
Era l’11 agosto 2014 quando Robin Williams decise di togliersi la vita, lasciando il mondo intero sotto shock. A un anno di distanza da quella tragedia la moglie dell’attore, Susan Schneider, ha voluto spiegare le cause di quel gesto.
Società e cultura, uno sguardo contemporaneo sul mondo che ci circonda, un punto di vista critico espresso attraverso notizie, approfondimenti, gallerie fotografiche e video.

Era l’11 agosto 2014 quando Robin Williams decise di togliersi la vita, lasciando il mondo intero sotto shock. A un anno di distanza da quella tragedia la moglie dell’attore, Susan Schneider, ha voluto spiegare le cause di quel gesto.

Che esista una disparità di salario tra uomini e donne è cosa ben nota, pur tristemente, ma quando scopriamo i dati concreti della faccenda tutto assume contorni peggiori di quanto non si sospettasse. Dalle ultime rilevazioni dell’Unione Europea, nella zona UE le donne lavorano gratis per quasi due mesi l’anno rispetto agli uomini.
Le stime hanno fissato in 59 giorni di salario la differenza che esiste tra uno stipendio corrisposto ad un uomo e quello che percepisce una donna a parità di professione, competenze e luogo di lavoro. Insomma, è come se da adesso alla fine dell’anno lavorassimo tutte gratuitamente.
Il gap retributivo tra i due sessi si aggiunge ad una situazione lavorativa che discrimina le donne a tutti i livelli, non solo professionale ma anche sociale: carriere bloccate, insufficiente assistenza nel periodo della maternità, assunzioni che tendono a prediligere figure maschili, specialmente per i ruoli di comando delle aziende.
In Europa una donna guadagna in media il 16,3% in meno di un uomo e questo dato, tradotto in tempo anziché in denaro, ci dà il risultato di 59 giorni di lavoro gratuito che viene sottratto a tutto il resto – dalla famiglia al semplice tempo libero da dedicare a se stesse. Con questa amara constatazione l’Unione Europa ha celebrato l’Equal Pay Day che intende sensibilizzare sul tema della disparità dei salari.
E in Italia? Il gender pay gap sorprende con una media più bassa rispetto a quella europea, attestandosi al 7,3%. Molti osservatori come l’Istat e la Banca d’Italia hanno però rilevato che si tratta di un dato ingannevole visto che l’occupazione femminile in Italia è bassa, addirittura inferiore al 50%. Nella realtà concreta, il gap sfiorerebbe un pauroso 20%.
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Sponge Suit è il nome del costume da bagno più avveniristico che possiate immaginare perché non è solo un capo di abbigliamento ma anche un concentrato di tecnologia. L’idea è di un duo di designer composto da uno stilista e un ingegnere che hanno sfruttato le capacità delle nuove stampanti 3D per creare questa chicca.
Il bikini, ché questo è il modello scelto per presentare al mondo il nuovo e interessante concept, è realizzato a stampa 3D. Ma la sua vera anima sta nell’approccio eco-friendly perché è stato progettato per essere rispettoso dell’ambiente. È infatti costituito da uno speciale materiale che filtra e ripulisce il mare. Letteralmente.
Il tessuto spugnoso, che in effetti vero tessuto non è, è un composto idrorepellente e poroso con il compito di assorbire i residui chimici che si trovano nell’acqua in cui viene immerso il costume, che si tratti di idrocarburi o di altre scorie che spesso finiscono direttamente in mare. Secondo i suoi creatori pare sia capace addirittura di desalinizzare l’acqua, dettaglio che aprirebbe nuove prospettive alla tecnologia anche in ben altri ambiti.
Il materiale si ottiene sottoponendo il saccarosio ad un trattamento di calore. Ne deriva una nanostruttura che assorbe le sostanze inquinanti ad un grado inimmaginabile, che supera di 50 volte il loro peso.
