Performance agonistica dei bambini, come si gestisce?

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In ogni corso di formazione sportivo che prenda in considerazione lo sviluppo del bambino atleta, si parlerà di come i bambini più piccoli siano votati alla competizione e degli strumenti che nel momento della performance agonistica, possono essere utili agli educatori. E ai genitori in primis. 

Un bel cartello che si trovava tanti anni fa all’uscita di un campo di rugby, invitava ogni adulto a fare il suo ruolo: del tipo che l’allenatore allena, il bambino gareggia e il genitore si diverte. Eppure non è sempre facile tenersi alla larga da un’esperienza che per il bambino è molto intensa. È difficile nella misura in cui non si avverte che le aspettative di un adulto creano pressione sul ragazzo.

In realtà a leggere bene i diritti dei bambini e dei ragazzi nel momento della performance sportiva, pubblicati anche dalla FIGC, si scopre che il bambino ha diritto a:

1. Divertirsi e giocare
2. Fare sport
3. Avere i giusti tempi di riposo
4. Beneficiare di un ambiente sano
5. Praticare sport in assoluta sicurezza a salvaguardia della propria salute
6. Essere circondato e preparato da personale qualificato
7. Seguire allenamenti adeguati ai giusti ritmi
8. Partecipare a competizione adeguate alle varie età, seguendo allenamenti che corrispondano a giusti ritmi di apprendimento
9. Misurarsi con giovani che abbiamo le stesse probabilità di successo
10. Non essere un campione.

Si arriva così ad un punto dolente, quello che sposta la riflessione dalla voglia di competizione dei bambini, al bisogno di competitività degli adulti. Cosa può fare dunque un genitore per non allentare la tensione ma non trasformarla in qualcosa di pericolosamente diverso? Divertirsi come se il bambino avesse manifestato il suo decimo diritto, incoraggiandolo a riuscire, superando gradualmente i propri limiti. Il bambino, riuscendo, sarà soddisfatto dell’apprendimento sul campo di allenamento e in partita e potrà dimostrare a tempo debito di essere un campione.

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