Black Dot Campaign contro la violenza sulle donne

black dot campaign

Sul web si sta diffondendo da qualche giorno, con un battage sempre più intenso, una nuova campagna sociale che si chiama Black Dot Campaign e intende sensibilizzare le persone sul mai troppo sviscerato argomento della violenza sulle donne.

In cosa consiste? Le donne sono invitate a disegnare un punto nero sulla propria mano, in un luogo visibile, per segnalare una violenza domestica quando non si ha la possibilità di denunciare l’abuso per paura di ritorsioni. In questo modo chi vede il punto nero può riconoscere la vittima e provare ad aiutarla.

Quasi sempre infatti i casi di violenza domestica non vengono denunciati per paura di essere scoperte e punite ed è difficile individuare una vittima e riuscire ad offrirle aiuto. Sulla pagina Facebook dell’iniziativa, su cui il puntino nero sta avendo una diffusione immensa, si legge che:

“La Black Dot Campaign fa in modo che possano chiedere aiuto anche le vittime che non possono farlo verbalmente, le persone così possono riconoscerle e aiutarle. È un modo per aiutare le vittime più vulnerabili di violenza domestica.”

L’idea alla base sta nella possibilità di comunicare un disagio alle persone che ti amano e che spesso non sono del tutto consapevoli di quello che sta succedendo. Ma il punto nero dovrebbe diventare anche un modo per riconoscersi, così le vittime di violenza che sono uscite dalla spirale di abusi possono offrire il proprio aiuto a chi è ancora sottomesso a queste intollerabili situazioni.

La campagna ha ottenuto un grande successo e in appena un paio di settimane dal suo lancio ha raggiunto oltre 5 milioni di persone sui social media. Molti hanno deciso di partecipare alla campagna pubblicando una foto della propria mano con un punto nero, in segno di solidarietà e adesione.

Non sono mancate però le critiche da parte di chi ritiene che una campagna simile non approderà a risultati concreti senza il supporto di istituzioni e organizzazioni di sostegno che possano fornire aiuto e accoglienza alle vittime. Anzi c’è chi ritiene addirittura che le vittime possano trovarsi in situazioni di peggior pericolo esibendo un punto nero come richiesta di aiuto ma senza l’esistenza effettiva di una struttura organizzata che possa fornirglielo, tempestivamente e nei modi più adeguati.

Photo Credits | Facebook

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