donne che lavorano nel cinema

Donne che lavorano nel cinema, un database per promuvere il talento

donne che lavorano nel cinema

Illuminatrix è un collettivo femminile di donne che lavorano nel cinema e ha appena lanciato un nuovo database, tutto in rosa, per promuovere il talento cinematografico femminile nel Regno Unito.

Il nuovo database riunisce tutti i talenti del cinema al femminile e mette in contatto le donne che lavorano nel mondo cinematografico e le figure dell’industria del cinema che assumono per la produzione dei film.

Il gruppo è nato per affermare un’uguaglianza di genere che nell’industria cinematografica britannica è ancora molto lontana dall’essere raggiunta. I dati mostrano che nel campo del cinema in Inghilterra – ma ci sentiamo di dire che si tratta di una questione generalizzata – la rappresentazione femminile è molto scarsa. Solo il 7% dei film britannici è diretto da una donna anche se in altre discipline la presenza femminile è più nutrita.

L’obiettivo di Illuminatrix è rappresentare il talento femminile e proporlo all’industria del cinema creando contatti e collaborazioni allo scopo di raggiungere una parità nelle possibilità lavorative nel settore tramite eventi, laboratori e l’uso di piattaforme social.

Il lavoro dell’associazione si è già guadagnato il plauso e il supporto di Women in Film and Television UK, dei BAFTA e della British Society of Cinematographers (BSC) e ha già organizzato una giornata di eventi in occasione del Camerimage International Film Festival of Cinematography in Polonia il prossimo 18 Novembre. Il presidente della BSC ha commentato:

“Riuscire nel settore cinematogrfico richiede capacità, audacia e tenacia. Non dovrebbe mai dipendere dal genere o dalla razza. Dunque accolgo con favore l’iniziativa di Illuminatrix nel promuovere alcune delle migliori donne nel cinema. È la prova che il talento c’è. Adesso è il momento di smettere di parlare di uguaglianza e di metterla in pratica. Produttori, registi, tutte le figure del cinema ascoltino, aprano gli occhi e agiscano correttamente.”

25 novembre

25 Novembre contro la violenza sulle donne, le iniziative 2016

25 novembre

Si avvicina il 25 Novembre, la data scelta come Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un’occasione per riflettere sul problema e studiare soluzioni e azioni per contrastare i maltrattamenti di cui sono vittime le donne con dati ancora molto allarmanti.

Secondo l’Istat, nel 2015 sono state 6 milioni e 788 mila le donne che nell’arco della propria vita hanno subito violenze fisiche o sessuali. Numeri che spaventano anche se il trend sembra leggermente più ottimista rispetto al passato.

Le violenze negli ultimi 5 anni sono diminuite dal 13,3% all’11,3%, un segnale piccolo ma incoraggiante grazie anche alla maggiore capacità delle donne di prevenire il pericolo e ad un clima sociale più sensibile riguardo al problema. Anche per il 2016 le iniziative che invitano alla riflessione, al dibattito e all’impegno sono diverse.

#stopviolenzadonne

Si comincia dalla nuova campagna promossa dall’Anci con il Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. Parte anche quest’anno il tag #stopviolenzadonne che dopo il successo del 2015 vuole rilanciare l’azione di sensibilizzazione attraverso i social network tramite cui diffondere informazione sulle iniziative a tema tramite il coinvolgimento delle amministrazioni locali.

Marie Claire e le donne violate di Haiti

Ad Haiti la violenza di genere è un problema che si somma alle calamità naturali che flagellano il paese. Gli abusi sessuali sono all’ordine del giorno e per far fronte al problema Médecins Sans Frontières ha istituito cliniche dedicate alle vittime di violenza di genere. Il programma, lanciato nel 2015, ha già aiutato 732 vittime. Oggi questo importante percorso viene documentato da un editoriale pubblicato su Marie Claire. Le foto, curate da Benedicte Kurzen, raccontano la storia di una delle tante ragazze haitiane violentate e maltrattate dagli uomini.

Non una di meno, la manifestazione a Roma

La Rete IoDecido insieme all’UDI – Unione Donne in Italia e D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza lancia un’iniziativa in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne ma con una data slittata di un giorno. Il 26 Novembre una marcia al femminile attraverserà la capitale rivendicando il diritto alla libertà e all’autodeterminazione e condannando a gran voce le molte forme di violenza a cui le vittime femminili sono sottoposte quotidianamente.

Film Anna di Charles Olivier Micaud

Il 25 Novembre alle ore 18 presso la Casa del Cinema di Roma, nella Sala Deluxe, sarà proiettato in anteprima il film Anna di Charles Olivier Micaud. L’appuntamento è anticipato alle 15 con un dibattito che precede la proiezione con la partecipazione di Veronica Nicotra, Paola Lattes, Laura Vassalli, Amalia Daniela Renosto, Luis Saint Arnaud, Anna Mouglalis, Loretta Bondi e Lia Migale. Il film sarà poi distribuito a partire dal mese di Dicembre 2016.

