Conciliare lavoro e famiglia senza reti sociali. È possibile?

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La Direzione Ricerche Ferrero International ha commissionato una ricerca IPSOS sulla conciliazione lavoro e famiglia cui sono costrette le mamme lavoratrici, senza nemmeno avere una rete di assistenza o dei datori di lavoro disponibili. Ma cosa vuol dire? Bisogna per forza tornare alle donne casalinghe?

Una donna lavoratrice che sia mamma e moglie quanto meno è chiamata a lavorare e nel tempo che non lavora ad occuparsi del marito, dei figli e della cura della casa. Il risultato di questo sistema che culturalmente fa acqua da diverse parti è l’incremento dello stress emotivo, la sensazione di andare sempre di corsa e di non farcela a fare tutto.

La sindrome di Wonder Woman

Ci sono moltissime donne che si fanno prendere dalla foga e dalla voglia di essere all’altezza di ogni situazione e hanno quindi il desiderio di stare con i figli, tirare a lucido la casa, essere delle mogli impeccabili e avere anche un riconoscimento sul lavoro. Ma Wonder Woman era un’eroina nata dalla fantasia. Nella realtà, già conciliare un paio di cose tra quelle in elenco è da considerare eroico.

L’importanza della rete sociale

La conciliazione diventa possibile se i genitori e la mamma in primis sono messi nelle condizioni di trascorrere insieme del tempo di qualità. Per questo avere una rete di aiuti è importante ma non sufficiente. Perché la mamma non ha bisogno di essere sostituita ma ha bisogno di tempo.

La necessità di un piccolo cambiamento culturale

Se la mamma ha bisogno di tempo e non dei surrogati, di cui – diciamolo – non hanno bisogno nemmeno i bambini, bisogna attuare una piccola rivoluzione culturale “costringendo” le aziende ad adottare dei ritmi più adatti alla famiglia e “abituando” tutti in casa alla collaborazione nelle attività domestiche. La prima rete infatti, è quella interna alla famiglia.

Photo Credits | David Pereiras / Shutterstock.com

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