donne di successo scelgono gli uomini sbagliati

Le donne di successo scelgono gli uomini sbagliati

donne di successo scelgono gli uomini sbagliati

Le chiamano donne alfa, hanno una carriera brillante, personalità forte, la capacità di ottenere ruoli professionali di responsabilità superando gli uomini eppure sbagliano in campo sentimentale: le donne di successo scelgono gli uomini sbagliati e lo dimostra la dottoressa Sonya Rhodes, psicoterapeuta esperta in relazioni di coppia.

Il suo libro The Alpha Woman Meets Her Match, disponibile anche in ebook ma per il momento solo in lingua inglese, spiega che le donne alfa – corrispondenti femminili degli uomini alfa – hanno capacità eccellenti in tutti gli ambiti meno che in quello sentimentale.

Sono spesso single oppure vivono relazioni infelici per via del fatto che tendono a scegliere uomini della stessa tipologia, creando un conflitto e una lotta per il potere che non funziona mai nella vita di coppia.

Secondo la dottoressa Rhodes la donna alfa cerca un uomo che le somigli, che sia alla sua altezza, abbia una carriera di successo e una personalità brillante. Il problema è che queste relazioni sono destinate al fallimento visto che la definizione stessa di alfa impone che una sola persona eserciti una leadership. Un equilibrio diverso è impossibile da mantenere tra due personalità forti.

Le donne alfa dunque dovrebbero rassegnarsi a cercare il proprio compagno tra gli uomini beta? Proprio così, suggerisce la Rhodes che di esperienza ne ha accumulata parecchia in molti anni di terapie di coppia in cui ha visto passarle davanti una vasta rassegna di relazioni sbagliate.

Le donne di oggi sono forti, decise e sicure di sé ma temono di essere in ritardo sulla tabella di marcia sentimentale perché si sono preoccupate di costruirsi una carriera trascurando il cuore. Sentono di avere fretta di trovare un compagno e mettere su famiglia ma optano puntualmente per il maschio alfa.

Eppure stando alla descrizione della Rhodes il maschio beta non è poi così male. Lungi dall’essere un uomo sottomesso e debole, è invece una persona che non si tira indietro né davanti alle sfide del lavoro né di fronte ad un pannolino sporco o ad una cena da preparare. Pare proprio che ci guadagneremmo a cercare un uomo beta anziché concentrarci con gli uomini alfa, no?

Resta fermo il fatto che le etichette e le suddivisioni così nette sono sempre e solo etichette, che aiutano a dare ordine ai pensieri ma non rappresentano e non esauriscono la realtà. Di uomini come di donne c’è una varietà grande quanto il mondo stesso. E il fattore fortuna, nell’incontrare la persona giusta, sfuggirà comunque alle nostre manie di controllo.

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10 motivi uscire donna senza make up

10 motivi per uscire con una donna senza make up

donna struccata (7)

Senza trucco e senza inganno, ecco 1o motivi per uscire con una donna senza make up. Nella sua semplicità questo tipo di donna è una delle più belle e interessanti con le quali avere a che fare.

misty copeland prima etoile di colore

Misty Copeland sarà la prima etoile di colore della danza?

misty copeland prima etoile di colore

Misty Copeland si è guadagnata un posto tra le donne più influenti del mondo sul Time ma potrebbe diventare a breve anche la prima etoile di colore della danza classica. La nomina è attesa per il 4 Luglio all’American Ballet Theatre di cui la ballerina è già solista dal 2007.

La sua è la storia di chi ce l’ha fatta superando tutti i limiti, i pregiudizi, le difficoltà e se anche non dovesse raggiungere il riconoscimento più ambito per una danzatrice classica, comunque sarà arrivata più lontano di molte altre che l’hanno preceduta.

Nata in Missouri da una famiglia povera e numerosa, ha lotatto con i denti e tutta la sua forza di volontà per affermarsi. Pur avendo iniziato a studiare danza solo a 13 anni, un’età ormai tarda per le ballerine classiche, ha ottenuto presto riconoscimenti e successo, arrivando a diventare una solista del prestigioso American Ballet Theatre di New York.

In tutta la sua lunga storia, il celebre balletto americano non ha mai avuto una etoile di colore ma d’altronde fino a Obama l’America non aveva mai avuto un presidente nero. La sua nomina a prima ballerina sarebbe un segnale forte in un periodo in cui si assiste alla recrudescenza dell’odio razziale.

Intanto Misty ha vinto già più di una battaglia personale arrivando ad ottenere risultati di alto livello pur essendo – con le sue parole – “nera, bassa e formosa.” Ha raccontato la sua storia nell’autobiografia Life in Motion, sui social media è seguitissima e di recente è stata anche la prima Odette afroamericana ne Il lago dei Cigni.

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donne iraniane senza velo su Facebook

Le donne iraniane senza velo su Facebook

donne iraniane senza velo su Facebook

È in corso una pacifica invasione, sono le donne iraniane senza velo su Facebook: mostrano i capelli ribellandosi ad una legge che impone loro di coprire il capo sin da 1983. Secondo il Codice Penale della Repubblica Islamica dell’Iran tutte le donne in pubblico devono indossare l’hijab o sono passibili di pene che vanno dai 10 giorni ai 2 mesi di reclusione o a sanzioni pecuniarie. Nel 2014 solamente oltre 3.5 milioni di donne hanno subito avvertimenti o l’arresto per via di un abbigliamento ritenuto inappropriato secondo la morale. Oggi le donne iniziano a dire basta.

