Mano morta sull’autobus, via alla petizione per Atm e ATAC

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Viaggiate in autobus o in metro, in uno di quei mezzi di trasporto strettissimi dove toccarsi con gli altri passeggeri è praticamente obbligatorio. E poi c’è chi di questa situazione approfitta ed ops! fa partire con nonchalance una bella mano morta. Come reagireste?

Alla mano morta ci sono diverse possibilità di reazione, da un elegante invito a tenere le mani a posto, ad un altro altrettanto elegante invito a trasferirsi all’altro paese. Le donne hanno imparato a far sentire la loro voce e se qualche tempo fa, con molta vergogna e ritrosia, alla mano morta indesiderata si reagiva cambiando mezzo, spostandosi o scendendo prima del dovuto, oggi c’è molta più aggressività ed ironia.

Così come c’è molta più sfacciataggine con queste toccatine. Insomma abbiamo assistito al passaggio dalla mano morta alla mano viva che più viva non si può, ma abbiamo anche assistito al passaggio dalla donna che arrossisce e si scansa a quella che si gira, fa una foto al molestatore e la pubblica su Facebook con un laconico “identikit di un porco”.

Esagerare nell’uno e nell’altro senso fa cadere nel ridicolo, si sa: non è possibile lamentarsi della poca intraprendenza dell’uomo e poi accusarlo di essere uno stalker se ci segue anche solo con lo sguardo. Scherziamo, è chiaro! Ma il problema della mano morta è avvertito come un problema sociale e c’è chi è ha fatto partire una campagna di sensibilizzazione su Change.org: “Mano morta sull’autobus? Invitiamo a denunciare!“. Alice Pilla Drago, che oggi abita a Londra, ha chiesto – in modo simbolico ad ATAC (Roma) e ATM (Milano) – che anche le compagnie del trasporto pubblico italiano dimostrino la stessa sensibilità degli omologhi inglesi rispetto alle molestie sui mezzi pubblici e attivino delle campagne per invitare tutti:

vittime e testimoni, a denunciare pubblicamente e senza esitazione chi molesta e dà fastidio alle donne.

Photo Credits | poosan / Shutterstock.com

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