Compiti a casa, si devono fare o no?

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Basta compiti è uno slogan, un hashtag e anche una petizione firmata da tanti genitori che chiedono che i ragazzi non siano oberati dallo studio individuale e domestico. Ma per quale motivo non si devono fare i compiti e per quale motivo è meglio farli? Proviamo ad esaminare i sì e i no. 

I compiti a casa sono una scocciatura – il più delle volte – per i bambini e per i genitori che non possono più occuparsi distrattamente dei figli ma devono accompagnarli nel percorso scolastico. Alcun genitori però rivendicano per se stessi un ruolo educativo antitetico alla scuola.

Il papà di Varese che insegna a vivere a suo figlio

Un papà di Varese, al rientro a scuola, ha mandato una lettera alle maestre del figlio spiegando che loro hanno 9 mesi per insegnare nozioni al ragazzo e lui soltanto 3 mesi per insegnargli a vivere. Un linguaggio magniloquente per notificare che il ragazzo era rientrato sui banchi di scuola senza aver fatto i compiti. La sua lettera – postata su Facebook – ha fatto il giro del web riaccendendo la polemica su “compiti sì e compiti no” per i ragazzi. In realtà questa lettera è servita anche per aprire un dibattito sul ruolo della famiglia nella scuola: i genitori completano il microcosmo formativo del ragazzo o vi si oppongono?

La mamma di Milano che giustifica la figlia per i compiti non fatti

Qui non si tratta di compiti per le vacanze ma di compiti giornalieri: una mamma ha giustificato la figlia completando la detta giustificazione con una critica al corpo docente. La bambina ha bisogno di tempo libero che è sensibilmente ridotto se dovesse fare i compiti. Meglio sport e attività alternative che compiti, questo è il succo. Anche questa mamma ha postato tutto su Facebook gettando benzina sul fuoco accedo dal “movimento” #bastacompiti. Il carico, a distanza di poche settimane, è stato messo dal Ministro Lorenzin che ha spiegato come nella buona e nuova scuola non ci saranno compiti, esercizi che sempre secondo il ministro aumentano di pari passo con l’insicurezza dei docenti. Una nuova considerazione sui professori e i maestri che non rasserena il dibattito e non risponde alla domanda: ma questi compiti servono davvero?

La mamma che ringrazia le maestre per i compiti del week-end

Nato come esperimento ironico e controcorrente, il messaggio postato su Facebook e mai recapitato alle maestre di una mamma che ringrazia le docenti per i compiti del week-end, apre ad altre e nuove considerazioni, alimentate proprio dallo scambio di opinioni tra gli insegnanti. C’è quindi chi si fa paladino della scuola senza zaino e senza compiti e chi rivendica il diritto di assegnarne ma con moderazione. Secondo molti docenti, bisogna prendere in esame le migliori scuole del mondo, come quella finlandese o coreana, dove i compiti a casa non sono assegnati. Probabilmente bisognerebbe anche capire come funzionano quelle scuole e che attività possono fare i ragazzi in orario curricolare: spesso fanno sport o si dedicano alla musica, tutte attività che un genitore italiano deve far fare ai ragazzi a pagamento e fuori dalla scuola.

Certo è che non è mai stata abrogata la circolare ministeriale del 1969 che consigliava di non assegnare compiti per il lunedì e molti la usano per giustificare l’importanza di non fare i compiti o non assegnarli. All’epoca però i compiti durante la settimana c’erano, probabilmente non c’era il tempo prolungato e le famiglie, per lo più monoreddito, non avevano bisogno di pre e post scuola. Siamo proprio sicuri di voler tornare indietro di 40 anni?

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