Cosa fare se si rompono le acque in anticipo

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La rottura delle acque o del sacco amniotico, in generale, dà avvio al travaglio. Se ci si accorge di avere delle perdite consistenti oppure ci si rende conto di aver rotto il sacco prima del tempo, è importante non farsi prendere dal panico, può capitare. Adesso il pensiero non deve essere rivolto ai tempi non rispettati ma al bambino che ha deciso di fare capolino un po’ prima del previsto. Il parto prematuro preoccupa molte madri ed è anche normale visto che durante i corsi preparto si spiega per filo e per segno tutti i rischi di una gravidanza portata a termine con anticipo. Tuttavia, nel momento in cui c’è una rottura prematura delle membrane – evento che accade nel 6-12% delle gravidanze – bisogna fare mente locale e decifrare la situazione.

I fattori di rischio legati alla rottura prematura delle membrane sono vari: si va dal fumo in gravidanza, alla cervice incompetente, dalla placenta previa alle infezioni della cervice o della vagina. In tanti altri casi succede e basta, senza poter prevedere. Le cose da fare sono poche ma vanno affrontante con serenità.

Riconoscere la rottura delle acque

È importante riconoscere la rottura delle acque e distinguerle dalle piccole perdite di urina che in gravidanza sono normalissime, oppure dalle perdite vaginali biancastre. Il liquido amniotico è trasparente, incolore e inodore, insomma è come l’acqua. Ad ogni modo bisogna chiamare il medico perché dal momento della rottura del sacco il bambino è esposto alle infezioni.

Prima della 22esima settimana

La rottura del sacco in questo periodo è abbastanza rara ma se accade la prognosi è grave. Sono prescritti degli antibiotici per la prevenzione delle infezioni e si cerca di capire quanto liquido è stato perso. Nei casi più gravi si opta per l’interruzione della gravidanza, per esempio quando c’è una deformazione o una crescita fetale intrauterina oppure in presenza di un focolaio di tensione.

Tra la 22esima e la 35esima settimana

La mamma che ha rotto il sacco è ricoverata in ospedale dove i medici faranno di tutto per farla arrivare alla 35esima settimana, monitorando la crescita a le salute del bambino. In alcuni casi per accelerare lo sviluppo del feto e per fermare le contrazioni sono somministrati rispettivamente dei corticosteroidi e delle medicine ad hoc.

Al termine della gravidanza

Se si è rotto il sacco al termine della gravidanza ma il travaglio non ha inizio, i medici fanno una valutazione infettiva e decidono se indurre il parto dopo al massimo 24 o 48 ore dalla rottura delle acque.

Photo Credits | Alex James Bramwell / Shutterstock.com

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