Inserire la fertilità nel curriculum delle donne, la proposta shock

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Una ginecologa inglese molto importante, Geeta Nargund, ha inviato una lettera al ministro dell’istruzione chiedendo che la fertilità sia inserita nel curriculum di una donna. Cosa vuol dire e che senso avrebbe questa proposta anche nella nostra società?

Una ginecologa che lavora in un centro per la fecondazione artificiale tra i più conosciuti e importanti del Regno Unito, ha preso atto di una crescente richiesta da parte delle donne over30 di trattamenti per la fertilità. Per questo ha posto il problema all’attenzione dei politici chiedendo che si faccia qualcosa per le donne che, a rigor di logica (quale logica?) dovrebbero procreare prima dei 30 anni. Per non avere problemi di fertilità s’intende! E per una gravidanza più tranquilla.

La società inglese ha accolto senza troppi problemi la proposta in questione sapendo che non è possibile affidarsi soltanto agli immigrati per l’incremento del tasso di natalità, ma soprattutto facendo da cassa di risonanza all’allarmismo legato al “trentesimo”. Sembra che la società lanci un messaggio chiaro alle donne che stanno per raggiungere i 30 anni: ora o mai più! Da qui l’idea di inserire la fertilità nel curriculum, vale a dire l’idea di dare un tempo, prima della famosa deadline, affinché ogni donna si concentri sulla maternità e non sulla carriera.

Più che una proposta sembra l’ennesimo grido d’allarme al quale si può rispondere con qualche precisazione:

1. Non tutte le donne vogliono avere dei bambini;
2. Le donne vogliono poter scegliere quando avere un bambino, d’accordo con il loro partner e non necessariamente per la carriera individuale;
3. Le donne che chiedono di essere aiutate dai centri per la fertilità sono in aumento ma non vuol dire che c’è un calo della fertilità, probabilmente sono soltanto più consapevoli degli aiuti che la medicina dà loro (pigrizia?);
4. I bambini devono anche essere mantenuti e le donne aiutate nel post parto, perché queste cose non finiscono all’attenzione della politica con lo sviluppo di una rete di sostegni alla maternità?
5. Ci sono soluzioni che consentono anche ai papà di contribuire alla crescita dei figli? Ci sono cioè dei congedi anche per loro?

Sulla possibilità di avere un congedo diviso tra mamma e papà il Regno Unito sta lavorando parecchio.

Photo Credits | Rido / Shutterstock.com

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