Holly Madison, ex coniglietta racconta Playboy e la vita di inferno con Hefner

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“E’ stato più veloce di quanto pensassi, talmente breve che non mi sono neanche accorta di aver sopra di me un corpo tanto pesante”, questa la dichiarazione di Holly Madison sul primo rapporto avuto con Mr. Hugh Hefner, patron di Playboy.

Quello appena citato è solo uno dei tanti episodi che l’ex coniglietta ha descritto nel suo libro «Down the rabbit hole» – dal 23 Giugno nelle librerie- in cui svela i dettagli della vita di inferno trascorsa nella casa di Hefner.

Holly è nata in una piccola città dell’Alaska e ha sempre visto il trasferimento a Los Angeles come la più grande occasione della sua vita. Purtroppo L.A., dove si era trasferita per l’ingresso a Playboy, è stata un’esperienza traumatica: tante ragazze ubriache che ballavano intorno «a un uomo vecchio, duro di udito e goffo».

Oggi Holly ha 35 anni e si pente della sua carriera da «coniglietta fissa» di Hefner.

«Tutto quello che aveva imparato della vita di Hefner e delle conigliette era un’illusione», afferma la Madison descrivendo una casa decadente con oli da bagno, fazzoletti e vasellina in ogni bagno e campo da tennis. Sempre nel libro, Holly descrive un programma blindato per tutte le conigliette. Infatti, per il compenso di 1.000 dollari settimanali, le ragazze avevano il coprifuoco alle nove di sera se non autorizzate ad uscire, con la clausola di avere rapporti sessuali con il padrone al rientro. Poco dopo, Holly racconta di aver chiesto ad Hefner il supporto psicologico di una specialista così da risolvere i ripetuti momenti di depressione, ma il compagno le ha negato tale richiesta.

La libertà tanto bramata arriva col successo del reality show «The Girls Next Door» con Hefner e le altre ragazze, e con l’offerta di partecipare al programma «Ballando con le stelle» nel 2009.

Fonte | La Stampa

Foto | Copyright: s_bukley x Shutterstock

Una donna sulla banconota da 10 dollari

Una donna sulla banconota da 10 dollari

Una donna sulla banconota da 10 dollari

Dal 2020 ci sarà una donna sulla banconota da 10 dollari: la notizia arriva dagli Stati Uniti che ha finalmente approvato questa decisione dopo molti appelli e infiniti sondaggi sul personaggio che avrebbe rappresentato le donne su una banconota.

La scelta dell’effigie da ritrarre sulla banconota è ancora in fieri attraverso un concorso di idee pubblico che ha chiesto di segnalare un personaggio le cui qualità rappresentano la democrazia americana. Al dibattito si può partecipare attraverso l’hashtag #TheNew10.

Le nuuove banconote saranno stampate a partire dal 2020, nel centesimo anniversario dell’approvazione di un emendamento della Costituzione americana che ha riconosciuto il diritto di voto alle donne.

Fino ad ora solo due donne influenti sono state raffigurate su una banconota. Si tratta di Martha Washington e di Sacagawea, che però condivideva la scena con altri personaggi. Altre figure femminili tuttavia hanno conquistato nel tempo gli onori della zecca, ma solo su monete celebrative.

La rosa di nomi attuale prevede le attiviste per i diritti degli afroamericani Rosa Parks e Harriet Tubman, la first lady Eleanor Roosevelt, la prima donna a capo di un consigli di nativi americani Wilma Mankiller.

Lo scopo, secondo il ministero del Tesoro americano, è quello di scegliere una donna che sintetizzi in sé i valori democatici inclusivi tipici della società americana. Su tanta inclusività nutriamo qualche dubbio ma è apprezzabile la scelta di dedicare ad una donna una banconota tradizionalmente dominio di personaggi maschili.

Tra chi applaude la scelta di portare la parità dei sessi sulle banconote c’è anche chi pensa che tutto questo non serva effettivamente ad affermare alcuna parità, ha invece il gusto di una concessione benevola e di una mossa meramente politica e molto furba. Tanto più che, a quanto pare, la banconota sarà condivisa con il suo attuale protagonista, il padre fondatore Alexander Hamilton.

Photo Credits | Chutima Tunarang / Shutterstock.com

Ricomincio da Me, prima sede a Milano dell’ente no profit

Inaugurazione- taglio del nastro

L’Associazione culturale Ricomincio da me apre i battenti a Milano e inaugura la sua prima sede in Italia. Una start up tutta al femminile, Ricomincio da me è la prima realtà associativa  che ha la missione di promuovere, supportare e incentivare l’auto-realizzazione delle donne, grazie a un team di professioniste esperte in vari ambiti.

