La violenza delle parole contro le donne

La violenza contro le donne è contro le donne, a prescindere da tutto il resto. Un interessante video che circola in questi giorni su Youtube e sui social network, spiega meglio il concetto.

Il video si chiama “In media (iusta) stat virtus” e si propone di garantire l’uso di un’informazione corretta, anche a livello terminologico, per evitare che si stigmatizzino le vittime.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=_KOqkcKMmp8]

Una giusta informazione, si dice nella didascalia del video, e un uso corretto delle parole, sono gli ingredienti indispensabili per contribuire al cambiamento della cultura.

Un’informazione corretta, non stigmatizza le vittime, per cui, per esempio, a livello informativo non bisogna scrivere “strangola una prostituta”, ma “strangola una donna”. Questo è l’esempio presente nel video che spiega meglio:

“la violenza contro le donne non c’entra niente con le loro abitudini, professioni, orientamenti sessuali, vizi e virtù. La violenza contro le donne è violenza contro l’essere donna”.

Non è una questione di genere e non è una questione di poco conto se si vanno a vedere i numeri del femminicidio. Il Ministero dell’Interno, l’8 marzo scorso, ha parlato di 177 donne uccise, anche se non si può parlare soltanto di femminicidi. Un articolo molto interessante sul blog del Fatto quotidiano, parla di retorica governativa e della tendenza a gonfiare i numeri in buona fede.

Per tutte le donne che sono vittime di violenza e vogliono ottenere un supporto sul territorio, è attivato un call center del Centro Antiviolenza che risponde al numero gratuito 1522.

Foto | Thinkstock

 

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