Una petizione online contro le tasse sugli assorbenti

tasse sugli assorbenti

La California si batte per l’abolizione delle tasse sugli assorbenti e molti altri paesi del mondo decidono di affrontare la medesima battaglia: la tassazione eccessiva su prodotti che le donne sono costrette ad utilizzare è da molti considerato uno dei molti risvolti della discriminazione sessuale ancora esistente. Anche in Italia qualcosa si muove.

È attiva su Change.org una petizione contro la tassazione degli assorbenti che chiede un abbattimento dell’IVA dal 22% al 4%. Allo stato attuale gli assorbenti sono tassati come la maggioranza dei prodotti sul mercato mentre andrebbero equiparati a beni essenziali ed essere sottoposti ad una tassazione ridotta dal momento che nessuna donna può fare a meno di usarli per far fronte al ciclo mestruale.

La questione è arrivata anche in Parlamento dove nel mese di Gennaio è stata depositata una proposta di legge promossa da Giuseppe Civati e Beatrice Brignone. La Tampon Tax, così è stata denominata, chiede la riduzione dell’IVA sui prodotti sanitari femminili che comprendono assorbenti e tamponi ma anche coppette e spugne mestruali.

Al netto della facili ironie suscitate sia in Parlamento che sui mezzi di comunicazione, il movimento ha raggiunto una certa importanza. Le petizioni si stanno moltiplicando in molti paesi del mondo e non solo in Europa e la petizione italiana è ad un passo dal suo obiettivo. Mentre scriviamo le firme già raccolte sono quasi 13.000 rispetto all’obiettivo di 15.000 firme totali.

Intanto la questione è andata avanti anche negli Stati Uniti dove Obama ha risposto alle domande della YouTuber Ingrid Nielsen che chiedeva il perché della tassazione degli assorbenti in ben 40 stati americani. Il Presidente ha risposto di non essere in grado di fornire una risposta aggiungendo che “probabilmente è perché sono stati degli uomini a decidere.”

Già paesi quali Canada – dallo scorso 1 Luglio – Nicaragua, Kenya e Nigeria hanno abolito la tazzasione. In Francia l’IVA è stata ridotta dal 20 al 5.5% dietro le pressioni del collettivo femminista Georgette Sand che ha promosso una campagna ad hoc. In Italia, Regno Unito, Germania, California e Australia si sta ancora discutendo la possibilità di intervenire.

Photo Credits | Daniela Staerk / Shutterstock.com

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