Giornata mondiale del bambino prematuro

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Considerate le statistiche mondiali, c’è da riflettere sul fatto che il 10% dei parti sia anticipato rispetto alla data presunta. In Italia, tanto per circoscrivere il campo d’azione, ogni anno ci sono 30-35.000 neonati pretermine.

Con questa parola ci si riferisce sia ai bambini che nascono prima della 37esima settimana di gestazione, sia ai bambini che pur avendo rispettato i tempi definiti sono sottopeso alla nascita (meno di 2,5 chili) e per questo hanno bisogno di terapie intensive neonatali specifiche. Un impegno per le famiglie ma anche per le strutture sanitarie che accolgono questi bambini.

Ogni anno il 17 novembre si celebra il World Prematurity Day, una giornata riconosciuta anche dal Parlamento europeo e dall’EFCNI, una fondazione nata proprio per richiamare l’attenzione sui temi legati alla prematurità. Legati al parto prematuro ci sono anche temi come lo stile di vita delle mamme, le patologie della gravidanza, l’aumento dell’età media delle gestanti ma anche l’incremento delle gravidanze medicalmente assistite e il problemi di rendimento scolastico dei bambini prematuri.

Nel nostro Paese una parte dei problemi dei parti pretermine è dovuta alla disparità delle cure tra Regione e Regione e tra città e città. Non tutti i bambini nati prematuramente ottengono la stessa assistenza. Anche per questo motivo qualche anno fa è stata sottoscritta la Carta dei diritti del bambino prematuro che spiega come il neonato abbia diritto di:

1. essere considerato una persona,
2. nascere in un ambito assistenziale sicuro e confortevole,
3. avere un trattamento adeguato al proprio stato di salute,
4. ricevere terapie contro il dolore,
5. ricevere cure compassionevoli in fase terminale,
6. avere un contatto immediato con i propri genitori,
7. usufruire dei benefici del latte materno,
8. essere certo che i genitori vengano informati correttamente e sostenuti nell’acquisizione di particolari competenze,
9. ricevere continuità delle cure anche dopo le dimissioni,
10. avere accesso a cure riabilitative in caso di disabilità e ricevere beneficio dalla collaborazione tra istituti, enti e terzo settore per la sua assistenza.

Photo Credits | Praisaeng / Shutterstock.com

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