I compiti delle vacanze fanno male?

rientro scuola

È diventata virale la lettera di un papà che ha avvisato le maestre che il figlio non ha fatto i compiti per le vacanze perché durante l’estate non si è dedicato a nozioni e cultura ma ha imparato a vivere, con l’aiuto, ovviamente del suo papà. Oltre le tante condivisioni sono arrivate le stroncature eccellenti. Ma i compiti fanno poi così male?

Proviamo a mettere insieme le cose. Quella scritta dal papà, in realtà, è la seconda lettera rivolta alle maestre. Pare ci abbia già provato l’anno scorso ma senza diventare virale. Adesso il tam tam che si ottiene tramite Facebook ha reso popolare una scelta che tanti hanno trovato discutibile.

Il papà in questione – che potete leggere qui – ha ridotto l’analisi dell’estate e della società ad una dicotomia famiglia/istituzioni scolastiche, un po’ riduttiva, spiegando che il bambino non ha studiato in estate perché ha imparato a vivere ed ha assecondato le sue passioni. Magari non ha fatto il suo dovere di studente come tutti gli altri studenti, ma pazienza.

Il papà n questione è apparso un po’ troppo presuntuoso e ha scatenato l’ira di tantissimi opinionisti e giornalisti (come Selvaggia Lucarelli) che hanno cercato di svoltare il discorso su quattro argomenti:

  1. Chi fa i compiti non è un disadattato
  2. La scuola non è nozionistica
  3. Lo spirito critico è diverso dall’insubordinazione
  4. Il dialogo con i docenti è prioritario rispetto alla vita sui social

Purtroppo anche le risposte offerte hanno finito per aumentare la popolarità di questo papà che poi, diciamolo, si sarà fatto anche un bel po’ di pubblicità per il suo lavoro (è un musicista) con questa storiella della letterina alle maestre.

In realtà, rispetto ai compiti dei bambini, ci si dovrebbe chiedere: i bambini vanno aiutati? Che poi farli è educativo così come costruire una scrivania, fare un’attività manuale o dedicarsi a coltivare il rapporto con i genitori. Come mamme, fate fare i compiti per le vacanze ai bambini? Perché? In che modo?

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