Il tono di voce svela quanto durerà la relazione

quanto durerà la relazione

Non siamo sempre d’accordo con l’affermazione secondo cui conta più come si dice di quel che si dice ma questo concetto sembra essere vero nel caso delle relazioni, anzi della loro durata nel tempo: il tono di voce svela quanto durerà la relazione, è quanto sostiene una recente ricerca interdisciplinare.

Il tono della voce di chi parla svela molto più di quanto non faccia il significato delle parole, su questo possiamo essere tutti in perfetto accordo e da questo assunto è partito lo studio che ha coinvolto ricercatori della USC Viterbi School of Engineering e della University of Utah.

I risultati sono stati chiari: il tono che i membri di una coppia usano per parlarsi a vicenda può svelare molto del successo della loro relazione a lungo termine. Ammettiamo che ci fa rabbrividire immaginare che nel nostro tono di voce possa celarsi il destino della nostra vita amorosa ma alla scienza cosa vuoi controbattere? Non c’è poesia che tenga, ogni romanticismo brutalmente distrutto e sacrificato sull’altare dell’evidenza scientifica.

I ricercatori hanno creato un algoritmo che classifica le registrazioni di centinaia di conversazioni di coppia secondo caratteristiche acustiche specifiche. In questo modo è stato possibile analizzare la comunicazione verbale degli innamorati riconoscendo i picchi emozionali, il nervosismo e altri sentimenti che, sa il cielo come, sono stati rigorosamente categorizzati.

L’algoritmo derivato da queste ricerche è in grado di predire se una coppia rimarrà insieme nell’arco di 5 anni. Secondo i ricercatori stime così precise possono essere utili nel riconoscere potenziali comportamenti pericolosi o più semplicemente sintomi di un problema di coppia che non si è ancora manifestato.

Tutto ciò permetterebbe di intervenire per tempo prima che la relazione si sfasci e vada a rotoli. Uno strumento in mano a psicologi e terapisti di coppia, insomma, più che qualcosa di cui possiamo servirci noi stessi. Ma in fondo non vale sempre la cara vecchia regola dell’imparare ad ascoltarsi a vicenda?

Photo | Thinkstock

StereoTelling, il nuovo album di Kiave fuori il 22 Gennaio 2016

kiave

Classe 1981, profondo Sud, compatto e saldo come un eroe omerico. Kiave è tutto questo e chi ascolta la sua musica lo sa bene. E’ passato quasi un anno dal suo ultimo lavoro, Fixtape, ventuno tracce con dieci inediti ed importanti collaborazioni: Mistaman, Clementino, Ensi, Ghemon, Killacat, Mad Buddy, Mecna, Hyst, Dj Tsura, solo per citarne alcuni.

Due giorni fa è arrivata la dichiarazione che stavamo aspettando. Un semplice post su Facebook, senza frasi effetto o rime barocche: “StereoTelling, il nuovo Album 22.01.2016 – Macro Beats Records”.  Ancora poche settimane e potremo ascoltare uno degli album più attesi del nuovo anno.

Kiave – Fixtape

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=h-0mfkEvNTg?list=PL3qQ7eolRLbFHPojOUxzaUj6WdjmIX1JF]

In foto | Kiave Facebook

Paolo Colagrossi, l’artista molisano che sogna l’America

paolocolagrossi

Ho incontrato Paolo Colagrossi diversi anni fa, a Roma. Vent’anni o poco più, magro e con la chitarra in mano, sua compagna fidata dal 2001. Dopo il terremoto del 2002 che colpisce la sua regione, decide di dedicarsi a tempo pieno alla musica e si trasferisce a Roma dove studia con i Maestri Dario Lapenna, Umberto Fiorentino e Stefano Micarelli presso il St. Louis College of Music ed il Conservatorio L. Refice di Frosinone. E’ proprio qui che iniziano collaborazioni e primi progetti che lo porteranno ad affermarsi nell’ambiente jazz capitolino.

Il 2011, però, è un anno importante per la sua carriera. Si trasferisce, infatti, in Olanda dove consegue il Master in chitarra jazz presso il Conservatorio di Amsterdam, luogo dove avviene l’incontro con J. Van Ruller, M. Van Der Grinten e M. Van Ijterson, tre importanti chitarristi nella scena jazz europea. E’ proprio in quegli anni che ha la possibilità di esibirsi con i nomi jazz più influenti nei locali di tutta Europa, un’esperienza che fa nascere in lui la consapevolezza e il desiderio di implementare percorso e ricerca artistica in un’altra meta: l’America.

Il 2015, invece, è l’anno dell’album d’esordio Melodie dal mezzogiornorealizzato con il Paolo Colagrossi Quintet, quintetto formato da giovani talenti provenienti dal Conservatorio di Amsterdam. E’ possibi

Con l’augurio che il giovane e talentoso artista molisano possa continuare la sua formazione professionale in America, alla ricerca di stimoli e sonorità differenti per nuove composizioni, vi ricordiamo che potete acquistare Melodie del mezzogiorno a questo link.  Buon ascolto!