Concorso per cortometraggi “Diciamo no alla violenza”

Scade l’11 Novembre il bando di partecipazione al concorso per cortometraggi dedicati a “tematiche attinenti la violenza di genere in ogni sua accezione: domestica, fisica, assistita, sessuale, psicologica, verbale, stalking, molestie, maltrattamento, bullismo, violenza cybernetica, discriminazione sessuale e razziale con ’l’obiettivo di denunciare il fenomeno ma anche di proporre soluzioni.”

tumori in aumento

Tumori in aumento: 5,5 milioni di donne si ammaleranno entro il 2030

I dati sono allarmanti: con una crescita del 60% rispetto all’anno 2012, i tumori in aumento continuano a rappresentare un problema grave e si prevede che nei prossimi anni possano raggiungere altri milioni di donne.

tumori in aumento

Secondo i dati emersi dal congresso mondiale dell’American Cancer Society, che si è tenuto a Parigi, entro il 2030 potrebbero ammalarsi di cancro 5 milioni e mezzo di donne. Solo nel 2012 sono state 3 milioni e mezzo le donne che sono morte a causa di questa malattia, con una prevalenza nei paesi più poveri dove mancano informazioni sulla prevenzione, adeguata assistenza medica, politiche di sostegno alla salute.

Dopo le malattie cardiovascolari, il cancro è la seconda causa di morte tra le donne in tutto il mondo. Lo scenario è drammatico ma centinaia di migliaia sono le morti che possono essere evitate adottando le giuste misure.

Le campagne di sensibilizzazione sulla diagnosi precoce, le politiche anti-fumo, l’introduzione di corrette vaccinazioni, esami medici preventivi e cure adeguate sono essenziali per intervenire su più fronti arginando il problema. Tutti elementi che nei paesi poveri sono più scarsi. Tuttavia i fattori di rischio sono ben presenti anche nei paesi più ricchi, dove si riscontrano in aggiunta cattiva alimentazione e scarsa attività fisica.

Secondo i ricercatori, cancro al polmone e al collo dell’utero possono essere combattuti abbassandone l’incidenza tramite misure specifiche di prevenzione. Diverso il caso del tumore al seno, che è anche quello che uccide di più. Nel 2012, anno di riferimento dell’indagine, i casi diagnosticati sono stati 1 milione e 700 mila con 521.900 decessi. In questo caso la diagnosi precoce è essenziale e può fare la differenza tra la vita e la morte.

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Miss Islanda rifiuta di dimagrire e lascia il concorso

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Biondissima, con un grande sorriso luminoso e una determinazione da fare invidia a tutte le donne appena meno sicure della propria bellezza: è di Miss Islanda che parliamo, ventenne che ha deciso di abbandonare il concorso Miss Grand International di Las Vegas a cui avrebbe partecipato rappresentando il proprio paese. Il motivo? Le hanno imposto di dimagrire e ha detto no.

Il suo nome è Arna Ýr Jónsdótti e ha svelato senza timori di essere stata invitata a perdere peso prima del concorso di bellezza per aderire a rigidissimi canoni fisici che la miss rispettava già ampiamente e che le erano valsi l’elezione a Miss Islanda 2015.

Le critiche sulle sue misure, l’invito a “smettere di fare colazione” e l’insofferenza verso una tirannia sul corpo femminile che domina la società contemporanea hanno determinato la reazione decisa della miss che ha detto basta a queste prevaricazioni.

Secondo le dichiarazioni di Arna, gli organizzatori del contest le avrebbero chiesto di saltare la colazione, mangiare solo insalata a pranzo e bere solo acqua la sera, fino alla serata della finale a cui avrebbe dovuto arrivare più magra e asciutta che mai. A costo di enormi quanto pericolosi sacrifici. La scelta è stata semplice, ha ammesso Arna, che ha dichiarato ad Iceland Monitori:

“Se l’organizzatore vuole che perda peso e non gli piace come sono allora non si merita di avermi tra le 10 finaliste.”

La miss vanta un passato da atleta e un fisico scultoreo costruito negli anni dedicati allo sport, ha anche fatto parte della nazionale islandese di atletica. Afferma di esserne orgogliosa e di non ritenere di dover modificare il proprio corpo in nome di un ideale di bellezza che non ha nulla di sano né di realistico.

“Le mie spalle sono un po’ più larghe rispetto a quelle delle altre concorrenti – ha continuato Arna – ma è perché ho fatto parte della nazionale islandese di atletica e ne sono orgogliosa. Non me la prendo per quei commenti, ma francamente penso di andare bene così come sono.”