Le contaminazioni vengono imprigionate dalla struttura del materiale nella zona più interna del bikini dunque non vengono mai a contatto con la pelle di chi indossa il costume da bagno. L’unico limite, almeno per ora, è che questo particolarissimo capo perde via via le sue caratteristiche assorbenti dopo circa 20 utilizzi. E poi c’è la questione del modello: non sembra particolarmente comodo, vero?

Lea di Marco Tullio Giordana aprirà la nona edizione del Roma Fiction Fest. La manifestazione, prodotta da Fondazione Cinema per Roma e sostenuta da Regione Lazio e Camera di Commercio di Roma, si terrà dall’11 al 15 novembre 2015 all’Auditorium Conciliazione e al cinema Adriano, con il coordinamento artistico di Piera Detassis.
Marco Tullio Giordana – I cento passi, La meglio gioventù – torna sul piccolo schermo con Lea, un potente political crime ispirato alle drammatiche vicende di Lea Garofalo, vittima della ‘ndrangheta.
Nel 2002 la donna decise di testimoniare sulle faide tra la sua famiglia e quella dell’ex compagno, Carlo Cosco. Sette anni dopo, sospesa dal programma di protezione, Lea sparì a Milano senza lasciare tracce. La figlia Denise, pur essendo ancora minorenne, ebbe il coraggio di costituirsi parte civile contro il padre. I fatti le diedero ragione quando un pentito rivelò dov’era nascosto il cadavere. Carlo Cosco e i suoi complici furono condannati all’ergastolo, ma da allora Denise vive sotto protezione.
Film d’apertura del Festival, Lea arriverà sul piccolo schermo il 18 novembre in prima serata su Rai Uno.
Nel giorno inaugurale della manifestazione, il programma del Fuori Concorso propone in prima mondiale l’episodio uno di The Last Panthers, la serie firmata da Johan Renck, l’ecclettico regista, musicista e fotografo svedese che ha firmato tre episodi di Breaking Bad e The Walking Dead e ha realizzato video musicali per alcune fra le più importanti popstar internazionali, fra cui Madonna, Kylie Minogue e Robbie Williams.
In onda dal 13 novembre su Sky Atlantic Hd e basata su una storia vera, la serie percorre le vie della corruzione che attraversano l’Europa e la nascita dei “Banksters”, gangsters e banchieri senza scrupoli. Con una sigla di apertura firmata dal duca bianco David Bowie, la serie gode di un cast stellare: Samantha Morton, Tahar Rahim e John Hurt.
La nona edizione del Roma Fiction Fest omaggia Sergio Sollima, scomparso a luglio all’età di 94 anni. Il regista e sceneggiatore, esponente fra i più apprezzati dello spaghetti-western, sarà ricordato con la proiezione di uno degli sceneggiati più amati della storia della televisione italiana, Sandokan. Il Festival proporrà al pubblico una vera e propria maratona durante la quale saranno proiettati i sei episodi della serie.
L’evento sarà presentato dal figlio Stefano, regista di Suburra, ACAB – All Cops Are Bastards, Romanzo criminale e Gomorra, nell’ambito di un incontro a cui parteciperà l’indimenticabile volto di Sandokan, Kabir Bedi, ma anche Carol Andrè, Andrea Giordana, i fratelli Guido e Maurizio De Angelis e il produttore Federico Scardamaglia.
La novità della nona edizione è il ritorno al Concorso Internazionale, tenutosi per l’ultima volta nel 2010. Il presidente della Giuria sarà il chitarrista Steven Van Zandt, in arte Little Steven.
Sarà inaugurata la sezione YAS (Young Adult Special), un ponte tra la parte Kids&Teens e la Selezione Ufficiale. Saranno presentate la serie Zio Gianni 2 di Sidney Sibilia, il documentario Animeland di Francesco Chiatante, dedicato ai manga e agli amanti dei cartoon con interviste inedite a Maurizio Nichetti, Caparezza, Paola Cortellesi e ad altri artisti.