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=UAQC7NKRu4I]

barba glitter

Gli uomini e la tendenza della barba glitter

barba glitter

La barba è trendy e gli uomini barbuti sono sempre stati terribilmente affascinanti, ammettiamolo. Anche se ultimamente la barba è diventata più affare da ragazzotti hipster che da uomini fatti, ci sembra una tendenza apprezzabile. Nella pratica tuttavia è essenziale che sia morbida e non ispida per non irritare le nostre labbra durante gli immancabili baci. Siamo pronte a concedere una deroga a questa idea: la barba glitter.

Visto che la barba è un must tanto vale addobbarla come si conviene alle feste natalizie. L’idea è dei due burloni di The Gay Beards che, come il nome già suggerisce, di barbe si intendono eccome. E hanno deciso di renderle glitter, scintillanti come non mai e in perfetto tema natalizio.

Se i vostri compagni sono muniti di barbe e pronti a divertirsi – oltre che ad osare oltre ogni immaginazione – perché non pensare di decorare questa parte con una cascata di porporina colorata? Oro sarebbe l’ideale, naturalmente, ma cosa mai potrà limitare la vostra fantasia?

D’altronde non è neanche la prima idea a tema natalizio per adornare le barbe, già lo scorso anno avevamo assistito a barbe addobbate come alberi di Natale con tanto di palline colorate e luci intermittenti. Un po’ più impegnative, certo, anche se non si può proprio dire che la barba glitter sia più discreta.

Unico problema: il glitter tende a cadere via via quindi, a meno che non vogliate lasciare dietro di voi una scia scintillante (che non è neanche una brutta idea, fa tanto glam!), sarà meglio fissare l’opera con una generosa spruzzata di spray fissante. Andrà benissimo la comune lacca per capelli. E ora siete pronti ad accompagnarvi all’uomo più sparkling che ci sia. Indossate la vostra migliore ironia e andate incontro alle feste di fine anno. Sarà una grandiosa idea per Capodanno.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=srcGV4KfzIc]

the future is female

Secondo Cara Delevingne The Future is Female

the future is female

Prendi Cara Delevingne e la sua immensa popolarità sui social, aggiungi uno slogan che si fa notare ed ecco servita la controversia della settimana. La top model e attrice è stata accusata di aver utilizzato un design protetto da copyright lanciando il suo messaggio The Future is Female su Instagram.

Cominciamo dal principio. Anzi dalla premessa. La causa è nobile, lo scopo benefico, il personaggio non ha certo bisogno di appropriarsi della proprietà di nessuno essendo ricca sfondata e piuù che celebre. Il messaggio d’altro canto è di quelli universali, chi di noi non ha mai pensato che il futuro appartenga alle donne? Insomma, l’affermazione The Future is Female non può certo appartenere a nessuno, eppure appartiene a tutte.

La Delevingne ha sfoggiato una t-shirt con questa frase sul proprio account Instagram e dopo una valanga di richieste da parte dei suoi followers ha deciso di mettere in vendita la maglietta, riproducendola in molte copie, per donare i proventi delle vendite all’associazione Girl Up!

Immediatamente si è scatenato il finimondo, nonostante le buone intenzioni della modella: i suoi stessi fan, o almeno una parte di essi, si sono rivoltati contro la sua iniziativa giudicandola in malafede visto che nel frattempo era saltata fuori un’altra verità, cioè che la t-shirt è stata creata originariamente da Otherwild, un piccolo laboratorio con negozietto californiano che ha rivendicato la proprietà del design.

the-future-is-female-lisa-cowan

Lo slogan The Future is Female è stato in realtà ideato da Labyris Books, la prima libreria femminista aperta a New York nel 1972. Otherwild ha utilizzato la fotografia della cantante Alix Dobkin scattata dalla sua compagna Lisa Cowan mentre indossa la maglietta nel 1975, chiedendo regolarmente il permesso di ridisegnare la t-shirt e ottenendo la relativa licenza, protetta dunque dalla legge sul copyright.

I fan quindi avevano ragione ma tanto chiasso non è ancora servito a chiarire se la Delevingne abbia effettivamente acquistato questa t-shirt da Otherwild, se abbia chiesto un permesso per riprodurla e venderla, se sia possibile in termini di legge. Noi però siamo sicure di una cosa: le donne andranno lontano e il futuro apparterrà a loro ma quanta strada ancora c’è da fare se dal 1972 a oggi non abbiamo ancora imparato a rispettarci a vicenda.

Photo | Instagram

victoria beckham t-shirt contro l'aids

Victoria Beckham conquista la rete con la sua t-shirt contro l’Aids

victoria beckham t-shirt contro l'aids

Qualche giorno fa si è celebrata la giornata mondiale contro l’AIDS allo scopo di sensibilizzare le persone su un argomento che troppo spesso è ancora un tabù e le celebrità non si sono tirate indietro. Tra di esse ha spiccato l’iniziativa di Victoria Beckham, stilista di successo nonché moglie dell’ex calciatore che turba i nostri sogni David Beckham.

