Lewis Hamilton e lo champagne sessista

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Non c’è celebrità senza passi falsi, non c’è vittoria senza una polemica: così Lewis Hamilton, che ha trionfato domenica al Gran Premio di Cina, è stato accusato di aver compiuto un gesto sessista spruzzando di champagne una delle hostess che accompagnano in campioni sul podio durante i festeggiamenti finali.

L’accusa proviene da Rox Hardie dell’associazione Object che si batte contro gli atteggiamenti discriminatori su base sessuale e che ha definito il gesto “irrispettoso” chiedendo le scuse del pilota. I tabloid inglesi hanno subito rinfocolato la polemica e s’è alzato un polverone: il pilota avrebe voluto umiliare la ragazza, imponendole un gesto che agli occhi dei più maliziosi può apparire apertamente evocativo.

Le scuse del pilota, celebrato in pista ma molto chiacchierato fuori dai box, non sono ancora arrivate. Ci si chiede se Hamilton abbia neanche pensato di compiere un’azione che avrebbe scatenato tante ire e una condanna senza appello. Festeggiare stappando lo champagne e bagnando chiunque si trovi nei dintorni è da sempre un gesto associato alle vittorie sportive.

È pur vero che si poteva evitare di bagnare la poveretta al suo fianco, presente solo per ingentilire la scena e fornire un servizio di assistenza che forse non è così necessario. Allora la domanda da porsi forse è un’altra. Non se il pilota abbia voluto rappresentare – pur se inconsciamente – un dominio sessuale sulla donna, cosa su cui è comunque lecito riflettere, ma se non sia di per sé una scelta sessista corredare tutte le manifestazioni sportive di belle fanciulle a scopo unicamente decorativo.

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