Il contributo scolastico è volontario, i chiarimenti

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Andare a scuola, oltre ad essere un impegno per i bambini e i ragazzi nell’età dell’obbligo, comporta anche un impegno economico da parte dei genitori. Anche se si sceglie la scuola pubblica, infatti, ci saranno delle spese da sostenere durante l’anno. Una di queste spese è il contributo scolastico ma come ribadisce l’Adiconsum, si tratta di un versamento volontario. 

Al momento dell’iscrizione – che generalmente si effettua proprio in questo periodo – gli istituti sono soliti chiedere un contributo scolastico. In realtà è possibile che questa piccola “tassa” sia richiesta ai genitori anche dopo l’inizio delle lezioni per ottemperare ai pagamenti relativi all’assicurazione e per mettere da parte un piccolo gruzzoletto da usare per le emergenze che interessano tutta la scuola. Qualche volta capita che per la raccolta dei soldi siano coinvolti anche i rappresentanti di classe dei genitori. Come in ogni catena informativa, spesso si fa la fine del telefono senza fili. Ecco allora cosa c’è da sapere sul contributo scolastico.

L’Adiconsum, che si è interessata di recente dell’argomento, ha ribadito che il contributo scolastico chiesto al momento dell’iscrizione, è un contributo volontario quindi la famiglia può scegliere se versarlo o meno. Si tratta di soldi che rientrano nell’insieme delle erogazioni liberali ma, secondo l’associazione di consumatori, non possono essere eccessivamente esose. C’è chi in passato ha chiesto alle famiglie anche versamenti di oltre 100 euro per l’arricchimento del POF, ma in tempi di crisi le richieste devono essere bilanciate sulle reali possibilità economiche dei ragazzi. Questi contributi, fiscalmente, possono essere scaricati dalla Dichiarazione dei redditi nella misura del 19% ma bisogna mettere sul bollettino, nello spazio riservato alla causale, la dicitura “erogazione liberale”.

Eliminati i dubbi formali, resta da capire come si deve comportare una mamma di fronte alla richiesta del contributo volontaria, fatta dalla scuola o dal rappresentante di classe. Le possibilità sono almeno quattro:

1. si versa il contributo perché realmente si pensa che possa essere utile alla scuola e di riflesso ai propri figli,
2. non si versa il contributo perché per principio, non conoscendo la situazione finanziaria della scuola, non si è certi che quei soldi siano realmente usati per il bene di tutti, o comunque non si è certi che servano,
3. si versa il contributo perché alla fine è meglio “non far vedere che” non lo si è versato, agli altri genitori o alle maestre,
4. non si versa perché pur essendo di poco conto, in fondo, è una spesa che non si può sostenere.

Voi mamme come vi regolate in questa situazione?

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