A dirlo è la scienza e per quanto possiamo nutrire dubbi e scetticismo ci incuriosisce un po’ questa possibilità di riconoscersi nelle descrizioni: i tratti del viso rivelano la personalità e vi spieghiamo come e perché.
Voi diteci se vi ritrovate in queste associazioni che ci paiono certamente da prendere con le pinze e la giusta ironia, visto che tavolta sembrano somigliare più ad un oroscopo che a fondamenti scientifici.
Le labbra carnose sono il risultato degli estrogeni, sia negli uomini che nelle donne. Rappresentano un organo genitale secondario e sono percepite come un dettaglio del viso particolarmente attraente. Chi ha le labbra carnose, dice la dottoressa Helen Fisher, antropologa, è una persona intuitiva, ricca di immaginazione, con spiccate capacità relazionali.
La Fisher spiega che le persone con un viso spigoloso, la fonte spaziosa, le sopracciglia marcate e gli zigomi alti dimostrano un atteggiamento assertivo e diretto. Questi particolari tratti somatici si attribuiscono al testosterone.
L’associazione della fronte ampia con l’intelligenza è un accostamento che appare ingenuo e un po’ banale, eppure… Nel contempo dice anche che saprete essere dei buoni amici.
Il mento affilato rappresenta capacità di controllo e successo. Spazzata qui quindi l’associazione della persona dall’aria forte e decisa con la mascella volitiva, così definita non certo per caso.
Un angolo molto geometrico delle sopracciglia rivela una grande sensibilità. Sopracciglia dall’angolo curvo invece tradiscono un animo più creativo. Sopracciglia diritte parlano di una volontà di ferro.
Il dottor Weintraub racconta che un viso ovale con labbra definite, zigomi alti e mento ben disegnato rivela un’ottima salute. Bastasse quello.
A occhi grandi corrisponde una grande capacità di concentrazione e una mente molto sveglia e pronta. C’è da considerare anche il colore. Le persone con gli occhi castani sono percepite come gentili e affidabili, quelle con gli occhi azzurri sono considerate più sexy ma chi ha occhi verdi batte tutti ed è anche creativo.
Ci avviciniamo pericolosamente a bizzarre teoria di lombrosiana memoria? Come dicevamo all’inizio, sono associazioni che vanno prese con il beneficio del dubbio e una generosa dose di ironia. Ad arrivare a questi risultati sono stati studi antropologici e psicologici che hanno rilevato come le persone percepiscono i tratti del viso altrui, associandovi sensazioni di affidabilità, intelligenza, piacevolezza e così via.
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Nonostante le code che nell’ultimo periodo hanno letteralmente intasato l’accesso ai padiglioni, l’Expo 2015 vince su tutta la linea: una percentuale altissima di visitatori, addirittura l’85%, ha decretato l’Espozione Universale milanese un vero successo, specialmente dal punto di vista dell’immagine dell’Italia nel mondo.
Grande successo anche per il Padiglione Israele che si posiziona tra i 5 padiglioni più visitati della manifestazione, confermando quanto andava già emergendo sin dai primi mesi di Expo: afflusso costante, code sempre lunghe (benché questo sia stato percepito come un grande diffetto dai visitatori) e un programma di iniziative variegato e interessante.
Secondo i dati diffusi da Il Sole 24 Ore e derivati da un sondaggio di Coldiretti Ixé, la maggioranza dei visitatori intervitati durante la loro visita all’Expo ha espresso un parere positivo. Nonostante le lunghe code necessarie per l’accesso (si è arrivati al record di 10 ore di attesa per il Giappone), i padiglioni più richiesti hanno suscitato grande entusiasmo.
Al primo posto si posiziona il Giappone con il 21% delle preferenze, seguito da Cina, Kazakistan, Israele ed Emirati Arabi. Ancora una volta il padiglione Israele, piccolo paese in costante crescita nonostante le sue molte difficoltà sociali, ha dimostrato di aver saputo cogliere al meglio l’occasione presentandosi come un punto di riferimento costante per il visitatori di Expo 2015.
