Legge unioni civili, la decisione slitta ancora al 2016

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Le unioni civili sono un tema troppo spinoso per l’Italia, immatura rispetto alla regolamentazione di una prassi che chiama in causa tanti nodi, tra cui, è ovvio, anche la stepchild adoption. Non si tratta soltanto di decidere quali unioni registrare ma anche di capire “cosa fare con i bambini”. La legge discussa slitta al 2016 ed è la numero 46. 

Il numero 46, per gli scaramantici e gli amanti della cabala è da tenere a mente. Tante infatti sono le leggi sulle unioni civili proposte negli anni. Nessuna approvata e nemmeno quella discussa in settimana in Aula è arrivata all’approvazione. Come mai?

L’iter della legge

L’Italia aspetta una legge sulle unioni civili dal 1988 e nonostante la riproposizione ciclica del tema in più leggi, non si è mai arrivati all’approvazione. La legge Cirinnà era stata seppellita sotto 4.000 emendamenti circa a marzo. Più forze politiche in disaccordo con il testo proposto, hanno cercato di affossare la legge per via di due nodi molto controversi: la reversibilità della pensione e le adozioni.

Come venirne fuori? Con un nuovo testo sottratto alle commissioni e portato direttamente in Aula nella speranza di forzare la mano e ottenere la prima approvazione.

La proposta Cirinnà

La proposta Cirinnà è la settima nella legislatura corrente dove si contano quattro proposte del Pd, una di Ncd, una di Sel, una del Psi. In tutti questi anni le unioni civili sono state chiamate in tanti modi, famiglie di fatto, coppie di fatto, Pacs, Dico e Didore. L’ultimo testo elimina la dicitura matrimonio e introduce la stepchild adoption. Non si parla di adozione di figli esterni alla coppia ma è prevista l’adozione di un figlio di uno dei membri della coppia.

Niente da fare, manovra non riuscita per questi 12 punti: secondo il ministro Boschi tutto slitta a gennaio. Chissà se poi i vari partiti di maggioranza e opposizione saranno concordi sul testo.

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