Giovanissima e già un esempio per moltissime donne che invece pensano di non andare affatto bene così come sono, proprio perché la società chiede loro di essere diverse. Diverse da come sono eppure tutte uguali ad un ipotetico modello femminile massificato e irreale.

“Esempi come questi sono importanti perché mostrano che c’è un’altra possibilità, ovvero credere in se stessi ed accettarsi piuttosto che credere in rigidi canoni estetici e soccombere al giudizio della massa.” – spiega la psichiatra Sara Bertelli commentando l’accaduto – “C’è ancora tanta strada da fare per porre fine ad una mentalità che vede il corpo della donna come un oggetto da guardare, come un corpo che debba corrispondere a precisi canoni estetici e che rinforza quindi un messaggio molto pericoloso, che è l’equivalenza dei concetti di magrezza con bellezza e successo.”

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Anna Arzhanova e Silvia Costa per Blue Helmets of the Sea, il progetto per la pulizia degli oceani

Eliminare le isole di plastica negli oceani, fornire una risposta concreta al millenario mito di Atlantide.

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Questo, il duplice obiettivo del progetto il progetto Caschi Blu del Mare, Blue Helmets of the sea, cuore della quattro giorni dell’edizione 2016 della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e presentato a Paestum da Anna Arzhanova, Presidente della Confederazione Mondiale Attività Subacquee (CMAS) e Silvia Costa, Presidente della Commissione cultura, istruzione, sport, giovani del Parlamento Europeo. 

Giornalista, deputata, co-fondatrice del Telefono Azzurro, l’on. Costa ha sempre messo al primo posto del proprio impegno pubblico questioni culturali ed educative convinta che la cultura, l’istruzione e la formazione possano valorizzare al meglio il progetto di un’Europa nuova.

Sono estremamente felice di presentare questa iniziativa di grandissimo valore sportivo, educativo e culturale: i caschi blu del mare da oggi saranno operativi in Italia, in Europa e nel mondo, saranno a servizio della comunità al fine di riportare alla luce i nostri tesori archeologici sott’acqua e saranno pronti ad intervenire dovunque nel mondo per salvaguardare e pulire i nostri mari.

Ha dichiarato l’on. Silvia Costa in occasione della presentazione confermando il suo impegno costanza e spiegando l’importanza dell’iniziativa.

 

Tre, gli obiettivi proclamati della CMAS.

1. Pulizia degli oceani dalle isole di plastica e avvio di una campagna mondiale di sensibilizzazione e di educazione

2. Supporto alle associazioni subacquee di archeologia per recuperare i tesori nascosti sott’acqua

3. Corsi di attività subacquee per migranti che potranno unirsi ai caschi blu del mare

Pulizia degli oceani

Anna Arzhanova, ex atleta, membro della squadra nazionale giovanile russa di tiro e prima donna candidata alla Presidenza di Sportaccord, si impegna quotidianamente per garantire uno sport leale e pulito schierandosi contro il doping e le frodi sportive.

Dobbiamo ringraziare pubblicamente e coinvolgere in questa task force tutte le persone che si sono adoperate a vario titolo nell’evidenziare tale disastro. Il nostro obiettivo è ora quello di ripulire il mare e avviare una campagna mondiale di sensibilizzazione e di educazione, coinvolgendo anche le giovani generazioni nelle scuole e nelle università. E per unire le forze intorno a questo problema abbiamo voluto creare la task force dei Blue Helmets of the Sea, che vuole simboleggiare il valore del nostro impegno a livello mondiale. 

 

Ha dichiarato Anna Arzhanova, Presidente della Confederazione Mondiale Attività Subacquee (CMAS) e prima donna candidata alla Presidenza di SportAccord, ribadendo l’importanza del progetto per contrastare le discariche del mare che invadono nell’oceano Pacifico, l’oceano Indiano, ma anche il Mar Mediterraneo.

 

Supporto alle associazioni subacquee di archeologia

Vogliamo che i nostri tesserati di CMAS mettano dovunque nel mondo la loro capacità ed esperienza al servizio della cultura e della salvaguardia e pulizia del mare. CMAS opererà in sintonia con l’UNESCO e con tutti i comitati scientifici, università e onlus formando un fronte comune che avrà come obiettivi quelli di recuperare i tesori nascosti sott’acqua e liberare e pulire i nostri mari. Non possiamo più tollerare le isole di plastica del mare, 5 enormi agglomerati di rifiuti che galleggiano negli oceani e che uccidono migliaia di specie marine e di uccelli. Un vero disastro ecologico.

