Come diventare mamma all’estero, i congedi di maternità nel mondo

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Una mamma prima e dopo aver partorito ha bisogno di un periodo di “decompressione” – chiamiamolo così – un periodo in cui si concentra esclusivamente sul neonato, prima di riprendere a lavoro, qualora abbia già un’occupazione. Ma diventare mamma comporta sempre lo stesso periodo di congedo nel mondo?

Non in tutti i Paesi del mondo è garantito il congedo di maternità alla donna che ha appena partorito. Esiste una convezione internazionale cui i diversi stati possono aderire, rispettando quindi degli standard che considerano il recupero della condizioni psicofisica della donna dopo l’evento.

Abbiamo già visto insieme i vantaggi e i bonus di diventare mamme all’estero (Portogallo, Finlandia, Norvegia, Austria, Svizzera, Svezia e Germania), ma non abbiamo mai preso in esame la questione congedo. Alla Convenzione n. 83 sulla durata minima del congedo di maternità hanno aderito nel mondo 98 Paesi su 185. Nel 53% dei casi, quindi, è garantito il congedo standard di 14 settimane.

Ci sono anche 42 Paesi, tra quelli indicati, in cui il congedo raggiunge e supera le 18 settimane di congedo. Sul versante opposto ci sono quei Paesi in cui lo Stato garantisce meno di 12 settimane di congedo di maternità. Nell’Europa dell’Est e nei Paesi asiatici, così come anche in Italia, la durata del congedo si estende fino a 18 settimane o più. In fondo anche il nostro Paese è rispettoso del periodo più delicato del neonato, quello in cui si genera il rapporto con la mamma.

La fonte di queste notizie è l’ILO con il suo database sulle condizioni di lavoro nel mondo. Se anche pensassimo che in Italia non è facile diventare mamma, potremmo “consolarci” pensando che c’è chi sta peggio di noi: in Brunei Darussalam, Hong Kong, Malesia, Nepal, Papua Nuova Guinea e Filippine, le donne che partoriscono hanno meno di 12 mesi di congedo.

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