Il congelamento degli ovociti serve davvero?

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La vicenda che ha unito Facebook ed Apple ha conquistato il mondo: queste aziende si sono offerte di pagare alle loro dipendenti il congelamento degli ovociti, lasciandole scegliere, anche in base alla carriera, il momento giusto per diventare mamme. Ma questo sistema serve davvero a posticipare la gravidanza?

Una donna che per amore del lavoro e per il suo benessere economico e professionale decida di posticipare la gravidanza, potrebbe andare incontro ad una serie di problemi di fertilità, soprattutto se la voglia di diventare mamma arriva con un po’ di ritardo.

Per contrastare il cosiddetto orologio biologico è stata perfezionata la tecnica del congelamento degli ovociti, bypassando così il rischio che il feto, per l’età avanzata della mamma, presenti anomalie cromosomiche, oppure non riesca a crescere.

I dubbi sul congelamento

Nonostante se ne parli sempre più spesso alcuni esperti fanno notare che il congelamento degli ovociti non è una soluzione priva di rischi, non è una situazione perfetta. Tutto dipende dal fatto che gli ovuli contengono molta acqua e congelandoli è facile che si formino dei cristalli che ne danneggiano la struttura.

Le tecniche di congelamento sono notevolmente migliorate e oggi il sistema è così rapido che non c’è il tempo per far formare i cristalli. Problema risolto? Non proprio perchè questa tecnica era stata pensata per un pubblico di donne particolare, per quelle che per esempio potevano perdere la fertilità in seguito ad un trattamento di chemioterapia.

Il voler ritardare una gravidanza dando priorità al lavoro è ben altra cosa che il superamento di un problema fisici. E poi non c’è la certezza che alla fine del trattamento ormonale e dopo il congelamento degli ovuli, si riesca effettivamente a diventare mamme. In generale si consiglia comunque a chi intende avvalersi di questa tecnica, di approfittarne tra i 20 e i 30 anni.

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