Amnesty International e la depenalizzazione della prostituzione

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Si torna a parlare di prostituzione e la domanda è sempre la stessa: legalizzare o vietarla? Ad animare il dibattito ci sono: Amnesty International, associazione nata per la difesa dei diritti umani che si schiera a favore della depenalizzazione, e un gruppo di attrici hollywoodiane – come Meryl Streep e Kate Winslet – che vi si oppongono fermamente.

Lo scontro è nato durante la preparazione del documento preparato dall’Associazione nell’ International Council Meeting a Dublino, assemblea di Amnesty che si tiene ogni due anni per pianificare programmi e funzioni.

Il testo è a sostegno della “criminalizzazione della prostituzione non fa altro che aumentare la discriminazione nei confronti di coloro che vendono sesso, mettendoli più a rischio di persecuzioni e violenze, inclusi gli abusi da parte della polizia per una migliore tutela possibile dei diritti umani dei lavoratori e lavoratici del sesso, attraverso misure che includono la depenalizzazione della prostituzione”.

Con la pubblicazione della bozza del documento, sono nate le prime proteste soprattutto da parte delle organizzazioni femministe , che hanno portato alla stesura di una lettera aperta della Coalition Against Trafficking in Women:

Ogni giorno combattiamo l’appropriazione maschile del corpo delle donne, dalle mutilazioni genitali ai matrimoni forzati, dalla violenza domestica alla violazione dei loro diritti riproduttivi. Pagare denaro per una simile appropriazione non elimina la violenza che le donne subiscono nel commercio del sesso. È incomprensibile che un’organizzazione per i diritti umani della levatura di Amnesty International non riesca a riconoscere che la prostituzione è una causa e una conseguenza della diseguaglianza di genere.

Tra i firmatari di tale documento anche numerosi attrici americane come Meryl Streep, Carey Mulligan Kate Winslet, Anne Hathaway, Emily Blunt, Emma Thompson, l’attore Kevin Kline e il regista Jonathan Demme.

Molly Smith, prostituta e attivista, ha commentato l’accaduto sulle pagine del Guardian con parole sardoniche, accusando le attrici di “aggredire Amnesty per il fatto oltraggioso di basare la sua politica su quello che diciamo noi che vendiamo sesso”.

Foto |Photographee.eu x Shutterstock

Fonte | 27oraCorriere

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