Le ministre egiziane vestono all’occidentale e vengono criticate

ministre egiziane vestono all’occidentale

Le nuove ministre egiziane vestono all’occidentale ed è subito polemica accesa: il nuovo governo egiziano guidato da Sherif Ismail conta tra le sue fila 3 ministri donna su un totale di 33 ministri che compongono l’esecutivo, una scelta vista con favore delle comunità internazionali, eppure c’è qualcosa che non piace a tutti. Le tre ministre infatti sono state accusate di contraddire la tradizione islamica del paese indossando abiti occidentali.

Nel corso del giuramento del governo le tre donne si sono presentate a testa scoperta, una con un abito a maniche corte, due con un completo blu. Questa scelta di modernità, che fuori dall’Egitto e da una parte della popolazione egiziana viene vissuta come un positivo sintomo di cambiamento, è stata criticata duramente dalla parte dell’opinione pubblica più vicina a posizioni tradizionaliste.

Le ministre sono Ghada Waly, che si occupa del ministero della Solidarietà, Nabila Makram a capo dell’Immigrazione e Sahar Nasr che cura la Cooperazione Internazionale. Sia in televisione che su Facebook hanno ricevuto dure critiche a proposito del loro “look inappropriato” che “non appartiene alla cultura egiziana.”

Sebbene le ministre abbiano ricevuto anche molti consensi, sia per il loro impegno politico e civile che per il loro look “elegante e chic”, a farsi notare sono come sempre soprattutto gli strali negativi. Ma il web sta già rispondendo con forza e su Twitter si è diffuso l’hashtag #Egypt is getting prettier che incoraggia le giovani generazioni a sostenere un’immagine più fresca e moderna del paese.

Purtroppo la strada da fare è ancora lunga, come si nota sia dalle critiche che si appuntano ad un outfit, come se fosse ciò che determina la serietà e l’impegno di una persona per il suo paese, sia dall’attribuzione alle ministre di incarichi decisamente secondari rispetto a ministeri più centrali nella gestione del governo.

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