Lucia Uva riceve il Premio Amesty: Chiedo giustizia per la morte di mio fratello

Lucia Uva

Premio Amnesty “Difensore dei diritti umani” per Lucia Uva che da molti anni, precisamente dal 2008 quando ha perso il fratello Giuseppe, lotta per avere giustizia e chiede a gran voce una legge sulla tortura che possa in qualche modo rendere giustizia al fratello morto in circostanze ancora poco chiare e sulle quali la Giustizia italiana non si è ancora pronunciata.

Nel 2008 suo fratello Giuseppe venne fermato ubriaco insieme all’amico Alberto e morì dopo una notte in caserma in circostanze mai chiarite. E’ ancora in corso un processo al Tribunale di Varese che entro il dicembre 2015 dovrà pronunciarsi sulle accuse rivolte agli otto imputati di omicidio preterintenzionale. E in occasione del premio, Lucia Uva parla con la chiarezza e la freddezza di una donna che, nonostante il dolore che ancora oggi non le dà tregua, è convinta che la morte del fratello sia da imputare a un comportamento non corretto di coloro che quella sera lo hanno arrestato e che su di lui hanno infierito provoncandone il decesso.

Giuseppe ha subìto delle violenze e abbiamo fatto un processo a tre medici perché un pm, il dottor Abate, dava la colpa della morte di mio fratello a un mix di farmaci. Giuseppe non è morto di farmaci, perché quando gli è stata fatta la seconda autopsia è risultato che è morto per quello che aveva subito la notte dell’arresto

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Lucia Uva ha fiducia nella Giustizia italiana:

Voglio vedere come andrà a finire questo processo. Ho fiducia nella Giustizia italiana ma non ho alcuna fiducia in questi pm che non fanno le indaginie non vanno a fondo quando invece ci sarebbe da farlo

Amnesty Internation si batte per avere una legge sul reato di tortura e Lucia Uva non può che essere d’accordo in proposito. E’ convinta infatti che lo stesso fratello sia stato vittima di violenza quella notte del 2008, dopo il suo arresto. Aveva superato una strada transennata, vittima dell’alcol.

Amnesty sta vicino alle famiglie vittime dello Stato; ci supporta e ci aiuta a sopportare tutto il dolore che ci cade addosso quando succedono cose di questo tipo. Amnesty sta combattendo perché venga aggiunto il reato di tortura per chi subisce botte in una caserma, chi muore nelle carceri, chi è vittima fdi violenza. Non si vuole ammettere ma queste sono torture vere e proprie che devono essere fermate

E in Italia i casi come quello che hanno provocato la morte di Giuseppe Uva sono putroppo tanti. Le storie più o meno recenti di Aldrovandi, Giuliani e Cucchi sono solo gli esempi più lampanti in questo senso. Storie di giovani morti in circostanze misteriose, con la Giustizia italiana che ha difficoltà a pronunciarsi e quando lo fa, in molti casi, giustifica le Istituzioni. Una situazione inammissibile, come sottolineato dalla stessa Lucia Uva, che si dichiara più che mai determinata a fare giustizia per rivendicare quel fratello morto che, nonostante tutto, non tornerà più.

Photo Credits | Facebook Ufficiale Lucia Uva

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