Per l’occasione la designer ha deciso di lanciare una speciale t-shirt contro l’AIDS in vendita sul proprio sito personale al prezzo di 110 euro. Le magliette sono andate esaurite a tempo di record in quasi tutte le taglie (ma al momento in cui scriviamo è ancora disponibile la taglia S) ma ne parliamo soprattutto per l’immenso successo ottenuto sulla Rete.

Molte celebrità oltre che blogger famose l’hanno sfoggiata e fotografata, condividendola sui social e creando un battage di cui ormai sappiamo essere capace solo il web. Sono più che noti la forza del passaparola, la potenza di un’immagine e l’indubbia capacità di un personaggio famoso di trasmettere un messaggio a migliaia di persone creando immediata emulazione. Eppure la grande diffusione di questa semplice t-shirt ci fa capire quanto il mezzo sia spesso addirittura sottovalutato, quanto sarebbe utile disporne in maniera più intelligente per diffondere messaggi importanti e campagne cruciali, assai più di quanto non si faccia già.

La t-shirt è decorata con un grande cuore stilizzato che contiene due occhi composti dal nastrino rosso che rappresenta il simbolo stesso della lotta all’AIDS. Ricorda un po’ le illustrazioni di Keith Haring e una lunga tradizione di street-art, qui al servizio di una buona causa. I proventi delle vendite infatti vanno interamente ad UNAIDS e alle sue iniziative. Tra le altre l’hanno indossata Miroslava Duma, Eva Longoria e Camille Charrière.

Il cinema del 2015 in un video di Ben Zuk

Youth

Immaginate un corto dove si possono vedere tutti i finali dei film più importanti dell’anno. Bene! Ben Zuk, un giovane regista di Las Vegas, ha raccolto in un solo video ben 164 scene dei film usciti o in uscita di quest’anno. Il merito è quello di non aver spoilerato nulla, forse merito dell’impeccabile montaggio e dell’ottima selezione.

With one month to go, 2015 is pretty much over and I suppose it’s never too early to start looking back and trying to make sense of it all. I tried to tell a story about the movies of 2015, wanting to acknowledge some of the changes we’ve seen. I got 164 movies in. I’m certain I’ve forgotten someone’s favorite, but I hope I got close. Happy Holidays and I hope you enjoy the video. Thank you very much to all the people who continue to share these montages all year round making the love of movies universal :-), questo il commento del regista.

E voi, quanti ne riconoscete?
[vimeo 147217969 w=640 h=314]

chiacchiere da parrucchiere

Chiacchiere da parrucchiere? Arriva la sedia del silenzio

chiacchiere da parrucchiere

Chi ama moltissimo intrattenersi con le tipiche ciarle che caratterizzano l’esperienza del salone di bellezza non sarà interessato a questa notizia ma chiunque abbia sempre detestato le chiacchiere da parrucchiere vorrà suggerire l’idea al proprio hairstylist, scommettiamo?

Si tratta di una “poltrona del silenzio” che esclude le chiacchiere e il gossip che imperversano intorno a voi quando vi dedicate un’oretta dal parrucchiere per un taglio o una piega. La quiet chair, così è stata chiamata, è l’idea di un salone di bellezza a Cardiff, nel Galles meridionale, che ha deciso di mettere a proprio agio anche le clienti che rifuggono dalle ciarle obbligatorie e che vogliono rilassarsi nel più perfetto silenzio.

Come funziona? Semplice, si prenota un appuntamento senza chiacchiere e viene garantita l’assenza di conversazione durante il proprio trattamento di bellezza ai capelli, nient’altro. Come se fosse poco. Lo spiega Scott Miller, proprietario del salone:

“Molte delle nostre clienti adorano fare due chiacchiere, soprattutto le clienti fisse, ma ce ne tante che evitano di tornare spesso dallo stesso parrucchiere proprio perché non vogliono essere costrette a sostenere una conversazione.”

È vero che questa mancanza di socialità contraddice la natura stessa del salone di bellezza così come lo abbiamo sempre conosciuto ma in fondo per chi desidera concedersi un’ora di relax non è sacrosanto poter scegliere se chiacchierare oppure no? Tanto più che il parrucchiere, che da molte è visto quasi come un terapista con cui sfogarsi, per altre è solo un impiccione della peggior specie.

Anche chi ci taglia i capelli, tra l’altro, si sente spesso in dovere di intrattenerci e per farlo deve ricorrere qualche volta anche a domande personali. Così ad essere sollevati possono essere in due, la cliente e il parrucchiere stesso, esentati dall’obbligo di scambiare due chiacchiere per forza.

Io ammetto di appartenere alla specie delle clienti che detestano le vuote ciarle, il continuo vociare e il gossip e preferirei di gran lunga poter sfogliare in pace una rivista o leggere un libro mentre mi concedo quella pausa dal lavoro o dagli impegni quotidiani per rifarmi la tinta o aggiustare il taglio. A quanto pare non sono la sola.

www.thinkstockphotos.it