Zaina Erhaim, la giornalista che racconta le donne siriane

Zaina Erhaim

Abbiamo parlato spesso del coraggio delle donne che si ribellano ad un sistema patriarcale che le schaccia ma finora non era emersa una figura femminile simbolica del contesto siriano, che da 6 anni è flagellato da una cruenta guerra. Poi è arrivata Zaina Erhaim, candidata al Premio per la Libertà d’Espressione 2016 indetto da Index on Censorship.

Il premio sarà consegnato ad Aprile e Zaina è stata scelta per il suo impegno nella formazione giornalistica di donne che oggi, di fatto, sono la primaria fonte di notizie provenienti dal paese. La giornalista, appena trentenne, coordina progetti giornalistici in Siria per IWPR, l’Istituto di Informazione su Guerra e Pace.

Nata a Idlib, formata in giornalismo a Damasco e specializzata in giornalismo internazionale a Londra, dopo alcuni anni alla BBC è tornata ad Aleppo nel 2013 per seguire il fronte di guerra. Scrive per diverse testate ma soprattutto organizza corsi di formazione per citizen journalists. Ne ha formati circa 100, 30 dei quali sono donne che oggi si occupano di raccogliere e diffondere notizie di prima mano dalle città in guerra.

Tra gli altri lavori realizzati dalla instacabile e coraggiosa Zaina c’è un documentario che racconta le donne ribelli siriane e intitolato proprio Syria’s Rebellious Women. Le protagoniste del filmato sono giovani attiviste che non fuggono dalla guerra ma dedicano la propria vita ad un paese prostrato. In un’intervista al Guardian la Erhaim ha detto:

“Tra 10 anni vorrei che le giovani che cercheranno informazioni in internet su cos’è successo in Siria in questi anni trovassero le prove del ruolo svolto dalle donne. È solo questo il motivo per cui ho girato questo film e per cui tante donne hanno rischiato la loro vita per prendervi parte.”

Il documentario ha richiesto 18 mesi di lavoro per raccogliere le testimonianze di 5 donne che documentano la guerra partecipando in prima linea al soccorso alla popolazione, diventando protagoniste proprio in un paese in cui le donne

“si sentono spesso dimenticate” oppure “sono attaccate per atteggiamenti considerati inaccettabili da una morale sempre più rigida.”

Photo credits | Getty Images

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