ancora oggi sono vittime di violenze, siano esse fisiche o psicologiche, Amnesty Internation chiede un intervento maggiore da parte dei leader mondiali che devono assolutamente impegnarsi per fare in modo che qualcosa cambi. La denuncia arriva da Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, che punta il dito contro un 2014 che lui stesso definisce catastrofico con civili oggetto di violenza da parte degli stati e dei gruppi armati.

Il 2014 è stato un anno catastrofico per milioni di persone intrappolate nella violenza. La risposta globale ai conflitti e alle violazioni commesse dagli stati e dai gruppi armati è stata vergognosa e inefficace. Di fronte all’aumento degli attacchi barbarici e della repressione, la comunità internazionale è rimasta assente

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La violenza sulle donne

La violenza sulle donne è purtroppo un tema di grande attualità, non solo in Italia ma nel resto del mondo con alcune zone (Medio Oriente in primis) in cui si registrano vere e proprie atrocità sulle donne che fin dai primi anni di vita vengono sottoposte a pratiche che segneranno la loro vita per sempre. Infibulazione, mutilazione dei genitali e pratiche barbarie portate avanti su bambine di pochi anni, sono l’esempio più terrificante di come qualcosa vada assolutamente fatto per bloccare questo scempio. La recente Giornata Mondiale contro le mutilazioni genitali, che si è celebrata lo scorso 6 febbraio, è solo il primo passo da fare per fare in modo che nessuna bambina nel mondo possa subire queste atrocità. Purtroppo, ancora oggi, il Medio Oriente e gran parte dell’Asia, con l’India in prima linea, praticano vere e proprie barbarie su donne e bambine considerate meritevoli di subire in quanto essere inferiori rispetto all’uomo.

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Cosa è stato fatto finora

Poco ancora è stato fatto, come si evince anche dal rapporto di Amnesty International 2014-2015 pubblicato in Italia da Castelvecchi. Nel capitolo dedicato a quelli che la stessa Amnesty identifica come successi, ci cade l’occhio su quanto ottenuto in Marocco nel gennaio del 2014: il Parlamento ha votato all’unanimità una modifica al codice penale per impedire che gli uomini che hanno rapporti sessuali con minorenni possano evitare la punizione sposando le loro vittime. Un passo importante che però ancora non garantisce alle donne gli stessi diritti degli uomini e che, soprattutto, non mette al riparo tutte coloro che, nel mondo, sono ancora oggetto di violenza fisica e psicologica.

Le testimonianze dirette in un video

Per fare capire qualcosa di più di ciò che si intende quando si parla di barbarie e atti di atrocità sugli individui, ecco che Amnesty International ha confezionato un video nel quale vengono raccolte le testimonianze dirette di coloro, uomini, donne e bambini, sono stati sottoposti a barbarie. Immagini crude che hanno però lo scopo di fare riflettere quella parte di popolazione che può ritenersi fortunata semplicemente perché ha visto la luce in quella parte di universo più civilizzato. La realtà di buona parte del resto del mondo, però, è questa e fare finta che tutto sia troppo lontano per interessarci è la mossa più sbagliata da fare. Sotto accusa i Governi, ancora nelle affermazioni di Antonio Marchesi:

I governi devono finirla di affermare che la protezione dei civili è al di là dei loro poteri e devono invece contribuire a porre fine alla sofferenza di milioni di persone. Devono avviare un cambiamento fondamentale nel modo di affrontare le crisi nel mondo, altrimenti non se ne verrà mai fuori

Di seguito ecco il video:

Photo Credits | Skylinephoto / Shutterstock.com

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