 

Ha concluso la Arzhanova che ha anche voluto porre l’attenzione sull’impegno da parte di tutte le autorità per ottenere una risposta concreta sulla collocazione della mitica Atlantide che, stando alle recenti teorie, dovrebbe essere stata collocata proprio nel Mar Mediterraneo.

ANNA ARZHANOVA, LA PRIMA DONNA CANDIDATA PER SPORTACCORD

Corsi per migranti

L’obiettivo di CMAS, della Arzhanova e dell’on.Costa da sempre impegnate in prima linea, è anche quello di accendere i riflettori sull’emergenza dei migranti che continua a sconvolgere quotidianamente l’Europa e il Mediterraneo.

È in quest’ottica che nasce l’idea di istituire, in  collaborazione con autorità e le associazioni, un corso di formazione per attività subacquee pensato per migranti di varie nazionalità che fuggono dai paesi in guerra: solo in questo modo il mare potrà riacquistare la sua vera identità per diventare, da luogo di incubo, luogo di riscatto.

ANNAVERGERGIVEUP, PETIZIONE PER LA CANDIDATURA DELL’ARZHANOVA, PRIMA DONNA AL VERTICE DI SPORTACCORD

Terminato il corso, i migranti potranno unirsi ai caschi blu del mare per formare una forza internazionale confermando come la cultura e lo sport riescano a parlare un linguaggio universale in grado di abbattere le barriere e unire. E mostrando concretamente come il mare possa continuare ad essere un esempio di cultura e di integrazione.

Mai più spose bambine, la campagna di Amnesty International

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Un evento e una campagna che puntano a sconvolgere i benpensanti e informare su un fenomeno ancora troppo diffuso, quello dei matrimoni precoci. Le spose bambine sono tante, ancora troppe e secondo Amnesty International occorre fare pressione sui governi affinché approvino leggi per contrastare il fenomeno. 

donne più ricche del mondo

Le 10 donne più ricche del mondo secondo Forbes

donne più ricche del mondo

La rivista americana Forbes stila annualmente le classifiche delle persone più danarose del globo, oggi scopriamo chi sono le 10 donne più ricche del mondo. Sono donne potenti, non solo in virtù di un’eredità familiare ma per le posizioni che occupano, per lo stipendio stellare e per il prestigio che si sono guadagnate.

Liliane Bettencourt

Al primo posto troviamo Liliane Bettencourt, 93 anni, prima azionista del gruppo L’Oreal. È un’ereditiera che si posiziona prima tra le donne e undicesima nella classifica generale delle persone più ricche del mondo con un patrimonio di 36,1 miliardi di dollari.

Alice Walton

È una delle figlie dell’imprenditore che ha fondato la grande catena Wal-Mart ma non ha partecipato per scelta agli affari di famiglia costruendosi una carriera personale indipendente. Ha raggiunto il successo, vanta un patrimonio di 32,3 miliardi di dollari ed è anche una mecenate dell’arte.

Jacqueline Mars

Al terzo posto troviamo un’altra ereditiera, si tratta della figlia dell’imprenditore che ha fondato la grande azienda dolciaria omonima. Si trova al ventisettesimo posto della classifica generale e sfiora i 23,4 miliardi di dollari.

Maria Francesca Fissolo

È la quarta donna più ricca del mondo e la prima italiana a conquistare un posto nella classifica di Forbes del 2016. Vedova dell’imprenditore Ferrero, gestisce la fortuna di famiglia che ammonta ad una cifra che tocca i 22,1 miliardi di dollari.

Susanne Klatten

Tedesca, 53 anni, nota anche come Lady Bmw, è la prima azionista dell’azienda automobilistica e la donna più ricca di Germania. Ha quadruplicato il patrimonio del padre raggiungendo la quota di 18,5 miliardi di dollari.

Laurene Powell Jobs

Filantropa oltre che imprenditrice, è la vedova di Steve Jobs. A 44 anni, si trova al posto 44 della classifica globale e possiede una fortuna di 16,7 miliardi di dollari.

Abigail Johnson

Unica donna a ricoprire ruoli di vertice nel Forum Finanziario, è presidente e amministratore delegato di Fidelity Investments. Possiede una fortuna di 13,1 miliardi di dollari.

Charlene de Carvalho

Con un patrimonio da 12,3 miliardi di dollari, la figlia dell’imprenditore della birra Heineken può permettersi il lusso di coltivare le proprie passioni, dalla fotografia all’architettura passando per la musica.

Iris Fontbona

Controlla con i figli il colosso del rame e settimo produttore al mondo, di cui Andronico Luksic, recentemente scomparso, è stato alla guida. Il patrimonio si stima in 10,5 miliardi di dollari.

Massimiliana Landini Aleotti

Con un patrimonio da 10,1 miliardi di dollari, la Aleotti ha ereditato dal marito Alberto il gruppo Menarini.

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