Nudi di donne per non fare votare Trump

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Un altro tassello alla campagna elettorale americana che dall’avvento di Trump è sicuramente più colorita che in passato. Il progetto si chiama “Tramps against Trump” e promette a tutti coloro che si recano a votare e votano chiunque tranne Donald, la foto di una donna o di un uomo nudo. 

club del libro femminista di emma watson

Il club del libro femminista di Emma Watson

club del libro femminista di emma watson

Emma Watson è diventata una vera icona del femminismo dopo il suo discorso alle Nazioni Unite sulla parità di genere in cui è impegnata in prima persona sul campo. Oltre ad essere una bravissima attrice, diventata celebre nel ruolo di Hermione Granger di Harry Potter che ha saputo anche superare con successo, ora fonda un club del libro femminista.

L’idea è stata lanciata su Twitter dall’attrice stessa che ha chiesto ai propri follower, oltre 20 milioni, di far parte dell’iniziativa suggerendole un nome adatto a questa nuova avventura. La reazione è stata immediata e immensa, migliaia i consigli arrivati, alcuni molto creativi e altri più arzigogolati o oscuri.

Tra chi la invitava a coinvolgere altri personaggi del mondo dello spettacolo – da Taylor Swift a JK Rowling, già invitate – e chi le suggeriva più o meno seriamente di attingere all’immaginario di Harry Potter a cui ancora la si lega, c’è stata anche qualche proposta interessante tra cui fEmmanist book club, forse il nostro preferito tra tutti.

In gallery abbiamo raccolto alcune delle reazioni più belle viste su Twitter nei giorni seguenti all’annuncio, con suggerimenti e commenti di vario genere a cui la stessa attrice si è premurata di rispondere per chiedere chiarimenti o ringraziare.

A vincere su tutte le proposte è stato il nome Our shared Shelf, è stato chiamato proprio così il club del libro per lettrici consapevoli e impegnate gestito da Emma Watson. Lo scaffale virtuale è già su Goodreads, il social network dei lettori, presentato da una lettera della stessa Watson che racconta perché ha scelto di fondare un club del libro dedicato alle letture femministe:

“Cari lettori,
come membro delle Nazioni Unite per le Donne ho iniziato a leggere molti libri e saggi sulla parità di genere, tutti quelli su cui sono riuscita a mettere le mani. C’è moltissimo materiale interessante! Divertente, d’ispirazione, triste, capace di indurre alla riflessione, di renderci più forti! Ho scoperto così tante cose che a volte mi sembra che la mia testa stia per esplodere… Ho deciso di dare vita ad un club del libro femminista per condividere quello che ho imparato e ascoltare ciò che pensate voi.”

Un libro al mese seguito da un dibattito per una settimana alla fine del mese nel quale saranno coinvolti, quando possibile, gli autori dei titoli o altre voci autorevoli sull’argomento. Un’occasione di confronto da non perdere.

Photo Credits | Denis Makarenko / Shutterstock.com e Twitter

the future is female

Secondo Cara Delevingne The Future is Female

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Prendi Cara Delevingne e la sua immensa popolarità sui social, aggiungi uno slogan che si fa notare ed ecco servita la controversia della settimana. La top model e attrice è stata accusata di aver utilizzato un design protetto da copyright lanciando il suo messaggio The Future is Female su Instagram.

Cominciamo dal principio. Anzi dalla premessa. La causa è nobile, lo scopo benefico, il personaggio non ha certo bisogno di appropriarsi della proprietà di nessuno essendo ricca sfondata e piuù che celebre. Il messaggio d’altro canto è di quelli universali, chi di noi non ha mai pensato che il futuro appartenga alle donne? Insomma, l’affermazione The Future is Female non può certo appartenere a nessuno, eppure appartiene a tutte.

La Delevingne ha sfoggiato una t-shirt con questa frase sul proprio account Instagram e dopo una valanga di richieste da parte dei suoi followers ha deciso di mettere in vendita la maglietta, riproducendola in molte copie, per donare i proventi delle vendite all’associazione Girl Up!

Immediatamente si è scatenato il finimondo, nonostante le buone intenzioni della modella: i suoi stessi fan, o almeno una parte di essi, si sono rivoltati contro la sua iniziativa giudicandola in malafede visto che nel frattempo era saltata fuori un’altra verità, cioè che la t-shirt è stata creata originariamente da Otherwild, un piccolo laboratorio con negozietto californiano che ha rivendicato la proprietà del design.

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Lo slogan The Future is Female è stato in realtà ideato da Labyris Books, la prima libreria femminista aperta a New York nel 1972. Otherwild ha utilizzato la fotografia della cantante Alix Dobkin scattata dalla sua compagna Lisa Cowan mentre indossa la maglietta nel 1975, chiedendo regolarmente il permesso di ridisegnare la t-shirt e ottenendo la relativa licenza, protetta dunque dalla legge sul copyright.

I fan quindi avevano ragione ma tanto chiasso non è ancora servito a chiarire se la Delevingne abbia effettivamente acquistato questa t-shirt da Otherwild, se abbia chiesto un permesso per riprodurla e venderla, se sia possibile in termini di legge. Noi però siamo sicure di una cosa: le donne andranno lontano e il futuro apparterrà a loro ma quanta strada ancora c’è da fare se dal 1972 a oggi non abbiamo ancora imparato a rispettarci a vicenda.

Photo | Instagram

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#DespiteBeingAWoman, perché c’è ancora bisogno di femminismo

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Si fa presto a rendere globale un hashtag, specialmente quando riguarda questioni di genere suscitate da una polemica accesa e infuocata: #DespiteBeingAWoman nasce da una protesta che ha già diversi antecedenti.

Hanno iniziato le donne turche contro il premier della Turchia Erdogan, accusato di atteggiamenti sessisti. Non è neppure la prima volta che l’incauto politico si lascia a andare a dichiarazioni del genere ma questa volta la causa sta assumendo proporzioni più grandi.

Il movimento sui social media è partito dall’hashtag turco #sirtimizidonuyoruz che significa “voltiamo le spalle” e che ha fatto parte dei più ampi movimenti femminili nel paese contro il partito rappresentato da Erdogan in vista delle elezioni parlamentari.

hashtag despitebeingawoman

Intanto anche il primo ministro indiano Narendra Modi si è lasciato andare a dichiarazioni sessiste, suscitando le ire delle donne con un maldestro commento travestito da complimento al primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina, che iniziava con “despite the fact that she is a woman” (letteralmente: nonostante sia una donna).

Per protestare contro questo continuo bombardamento di stupidità su base sessista le donne hanno lanciato l’hashtag #DespiteBeingAWoman riprendendo le parole del ministro indiano e sottolineando le conquiste umane, sociali, scientifiche, politiche, culturali e storiche delle donne, di ieri e di oggi.

La reazione è stata massiccia e virale, il tag si è sparso ai quattro angoli del mondo e ha suscitato risposte ora ferocemente ironiche, ora più risentite, talvolta serene della forza inoppugnabile della realtà: le donne hanno già dimostrato il loro valore contro qualunque discriminazione sessista eppure è tristemente chiaro che c’è ancora bisogno di femminismo.

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Women against feminism, le donne ora dicono no al femminismo

femminismoSi chiama Women against feminism ed è una pagina Facebook destinata a far discutere. E non poco.  Con oltre 20 mila Mi piace e un hashtag su Twitter (#womenagainstfeminism) in continua crescita, Women against feminism dà voce alle donne più diverse che si lasciano fotografare con un cartello in mano dove espongono i motivi della loro avversione al femminismo. Qualche esempio?