Tocofobia, paura del parto: consigli per superarla

Paura del parto, paura di partorire. È normale, la donna lo sa, eppure arrivate al nono mese è davvero difficile tenere a mente i consigli che ci hanno dato le altre mamme e i consigli che noi stesse abbiamo fornito. La tocofobia è una malattia che colpisce tutte le donne incinte, indipendentemente dal fatto che sia il primo, il secondo o il terzo figlio. È l’evento che preoccupa.

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Una donna che abbia avuto una gravidanza serena e senza problemi, quando è ora di entrare in sala parto, inizia a chiedersi se farà male, se il bambino avrà problemi, se il corpo cambierà aspetto in modo irreversibile e via dicendo. Le questioni estetiche, in fondo, lasciano il tempo che trovano: la donna che diventa mamma cambia di certo, ma molti uomini apprezzano con più passione la femminilità espressa da chi ha un bambino.

Torniamo quindi all’evento “parto” per dire che al nono mese, l’eccitazione e l’emozione legata alla scoperta di essere incinte, lascia spazio alla tensione e all’angoscia. A questo punto come si supera la tocofobia? Le strade sono due: o si esternano e si condividono le proprie preoccupazioni, oppure si consulta uno specialista. In questo secondo caso il consiglio è di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.

Se al contrario, il fatto di andare da uno specialista, vi rende ancora più nervose, allora dovete trovare il modo di confidarvi con chi ha già superato la paura del parto o con chi, come voi, sta affrontando questa nuova fase della vita. I corsi preparto, organizzati spesso dai consultori, diventano un’occasione d’incontro unica. È qui che ci si confronta con le paure delle altre mamme, con i problemi riscontrati in gravidanza, con gli specialisti pronti a focalizzare l’attenzione sui particolari importanti.

Non riuscite per lavoro o per timidezza a confrontarvi in modo così aperto? Allora tenete a mente soltanto una cosa: il parto fa male, i dolori del parto non somigliano a nessun altro dolore, ma se da sempre è così che nasce una nuova vita, forse vorrà dire che non c’è niente di patologico, ma la sensazione di dolore è fisiologica, passa, si dimentica, si supera occupandosi del bambino.

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