Perché restiamo per sempre fan delle boy band

boy band

Scommettiamo che molte di voi ricordano tutti i membri de Take That o dei Backstreet Boys, pur avendoli ormai da tempo rinnegati o se non altro accantonati in favore di gusti musicali più maturi. La propria boy band del cuore non si dimentica, e per ottime ragioni, per lo più di marketing e non solo di cuore.

Una boy band è per definizione un gruppo musicale composto da ragazzi molto giovani e piacenti che prima ancora di essere cantanti, men che meno musicisti, sono icone. Infatti raramente suonano strumenti, spesso non hanno neanche capacità vocali degne di nota e sfoggiano un repertorio orecchiabile e semplice, che parla soprattutto d’amore.

Tutto quello che manca in qualità canora viene compensato dall’immagine e da qualche coreografia. Insomma, a vederla così ce n’è per scappare a gambe levate, se non si hanno più 15 anni. Eppure… Robbie Williams agita ancora i sogni di molte di noi.

L’età d’oro delle boy band, che tuttora non si fanno mancare il loro pubblico, è stata tra gli anni Novanta e i primi del Duemila. Ricordiamo i Take That, i Backstreet Boys, gli NSYNC, i 98 Degrees. Più di recente gli One Direction hanno spezzato i cuori delle nuove generazioni. Ma perché questo successo?

Brad Taylor, di Big Machine Agency, spiega che le boy band nascono per essere un sogno. Sono create a tavolino per attrarre le donne, a prescindere dall’età. Può essere il viso pulito di uno dei membri o al contrario la sua aria da ragazzaccio. Può essere il colpo d’occhio delle loro movenze coordinate insieme a qualche parolina dolce ben piazzata. Le coreografie sono studiate per essere sessualmente evocative.

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In definitiva, le boy band funzionano come un’infezione latente, pronta a esplodere nuovamente alla più piccola esposizione. Ne abbiamo le prove, basta sentire le prime note di “As long as you love me” per andare fuori di testa e canticchiarla per ore.

Il terapista Paul Hokemeyer spiega che l’amore per la propria boy band del cuore ha a che fare con la capacità del nostro cervello di conservare l’impronta del piacere passato. Da adulte scopriamo quanto sia piacevole ricreare quelle sensazioni che provavamo da adolscenti. In fondo è la stessa cosa che accade quanto ripensiamo al nostro primo amore, al primo bacio.

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