Mamma rinuncia al lavoro, poi scrive al figlio capriccioso

Ci sono anche lettere, come queste, scritte da una mamma che ha rinunciato, per forza o per scelta (è da vedere) al lavoro e si ritrovano a contatto con i figli, ormai cresciuti sia a livello anagrafico, sia quanto a mole delle richieste che fanno e dei capricci che sono in grado di piantare.

Caro amore,
sai quanto ti amo e quanto ti voglio bene. Quando mi hanno licenziato il mio primo pensiero è stato per te, non tanto perché sia stato tu la causa della perdita del lavoro, anzi! Ti ho considerato il mio incentivo naturale a riappropriarmi del tempo della famiglia. Quindi, caro amore, ti ringrazio di aver reso lieto il tempo del trapasso verso la morte professionale.

Adesso però, sempre grazie a te, scopro di amare il sistema scolastico, che riesce a tenere a bada il tuo entusiasmo qualche volta virulento per otto ore al giorno, che riesce ad inquadrare in un contesto ben definito il concetto di gioco.

Sai amore, quando davanti alle mie proteste per la camera in disordine mi dici che dentro ci è esplosa una bomba, la prima cosa che faccio è ridere, poi però, vedendo che nulla cambia e che sono io a dover rimettere a posto, ringrazio all’infinito chi ti obbliga all’ordine. Quando questi insegnamenti arriveranno fino in camera tua? È vero che ho rinunciato al lavoro ma non certo per passare il tempo che prima stavo in ufficio a mettere giocattoli a posto.

Perciò amore, visto che sei tanto intelligente ed ironico, fa in modo che l’amore e l’apprezzamento della tua fantasia, siano sempre più forti dell’odio che nutro verso i tuoi capricci, verso quei no che mi sbatti di fronte al muso con il tuo piglio sarcastico. Dì un po’, non sarà un po’ troppo presto per usare il cinismo verso mamma?

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Giacché ci sono vorrei dirti che ci sono una serie di cose che prima in ufficio avevo il lusso di non ascoltare ma adesso, purtroppo, sento ripetere in modo costante:

1. quello che mi hai preparato non mi piace (poi scopro che a scuola hai mangiato tutto, ti pare giusto?);
2. mi compri questo e quello, mi porti di qua e di là (e poi vedo giocattoli abbandonati e capricci che si moltiplicano);
3. questa faccenda falla tu (perché sai, il tempo è guadagnato per la famiglia, di cui, tuo malgrado, fanno parte anche tuo fratello e tuo padre, non è riservato esclusivamente alle faccende!).

Ecco amore, io ti amo e già te l’ho detto, ma ti rivelo un segreto: non sopporto quando strilli in casa, quando lo fai davanti a tutti, quando lo fai nell’abitacolo della macchina. Quindi non prenderla a male se ti ricatto su questo punto dicendo che vorrei tornare a lavoro (tanto non posso, ma questo è un dettaglio!).

In fondo quello che importa è che le mie orecchie sono due e voi siete tre con altrettante bocche da sfamare e ascoltare. Essì, diciamolo, il nostro rapporto non è esclusivo e se fai i capricci per questo, forse si chiama gelosia ma se poi senti strillare mamma, sappi che il suo strillo si chiama ESAURIMENTO!

Con tanto amore, una mamma che ama te ma non i tuoi capricci.

Quante di voi mamme hanno rinunciato al lavoro per stare con i figli e poi hanno rimpianto un po’ della noia quotidiana? Che esperienze avete con i capricci dei vostri figli?

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