Dai problemi di fertilità al calo delle nascite, la posizione dell’Italia

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Il calo delle nascite è un problema di natura sociale e per questo il ministro Lorenzin ha deciso di istituire il “Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità”. Di questo tavolo consultivo però, non fanno parte le ostetriche che rivendicano un ruolo di primo piano nella tutela della fertilità. 

Il problema della fertilità in Italia

Ad ottobre 2014 il Ministero della Salute ha presentato il Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità partendo da alcuni dati statistici preoccupanti, relativi al calo delle nascite e alla poca conoscenza del tema della fertilità nel nostro Paese. Secondo il Censis, il 60% degli italiani non saprebbe nemmeno di cosa si parla.

Il Tavolo del ministero è presieduto da una ginecologa dell’Università di Bologna ed è formato da 26 esperti: ginecologi, sociologi,  membri di associazioni femminili, psicologi, sessuologi ed educatori che progetteranno la formazione e la prevenzione su fertilità/infertilità.

Perché le ostetriche non sono coinvolte?

La Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (FNCO), a quattro mesi dall’istituzione del Tavolo e alla luce dei nuovi e preoccupanti dati sul calo delle nascite, chiede un maggiore coinvolgimento delle ostetriche che all’interno del servizio sanitario nazionale, nei consultori famigliari e nelle scuole, si occupano già di tutelare la fertilità di ragazzi e ragazze, accompagnandoli in un percorso che va dalla gravidanza, alla nascita del bambino, fino alla piena consapevolezza della genitorialità.

Anche se le ostetriche si rivolgono principalmente alle donne, la loro attività di sostegno e formazione può essere d’aiuto anche alle coppie. La FNCO infatti, ribadisce che le ostetriche s’impegnano quotidianamente per la promozione della salute riproduttiva della donna, della coppia e della fertilità.

Il caso dell’Ospedale S. Liberatore di Atri si può evitare?

Il calo delle nascite, acquisito come dato statistico, dovrebbe essere usato anche per la revisione dei requisiti minimi di sussistenza dei reparti di ginecologia ed ostetricia. Il caso dell’Ospedale San Liberatore di Atri che rischia la chiusura nonostante abbia raggiunto il “tetto” minimo di bambini nati nel suo reparto di Ginecologia e Ostetricia, è emblematico. Se il calo delle nascite è generalizzato sul territorio italiano, ne consegue che a livello Regionale ci si debba aspettare un numero di neonati inferiore rispetto agli anni passati. Insomma, se le ostetriche e i ginecologi in ospedale hanno meno da fare, non è mica colpa loro. Che ne pensate?

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