Nei consultori non ci possono essere obiettori di coscienza

pillola-4-stagioni

Il Movimento per la Vita aveva fatto ricorso al TAR contro una delibera della Regione Lazio che imponeva che nei consultori fossero garantite le prescrizioni di anticoncezionali e fossero rilasciati certificati di gravidanza. Il TAR ha respinto i ricorsi, mettendosi di fatto dalla parte delle donne. 

Le donne – altro che fertility day – sono capaci di scegliere da sole anche se interromperla una gravidanza. Devono poter scegliere sempre quel che è meglio per loro. E nei consultori pubblici devono sempre avere un sostegno, devono cioè essere aiutate anche nella prescrizione degli anticoncezionali e nel rilascio del certificato di gravidanza, senza il quale non si può chiedere l’interruzione di gravidanza in ospedale.

Questa situazione creata dalla Regione Lazio ha indispettito non poco il Movimento per la vita che ha fatto ricorso al Tar del Lazio chiedendo che nei consultori pubblici si potesse fare obiezione di coscienza. La Regione ha fatto presente che i consultori dovevano invece continuare a prescrivere pillole del giorno dopo o anticoncenzionali e dovevano garantire certificati alle donne che ne facevano richiesta per l’interruzione della gravidanza in ospedale. In fondo, come si legge in un passaggio della nota regionale: il ruolo dei consultori non è preparare l’interruzione di gravidanza ma fare il possibile per evitarla.

Ad ogni modo il diritto fondamentale all’obiezione di coscienza non è violato dalla delibera regionale e anche il medico obiettore, comunque, non può negare alla donna incinta, l’assistenza di cui necessita prima o dopo l’interruzione di gravidanza. Certificare uno stato di gravidanza, in fondo, come turba la coscienza dell’obiettore? Non è soltanto un’attività preliminare che si lega sì al processo d’interruzione ma potrebbe anche essere sfruttata per altri fini, ad esempio l’ottenimento dei benefici fiscali e previdenziali.

Un discorso analogo riguarda la pillola post-coito o la pillola anticoncezionale: autodeterminarsi vuol dire abortire? Il TAR ritiene di no, propri come aveva inteso la Regione. Voi che ne pensate?

Lascia un commento