Uno spot contro la disparità del salario delle donne

spot contro la disparità del salario delle donne

Uno spot contro la disparità del salario delle donne basterà a cambiare come stanno le cose sul mercato del lavoro italiano? Forse no, ma lancia un messaggio importante. Se essere una donna può essere complicato e persino pericoloso in molti paesi del mondo, anche in Italia può essere ancora difficile.

Nonostante le conquiste femminili siano state tante, la parità a tutti gli effetti è ancora un miraggio lontano in molti campi, primo fra tutti il lavoro. Ecco perché è stato ideato uno spot che che intende sensibilizzare sull’argomento.

Il messaggio è esplicito e arriva alla fine della Pubblicità Progresso ideata per le reti televisive nazionali: “Punto su di te. Per superare i pregiudizi sulle donne.” e “Essere donna è un mestiere complicato. Diamogli il giusto valore.” Lo scopo è riconoscere alle donne un valore che il mondo del lavoro troppo spesso nega loro.

Lo dimostra con tutta evidenza e molta amarezza la telecamera nascosta durante un colloquio di lavoro per la stessa posizione. L’uomo e la donna – che sono la medesima persona opportunamente truccata –sostengono il colloquio dimostrando di avere i medesimi requisiti e avanzando la stessa richiesta economica, che nel caso della donna viene considerata troppo alta.

salario donne

Lo spot è accompagnato da una campagna stampa con l’immagine di una donna che tiene in mano una banconota da 10 euro del valore di 7 euro. In una sola foto si sintetizza una desolante verità: il salario femminile, rispetto al medesimo ruolo affidato ad un uomo, è inferiore fino al 30%.

Questa disparità getta luce su quanta strada ancora sia necessaria percorrere per arrivare al riconoscimento di un diritto che viene sancito solo sulla carta e celebrato da tante belle parole ma che poi, nei fatti, resta immutato.

È una questione che fa il paio con l’altra, strettamente correlata al mondo del lavoro femminile, che riguarda la maternità. Il congedo di maternità è indubbiamente un costo per l’azienda ma nel contempo si tratta di un diritto regolato dalla legge che molte aziende sperano di aggirare preferendo assumere uomini in luogo delle donne. Un dato allarmante fa riflettere: 1 donna su 4 in Italia è indotta a lasciare il lavoro dopo il primo figlio.

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