Ad attrarre l’attenzione degli ospiti è stato indubbiamente l’incredibile campo verticale che prima ancora di avvicinarsi al padiglione attirava gli sguardi e la curiosità, oltre a moltissimi obiettivi fotografici che lo hanno immortalato in mille modi. Il Padiglione però ha offerto anche numerose attrattive interne, dal racconto delle innovazioni agricole che cambieranno il fututo fino al delizioso pic nic di cucina tipica israeliana.

Rihanna sarà la protagonista Valérian and the City of a Thousand Planets, il nuovo film di Luc Besson in uscita a luglio 2017.
Nel cast anche Cara Delevingne, Dane DeHaan e Clive Owen. Ambientata nel XXVIII secolo e basata su una graphic novel francese, il film esplorerà il concetto di viaggio nel tempo. Non sono stati rivelati molto dettagli a riguardo, ma sappiamo già che la cantante interpreterà “una grande parte”, come ha scritto lo stesso regista.
Dopo Battleship nel 2012 e Home nel 2014, ecco che vediamo arrivare la terza pellicola per una delle cantanti più amate di sempre.
Rihanna nel video Bitch Better Have My Money
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=B3eAMGXFw1o]

Trick or treat? Piccoli e grandi hanno aspettato Halloween per settimane e l’attesa è molto più evidente se vivi in un Paese nordamericano come il Canada. Giorni di preparazione, decoro e spese che strizzano l’occhio al business natalizio.
Per fortuna, non la pensano tutti così. Ci sono quelli come noi che rimangono coerenti, inserendo di diritto la festa delle zucche tra quelle più odiate. La massima ambizione è lavorare, partire o restare in pigiama sul divano sommersi da pop corn. In queste circostanze non può mancare un cult o una maratona cinematografica che ci salvi, anche solo per un momento, da un nuovo e terribile countdown festivo.
Per tutte le ragioni menzionate, ecco la mia top ten dei film di Halloween. Buona Visione!
Commedia del 1993 diretta da Kenny Ortega per la Walt Disney Pictures ed interpretata da Kathy Najimy, Bette Midler e Sarah Jessica Parker.
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Diretto da George Miller (1987) e basato sull’omonimo romanzo di John Updike. Protagonisti della pellicola Jack Nicholson, Cher, Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer.
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Diretto da Robert Zemeckis (1992) ed interpretato da Meryl Streep, Goldie Hawn, Bruce Willis ed Isabella Rossellini.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=PM3LJ2nXy-0]
Diretto da Andrew Fleming (1996) ed interpretato da Robin Tunney, Rachel True, Fairuza Balk e Neve Campbell.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=DoM4OXQVCcE]
Diretto da Tim Burton (1999) e liberamente ispirato al racconto La leggenda della valle addormentata di W. Irving. Tra i protagonisti della pellicola Johnny Depp, Christina Ricci e Christopher Walken.
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Diretto da Neil Jordan (1994) e tratto dall’omonimo romanzo di Anne Rice, ha come protagonisti Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas, Christian Slater e Kirsten Dunst.
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Diretto da Jacques Tourneur (1942) ed interpretato da Simone Simon, Kent Smith e Tom Conway.
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Diretto da Lucio Fulci, è considerato uno dei suoi film più visionari. Tra gli interpreti Catriona MacColl, David Warbeck e Cinzia Monreale.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=6C4JDBijBHU]
Diretto da Richard Benjamin (1990) e basato sull’omonimo romanzo di Patty Dann. Tra gli interpreti troviamo Cher, Bob Hoskins, Winona Ryder e Christina Ricci.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=PHuvncyz3xs]
E’ un film d’animazione del 2005, diretto da Tim Burton e Mike Johnson. Tra i doppiatori troviamo Johnny Depp, Helena Bonham Carter ed Emily Watson.
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Si ringrazia Luca Iuorio per il prezioso contributo nella selezione.