Un anno di selfie per evitare una vita di maltrattamenti

Uno scatto dopo l’altro questa ragazza si racconta. Mette insieme i frammenti della sua vita e dimostra che si può passare dall’essere considerate principesse all’essere considerate l’ultima ruota del carro di una famiglia che si sta formando o si è già formata.

SELFIE-1-anno
Non vogliamo proporvi la solita catena che trovate sui social, del tipo “condividi questo video se anche tu sei contro i maltrattamenti”, perchè in fondo, condividere questo video sulle vostre bacheche, non contribuisce a salvare la vita di nessuna donna.

Vi vogliamo soltanto invitare a guardarlo e poi a riflettere: conoscete qualcuno che è vittima di maltrattamenti, che subisce violenze in famiglia? Come avete pensato di aiutare la vostra amica oppure, cosa state già facendo per lei?

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La grande, grandissima difficoltà, è quella di non passare dallo sdegno alla denuncia. A meno che non si sia instaurato un rapporto perverso vittima-carnefice, non c’è alcun motivo per cui valga la pena restare con le mani in mano, essere conniventi, complici involontarie di una situazione drammatica.

Pensate alla protagonista di questo video che ha chiamato il montaggio “Una foto al giorno nel peggior anno della mia vita”. In un solo anno la sua vita ha cambiato verso. Una bellissima ragazza serba, sorridente, che è stata prima percossa, poi è stata uccisa nell’anima, poi è stata ridotta malissimo con tagli e lividi che sul suo volto sono divenuti sempre più evidenti, fino all’ultimo fotogramma in cui espone un cartello: Ti prego, aiutami. Non so se mi metterò a vedere domani.

In questo caso sì che vale la pena usare lo slogan fin troppo abusato: se non ora, quando si denuncerà?

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