La mamma è più serena se conosce le fasi del parto naturale

Il parto, per quanto ci si prepari all’evento, resta un momento complesso da gestire per tutte le donne e in modo particolare per quelle che hanno una soglia del dolore molto bassa.

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Il parto non è un momento semplice nella vita di una donna che diventa mamma ma di certo, conoscendo funzionamento e fasi del processo, è possibile arginare ansie e tensioni. Il parto è composto da diverse fasi che vanno dal travaglio fino alla fase cosiddetta espulsiva, quella in cui effettivamente il bambino esce dall’utero per aprirsi alla vita.

Le fasi iniziali

Le fasi preparatorie al parto sono contraddistinte dall’insorgere delle contrazioni dolore. All’inizio sembrerà di avere a che fare con un normalissimo mal di pancia, in realtà stanno iniziando le modifiche anatomiche del collo dell’utero.

Le contrazioni servono a fare il modo che il collo uterino di appiani e poi si dilati per favorire il passaggio del bambino. Le contrazioni sono sporadiche all’inizio, gradualmente aumentano in intensità e dolore fino ad ottenere una dilatazione del collo dell’utero di circa 10 centimetri. Fino ad una dilatazione di 6 centimetri, in genere, le contrazioni sono sopportabili.

Il travaglio vero e proprio

Quando le contrazioni sono più dolorose e più frequenti, si dice che la donna è entrata in travaglio. Il suo utero si sta dilatando completamente. Questa fase, forse la più dolorosa, può durare da pochi minuti fino anche a 2 ore.

Alcune donne, per rendere più sopportabile questa fase, scelgono la parto analgesia, cioè si avvalgono dell’anestesia epidurale. Di regola, comunque, la fase finale del travaglio è difficile da sopportare ma dura circa mezz’ora. Il travaglio e la fase espulsiva possono essere differenti se si è al primo o al secondo parto.

La fase espulsiva

Una volta che il collo dell’utero si è dilatato completamente, il bambino si avvia sul canale del parto. Le contrazioni aumentano per via dell’ossitocina, un ormone stimolato dai segnali nervosi. Si sente l’esigenza di spingere e la spinta è sempre più forte e duratura.

La fase espulsiva può durare dai venti minuti fino a un’ora. In genere, a meno che non sia in posizione podalica, esce prima la testa del bambino e poi tutto il colpo. Quando il bambino esce, sono espulsi contestualmente o con poche spinte successive, anche la placenta e il cordone ombelicale.

Foto | Thinkstock

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