Concepire un figlio? Si decide con il capo, non con il partner

L’iniziativa di Facebook ed Apple, dichiarata in anteprima alla NBC News, è un’offerta cui sembra impossibile rinunciare. Facebook ha già messo in moto la macchina burocratica per arrivare praticamente al dunque entro breve tempo, mentre per Apple l’appuntamento è a gennaio 2015. Si tratta di consentire alle donne di concepire un figlio senza avere intoppi nella carriera. 

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La proposta è questa e se ne sta parlando abbondantemente online: per garantire alle donne di fare carriera, l’azienda è disposta a coprire i costi per il congelamento degli ovuli fino ad un massimo di spesa di 20 mila dollari. Le donne, infatti, sono molto fertili sui 30 anni ma raggiungono la notorietà dopo e soprattutto, se raggiungono la notorietà, è molto facile che non abbiano ancora una famiglia.

Se ne parla come di una proposta che mira ad ampliare le possibilità di successo delle donne nella vita professionale perché è stato constatato che i figli sono un limite e non un motore per la carriera. L’idea, invece è di affrontare l’argomento con un’ottica diversa, riflettendo sul controllo delle nascite e sul successo professionale degli uomini.

Il controllo delle nascite è sempre stato presente nella società, sia sotto forma di regolazione naturale che sotto forma di regolazione indotta dei nuclei famigliari. Di volta in volta la chiesa, la società capitalista, la politica del figlio unico o il piano quinquennale delle nascite, è stato usato per riequilibrare la collettività. E ogni volta queste iniziative hanno incontrato tantissima opposizione. Adesso invece, che siamo di fronte soltanto ad una versione tecnologicamente evoluta dell’antico controllo delle nascite, sia Facebook che Apple sono salutate come aziende innovative. Come mai adesso il controllo è benaccetto? Che la tecnologia ci abbia privato della libertà di scelta? Che lo abbia fatto la fame di successo?

L’altra questione da trattare riguarda i destinatari della proposta di Apple e Facebook: perché solo le donne? In fondo i figli, materialmente li mette al mondo una donna ma essere genitori è un affare di coppia. Sarebbe stato molto meno discriminatorio proporre alle donne il congelamento degli ovociti e agli uomini il congelamento dei contratti così che una volta raggiunto il successo possano conservarlo per tutto il tempo che è necessario per prendersi cura, da vicino, dei bambini e della famiglia. Se fa scalpore che un manager lasci tutto per stare con la figlia, perché rendere così difficile ad altri uomini di successo, in una posizione analoga, la scelta di essere padri prima che uomini famosi?

1 commento su “Concepire un figlio? Si decide con il capo, non con il partner”

  1. Aziende attente all’immagine come Facebook o Apple spacciano spesso per innovazioni scelte che invece riportano direttamente ad un’era preindustriale. E’ evidente che questa pseudo innovazione abbia come unico scopo aumentare la produttività altro che carriera delle donne.

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