Una petizione contro DeAgostini per la pubblicità sessista

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Dopo le polemiche sulla pubblicità inglese in bikini giallo, succede qualcosa di simile anche a casa nostra: di pubblicità sessista viene accusato un grande gruppo editoriale italiano. Su Change.org e sui social network gira da alcuni giorni una petizione contro DeAgostini per la pubblicità affissa sui mezzi di trasporto urbano milanesi.

Al momento sono state raccolte quasi 7500 firme e i promotori dell’iniziativa si sono attivati anche sui social network con una pagina dedicata oltre che sulla pagina ufficiale di DeAgostini a cui hanno chiesto spiegazioni sul perché utilizzare un pungiball con mutandine di pizzo per rappresentare la donna insieme ad un claim ritenuto oltremodo offensivo: “Da come tenersi in forma a come tenersi un marito.”

Indignate o addirittura arrabbiate le reazioni di donne e uomini che considerano irrispettoso nei confronti di ambo i sessi il riferimento alla donna come ad un sacco da picchiare e alle capacità seduttive come strumento per affermarsi. Con il risultato, sottolineano molti sostenitori della petizione, di incitare alla violenza sulle donne.

DeAgostini ha replicato puntando l’accento sull’intento ironico della campagna pubblicitaria:

“la redazione di deabyday.it è costernata dalla reazione che la nostra campagna pubblicitaria ha suscitato in alcune di voi. Mentre ci scusiamo se abbiamo potuto urtare la sensibilità di qualcuno teniamo a precisare che, evidentemente, non avevamo intenzione di offendere o attaccare nessuno.”

Anche dallo Iap, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria coinvolto nelle richieste di rimozione dello spot, la risposta è stata asciutta e ha sminuito la lettura offensiva della campagna:

“…l’organo di controllo non ha condiviso la lettura prospettata, in quanto non sono presenti nel messaggio elementi che possano indurre sul piano figurativo a identificare negli oggetti rappresentati (un punchball e uno slip in pizzo) la donna come oggetto. Essi indicano in modo figurato e ironico gli argomenti proposti al pubblico femminile dal web magazine pubblicizzato, quali consigli e approfondimenti su temi come lo sport e la seduzione. Anche la parte testuale conferma la lettura ironica del messaggio, limitandosi ad illustrare in modo sintetico il campo di argomenti trattati dal sito, escludendo contenuti offensivi o discriminatori.”

Non la pensano così i detrattori della pubblicità che hanno sferrato un attacco web al gruppo editoriale chiedendo non solo la rimozione dei pannelli ma anche le pubbliche scuse di DeAgostini. La pubblicità è effettivamente sparita ma a quanto pare solo per la decorrenza dei termini di affissione e non per effetto della petizione.

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