Mandare i bambini a scuola da soli non è possibile

518226561

Leggo con piacere tantissimi articoli in rete in ci si mette in relazione lo sviluppo dell’autonomia/autostima dei bambini con il loro andare a scuola da soli, in cui si elogiano i bei tempi andati, di quando si andava a scuola a piedi ed eravamo felici, oppure si elogiano i paesi come la Germania dove i bambini fanno da soli il tragitto scuola-casa. 

Cerchiamo di mettere in ordine un po’ le cose che si trovano in giro e che teoricamente sono giuste ma si scontrano con i buoni propositi dei genitori.

1. È questione d’indipendenza e la legge non lo vieta

In un articolo molto interessante sul fatto che andare a scuola da soli per i bambini è questione d’indipendenza si spiega che in Italia è possibile farlo anche a partire dalle elementari perché non ci sono leggi che lo vietano. Bene, tutto bellissimo, ma allora perché  non si può farlo anche prima? È un po’ come la liberté octroyée, cioè la libertà che i sovrani concedevano dall’alto! Se il bambino è assennato e manifesta un alto senso d’indipendenza, se del bambino ci si può fidare, perché non farlo anche prima? E poi, se ci sono dei tragitti anche minori, commisurati alla minore età del ragazzo, perché non invitarlo a tagliare il cordone ombelicale anche prima?

La risposta è semplice: perché ad insaputa dei genitori ci sono delle leggi che lo vietano. Leggi interne alla scuola cui è difficile passare sopra anche se si usa la diplomazia, anche se si sventolano parole come “indipendenza” o “autostima”. Che poi fare una battaglia contro la scuola, che è un’altra agenzia educativa, ha senso?

2. La mobilità dei bambini nelle ricerche scientifiche

Una ricerca del CNR sulla mobilità dei bambini dice in sostanza che i nostri sono “mammoni” (ma guarda un po’? S’impara da piccoli ad essere mammoni) perché sono accompagnati dai genitori a scuola, genitori che non sanno che non esistono leggi che vietano ai bambini di andare soli ed esistono soluzioni per superare la reticenza della scuola. Così avviene che alle elementari in Italia, soltanto il 7% dei bambini fa il tragitto scuola-casa (o viceversa) senza i genitori, contro il 41% della Gran Bretagna e il 40% della Germania. Alle medie il problema si amplifica (se erano mammoni prima, figuriamoci dopo!)  il 3% degli italiani prende da solo un autobus per andare a scuola, contro il 25% dei britannici e il 64% dei tedeschi.

3. Cosa succede invece nella pratica

Come tutti gli articolisti, anche io voglio sfoggiare un caso personale e non per rimembrare i tempi andati, ma perché i tempi moderni sono molto più affascinanti e ribadiscono che mandare i bambini a scuola da soli non si può.

Siamo in presenza di un bambino di 4 anni che dimostra di voler essere autonomo. Senza pretendere troppo la sua autonomia si esaurisce nel voler percorrere da solo, il tratto che va dal cancello della scuola all’ingresso del plesso. In pratica 30 metri. Il patto è che lui si giri prima di entrare, saluti me o il papà che lo stiamo guardando e poi entri in classe. Tra l’altro all’uscita non si può fare perché lo consegnano soltanto ad un adulto, quindi per forza qui bisogna provare.

L’esperimento va bene e dura forse anche un mese con un netto miglioramento della voglia del bambino di andare a scuola e di sentirsi “come quelli di 5 anni” (eh? Grande conquista vero?). Poi arriva la telefonata delle segreteria che ti fa sentire una mamma accusata di abbandono di minore (l’unica legge tra l’altro che si può chiamare in causa, visto che come si diceva non ne esistono altre – è l’articolo 591 del codice penale). E la telefonata è più o meno questa:

“Signora, lei è la mamma del Piccolo Tizio? Bene, ci hanno segnalato che Piccolo Tizio entra a scuola da solo.”
“Sì, è vero, per una questione di autonomia (posso garantire di aver usato queste parole) gli lasciamo percorrere il tragitto dal cancello al plesso da solo. Noi lo guardiamo da fuori.”
“Sì signora, ma non si può fare. Lo deve consegnare nelle mani della collaboratrice scolastica.”
“Ma sta scherzando? Io lo guardo da fuori fino al momento dell’ingresso nel plesso (poi ci ho provato) anche perché come può immaginare parcheggiare davanti a scuola è un dramma, con un altro bambino piccolo in macchina, è ancora più complicato…”
“Signora ma non può consegnarlo ad un’amica, un conoscente? Il bambino deve essere accompagnato da un adulto fino all’ingresso e affidato alla collaboratrice scolastica.”
“No sono sola al mondo.”
“…”
“Ho capito, l’accompagno, buona giornata!”

E ho attaccato con le peggiori intenzioni nei riguardi di chi ha fatto la segnalazione, anche soltanto per il rispetto delle disposizioni scolastiche ma senza rispettare le scelte educative dei genitori, che mi dispiace tanto, ma non possono essere messe nere su bianco su alcun modulo. Almeno alla materna.

Photos Credits | Thinkstock

Lascia un commento