Lo fanno servendosi della Rete, un potente mezzo a disposizione dei messaggi di gruppi di attivisti che vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulle tematiche che stanno loro a cuore. In questo caso l’onda lunga sul web è stata iniziata dalla giornalista iraniana Masi Alinejad che ha creato il gruppo su Facebook dal titolo My Stealthy Freedom. Lo scopo è quello di incoraggare le donne a pubblicare immagini di se stesse con i capelli scoperti.

Indossare l’hijab, dicono con forza le donne, deve essere una scelta e non un’imposizione sancita da una legge che prevede pene così severe. La libertà delle donne è ancora fortemente in discussione in paesi come l’Iran e questa battaglia lo dimostra.

La pagina Facebook ha raggiunto più di 840.000 like nel giro di pochi giorni dimostrando che il mondo del web è sempre pronto a schierarsi con forza a favore della libera scelta. Dal canto loro le donne iraniane coinvolte nell’acceso dibattito spiegano che non si tratta di una questione semplice da risolvere. Molte donne infatti vogliono indossare l’hijab, pensano sia giusto e lo accettano di buon grado, considerandolo un simbolo di identità religiosa. Dovrebbe però rimanere una scelta personale e non un obbligo di legge.

Una donna sulla banconota da 10 dollari

Una donna sulla banconota da 10 dollari

Una donna sulla banconota da 10 dollari

Dal 2020 ci sarà una donna sulla banconota da 10 dollari: la notizia arriva dagli Stati Uniti che ha finalmente approvato questa decisione dopo molti appelli e infiniti sondaggi sul personaggio che avrebbe rappresentato le donne su una banconota.

La scelta dell’effigie da ritrarre sulla banconota è ancora in fieri attraverso un concorso di idee pubblico che ha chiesto di segnalare un personaggio le cui qualità rappresentano la democrazia americana. Al dibattito si può partecipare attraverso l’hashtag #TheNew10.

Le nuuove banconote saranno stampate a partire dal 2020, nel centesimo anniversario dell’approvazione di un emendamento della Costituzione americana che ha riconosciuto il diritto di voto alle donne.

Fino ad ora solo due donne influenti sono state raffigurate su una banconota. Si tratta di Martha Washington e di Sacagawea, che però condivideva la scena con altri personaggi. Altre figure femminili tuttavia hanno conquistato nel tempo gli onori della zecca, ma solo su monete celebrative.

La rosa di nomi attuale prevede le attiviste per i diritti degli afroamericani Rosa Parks e Harriet Tubman, la first lady Eleanor Roosevelt, la prima donna a capo di un consigli di nativi americani Wilma Mankiller.

Lo scopo, secondo il ministero del Tesoro americano, è quello di scegliere una donna che sintetizzi in sé i valori democatici inclusivi tipici della società americana. Su tanta inclusività nutriamo qualche dubbio ma è apprezzabile la scelta di dedicare ad una donna una banconota tradizionalmente dominio di personaggi maschili.

Tra chi applaude la scelta di portare la parità dei sessi sulle banconote c’è anche chi pensa che tutto questo non serva effettivamente ad affermare alcuna parità, ha invece il gusto di una concessione benevola e di una mossa meramente politica e molto furba. Tanto più che, a quanto pare, la banconota sarà condivisa con il suo attuale protagonista, il padre fondatore Alexander Hamilton.

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10-motivi-uscire-donna-seno-grosso

10 motivi per uscire con una donna dal seno grosso

donne seno grosso (6)

10 motivi per uscire con una donna dal seno grosso? Abbiamo l’impressione che ogni uomo sarebbe in grado di trovarne almeno il quadruplo, destreggiandosi tra il serio ed il gaudente. Noi  abbiamo scelto per voi quelli più… socialmente accettabili.

Ricomincio da Me, prima sede a Milano dell’ente no profit

Inaugurazione- taglio del nastro

L’Associazione culturale Ricomincio da me apre i battenti a Milano e inaugura la sua prima sede in Italia. Una start up tutta al femminile, Ricomincio da me è la prima realtà associativa  che ha la missione di promuovere, supportare e incentivare l’auto-realizzazione delle donne, grazie a un team di professioniste esperte in vari ambiti.

Ventuno donne libere professioniste che per prime sono state protagoniste di un cambiamento di rotta nella loro vita. Mettendo in campo le proprie competenze e il bagaglio di esperienza personale e lavorativa, saranno loro a guidare altre donne in un percorso di miglioramento a partire dalla valorizzazione delle potenzialità.

Le coach-tutor del team me supporteranno ogni donna che vorrà associarsi in un cammino di crescita personale, per ognuno differente, individuando insieme gli obiettivi da raggiungere.

