Ovodonazione per superare i problemi di fertilità, la usa 1 donna su 5

ovodonazione

L’ovodonazione offre una speranza concreta alle donne che vogliono diventare mamme ma devono combattere con problemi di fertilità. L’efficacia di questa tecnica si comprende anche dal numero di donne che vi ricorrono, il 20%, in pratica 1 su 5. 

Il Centro di Medicina della riproduzione ProCrea spiega che l’ovodonazione è l’ultimo passaggio che una donna fa per diventare mamma ma oggi non è più raro come una volta il ricorso a questa tecnica. Tra le tante pazienti con problemi di infertilità che ha questo centro, una su cinque fa ricorso all’ovodonazione, ovvero ricorre ad ovuli di un’altra donna fecondati con il seme del proprio partner.

Un passaggio né semplice né automatico. L’ovodonazione, infatti, è avviata soltanto dopo aver fatto una serie di esami approfonditi, dopo aver diagnosticato problemi che non si possono risolvere in modo diverso. Si ricorre a questa soluzione quando la donna attraversa la fase di esaurimento della funzione ovarica, è in menopausa precoce fisiologica oppure in menopausa chirurgica dopo l’asportazione parziale o totale delle ovaie per gravi patologie.

Poi però ricorrono all’ovodonazione anche le donne che hanno già vissuto fallimenti ripetuti con le tecniche di procreazione assistita o che sono affette da malattie geneticamente trasmissibili alla prole in modo che i figli non contraggano la stessa malattia. In quest’ottica bisogna prendere in considerazione anche le richieste delle donne che vogliono diventare mamme dopo i 40 anni, età in cui aumentano le possibilità di alterazioni cromosomiche degli embrioni.

Il medico è chiamato a scegliere la donatrice valutando caso per caso. L’età media delle donatrici è 25 anni e i tassi di riuscita dell’ovodonazione sono mediamente più elevati rispetto alle fecondazioni omologhe.

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