Uteri in affitto: fanno figli all’estero ma non possono tenerli in Italia

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Cosa vuol dire avere un figlio con un utero in affitto e perché in Italia questa pratica non è riconosciuta a porta ad una serie di incidenti più che diplomatici? Adesso la Corte europea per i diritti dell’uomo ha bacchettato il nostro Paese riportando l’attenzione sull’argomento. Facciamo chiarezza.

Il caso che ha determinato il pronunciamento della Corte europea per i diritti dell’uomo è quello di una coppia di Colletorto in provincia di Campobasso che dopo aver tentato la fertilizzazione in vitro con i propri gameti, aveva deciso di ricorrere alla cosiddetta maternità sostitutiva, prendendo in affitto l’utero di una donna. La maternità sostitutiva è legale nel Regno Unito, in Grecia, nei Paesi Bassi, in Romania, in Russia e in Ucraina. Altrove non è accettata.

La coppia di Colletorto aveva visto nascere un bambino nel 2011, un bambino che all’anagrafe di Mosca è iscritto come figlio legittimo della coppia. La trascrizione dell’atto di nascita gli è stata però negata dall’anagrafe italiana e il bambino è stato prima allontanato dalla coppia e poi affidato ai servizi sociali. L’evoluzione di questa storia non ha un lieto fine perché ai genitori del bambino è stato impedito di avere contatti con il ragazzo e gli è stato perfino impedito di adottarlo.

La Corte europea ha detto che in questo caso sono stati violati i diritti dei coniugi. Lo Stato non dovrà restituire il bambino alla coppia (ovvero può non farlo) per via del legame che adesso il bambino ha stabilito con la famiglia di accoglienza con cui vive dal 2013. Lo Stato dovrà soltanto pagare un risarcimento di 20.000 euro ai due coniugi di Colletorto per danni morali e dovrà sborsare altri 10.000 euro per le spese processuali sostenute.

La pratica dell’utero in affitto e dei figli che non hanno legami biologici con i genitori, è stata più volte oggetto di pronunciamenti dei giudici. In Italia questa pratica è vietata ma ci sono Paesi nel resto d’Europa in cui è legale. Come superare questa disparità dell’impianto normativo tutelando in primo luogo i minori? Il legame biologico genitori-figli è un requisito indispensabile per la genitorialità? Il dibattito è aperto.

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