Sei le macro-aree di intervento consulenziale, in base agli orientamenti professionali: Obiettivo business donna (con sessioni pensate per chi vuole mettersi in gioco dal punto di vista lavorativo), Obiettivo immagine (incontri legati alla valorizzazione del proprio fisico e della propria immagine), Obiettivo donna (incontri che mirano all’auto-realizzazione attraverso il coaching), Obiettivo realizzazione sentimentale, Obiettivo No Stress (sedute per ritrovare il benessere psicofisico e rilassarsi).

Non mancheranno poi momenti di formazione di gruppo, corsi, eventi in città e fuori, workshop, offerte e convenzioni, serate a tema, pensati tutti per le donne che vogliono trovare o ri-trovare la propria strada e guardare il futuro con occhi nuovi, prendendo in mano la loro vita (Obiettivo socializzazione).

Presente a Milano all’inaugurazione della prima sede la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità del Comune di Milano, Francesca Zajczyk, che ha sottolineato l’impegno e l’entusiasmo dell’Associazione nell’aver aderito, tra le prime, al progetto “Donne per Milano, Milano per le Donne”, una vetrina di iniziative, progetti ed eventi per le donne nel territorio milanese promossa dal Comune di Milano in concomitanza con Expo 2015.

Elena Elia, la fondatrice di Ricomincio da me, racconta la sua personale storia e come sia nata l’idea di un’Associazione di donne per le donne: Ho studiato ingegneria chimica e dopo 13 anni di lavoro in azienda, talvolta alienante, mi sono accorta di non essere felice e di voler dare una svolta alla mia vita. Dopo aver preso un anno sabbatico in cui ho viaggiato in tutto il mondo, ho intrapreso un percorso come life-coah. Ragionando su cosa volessi fare, ho trovato altre donne con la mia stessa voglia di ripartire da se stesse.

Da qui è nata l’idea di una community al femminile pensata per confrontarsi, creare una rete e condividere esperienze con lo scopo di migliorare il livello qualitativo di vita delle donne. Crediamo profondamente nella complicità femminile, nella forza e nella sinergia di tante meravigliose unicità.

Milano è solo la prima tappa. Parte oggi, infatti, il progetto “Ricomincio da me 2.0”: una piattaforma interattiva per rendere i servizi dell’Associazione disponibili virtualmente in tutta Italia.
“In base ad alcune statistiche del nostro sito e della pagina Facebook, abbiamo riscontrato grande interesse rispetto ai valori e alla missione dell’Associazione. Abbiamo quindi implementato un portale che darà la possibilità alle donne che si associano da altre città di usufruire della consulenza delle professioniste anche a distanza, attraverso webinar o skype. Ci auguriamo a breve di aprire altre sedi in tutte le principali città italiane”.

La prima di queste, inaugurata proprio a Milano in via Giacomo Venezian 18, è il punto di partenza e il primo luogo d’incontro per chi desidera associarsi.

Presso la sede di Milano, insieme a professioniste esperte in vari settori, si potrà prendere parte a tante iniziative che abbracciano un po’ ogni sfera della realizzazione personale: incontri (individuali e/o di gruppo) di coaching, leadership femminile, teatro esperienziale, training, yoga, alimentazione psicosomatica, consulenza professionale e tanti altri ancora. Online il calendario di tutti i corsi e le prossime iniziative.

Foto | Ricomincio da me ufficio stampa

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#DespiteBeingAWoman, perché c’è ancora bisogno di femminismo

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Si fa presto a rendere globale un hashtag, specialmente quando riguarda questioni di genere suscitate da una polemica accesa e infuocata: #DespiteBeingAWoman nasce da una protesta che ha già diversi antecedenti.

Hanno iniziato le donne turche contro il premier della Turchia Erdogan, accusato di atteggiamenti sessisti. Non è neppure la prima volta che l’incauto politico si lascia a andare a dichiarazioni del genere ma questa volta la causa sta assumendo proporzioni più grandi.

Il movimento sui social media è partito dall’hashtag turco #sirtimizidonuyoruz che significa “voltiamo le spalle” e che ha fatto parte dei più ampi movimenti femminili nel paese contro il partito rappresentato da Erdogan in vista delle elezioni parlamentari.

hashtag despitebeingawoman

Intanto anche il primo ministro indiano Narendra Modi si è lasciato andare a dichiarazioni sessiste, suscitando le ire delle donne con un maldestro commento travestito da complimento al primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina, che iniziava con “despite the fact that she is a woman” (letteralmente: nonostante sia una donna).

Per protestare contro questo continuo bombardamento di stupidità su base sessista le donne hanno lanciato l’hashtag #DespiteBeingAWoman riprendendo le parole del ministro indiano e sottolineando le conquiste umane, sociali, scientifiche, politiche, culturali e storiche delle donne, di ieri e di oggi.

La reazione è stata massiccia e virale, il tag si è sparso ai quattro angoli del mondo e ha suscitato risposte ora ferocemente ironiche, ora più risentite, talvolta serene della forza inoppugnabile della realtà: le donne hanno già dimostrato il loro valore contro qualunque discriminazione sessista eppure è tristemente chiaro che c’è ancora bisogno di femminismo.

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