Ventuno donne libere professioniste che per prime sono state protagoniste di un cambiamento di rotta nella loro vita. Mettendo in campo le proprie competenze e il bagaglio di esperienza personale e lavorativa, saranno loro a guidare altre donne in un percorso di miglioramento a partire dalla valorizzazione delle potenzialità.

Le coach-tutor del team me supporteranno ogni donna che vorrà associarsi in un cammino di crescita personale, per ognuno differente, individuando insieme gli obiettivi da raggiungere.

Sei le macro-aree di intervento consulenziale, in base agli orientamenti professionali: Obiettivo business donna (con sessioni pensate per chi vuole mettersi in gioco dal punto di vista lavorativo), Obiettivo immagine (incontri legati alla valorizzazione del proprio fisico e della propria immagine), Obiettivo donna (incontri che mirano all’auto-realizzazione attraverso il coaching), Obiettivo realizzazione sentimentale, Obiettivo No Stress (sedute per ritrovare il benessere psicofisico e rilassarsi).

Non mancheranno poi momenti di formazione di gruppo, corsi, eventi in città e fuori, workshop, offerte e convenzioni, serate a tema, pensati tutti per le donne che vogliono trovare o ri-trovare la propria strada e guardare il futuro con occhi nuovi, prendendo in mano la loro vita (Obiettivo socializzazione).

Presente a Milano all’inaugurazione della prima sede la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità del Comune di Milano, Francesca Zajczyk, che ha sottolineato l’impegno e l’entusiasmo dell’Associazione nell’aver aderito, tra le prime, al progetto “Donne per Milano, Milano per le Donne”, una vetrina di iniziative, progetti ed eventi per le donne nel territorio milanese promossa dal Comune di Milano in concomitanza con Expo 2015.

Elena Elia, la fondatrice di Ricomincio da me, racconta la sua personale storia e come sia nata l’idea di un’Associazione di donne per le donne: Ho studiato ingegneria chimica e dopo 13 anni di lavoro in azienda, talvolta alienante, mi sono accorta di non essere felice e di voler dare una svolta alla mia vita. Dopo aver preso un anno sabbatico in cui ho viaggiato in tutto il mondo, ho intrapreso un percorso come life-coah. Ragionando su cosa volessi fare, ho trovato altre donne con la mia stessa voglia di ripartire da se stesse.

Da qui è nata l’idea di una community al femminile pensata per confrontarsi, creare una rete e condividere esperienze con lo scopo di migliorare il livello qualitativo di vita delle donne. Crediamo profondamente nella complicità femminile, nella forza e nella sinergia di tante meravigliose unicità.

Milano è solo la prima tappa. Parte oggi, infatti, il progetto “Ricomincio da me 2.0”: una piattaforma interattiva per rendere i servizi dell’Associazione disponibili virtualmente in tutta Italia.
“In base ad alcune statistiche del nostro sito e della pagina Facebook, abbiamo riscontrato grande interesse rispetto ai valori e alla missione dell’Associazione. Abbiamo quindi implementato un portale che darà la possibilità alle donne che si associano da altre città di usufruire della consulenza delle professioniste anche a distanza, attraverso webinar o skype. Ci auguriamo a breve di aprire altre sedi in tutte le principali città italiane”.

La prima di queste, inaugurata proprio a Milano in via Giacomo Venezian 18, è il punto di partenza e il primo luogo d’incontro per chi desidera associarsi.

Presso la sede di Milano, insieme a professioniste esperte in vari settori, si potrà prendere parte a tante iniziative che abbracciano un po’ ogni sfera della realizzazione personale: incontri (individuali e/o di gruppo) di coaching, leadership femminile, teatro esperienziale, training, yoga, alimentazione psicosomatica, consulenza professionale e tanti altri ancora. Online il calendario di tutti i corsi e le prossime iniziative.

Foto | Ricomincio da me ufficio stampa

Fuga in tacchi a spillo, la nuova commedia con Reese Witherspoon e Sofia Vergara

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Siamo nel Team Reese Witherspoon da tempi non sospetti. Parlo del 2002, anno in cui la giovane attrice di New Orleans interpretò l’indimenticabile Elle Woods ne La Rivincite delle bionde, film cult per tutte le ragazzine cresciute tra barbie e videoclip di MTV.

Negli ultimi anni, Reese ha dato prova di essere una delle più talentuose artiste hollywoodiane, arrivando ad interpretare due ruoli profondamente drammatici come quello di June Carter in Walk in the line (Oscar come miglior attrice protagonista nel 2006) e Cheryl Strayed in Wild. Due film che sento di consigliarvi vivamente.

E così dal 18 Giugno la Witherspoon ritorna sul grande schermo, ma lo fa con un ruolo comico cui non eravamo più abituati. Mi riferisco alla commedia Fuga in tacchi a spillo, ultima pellicola di Anne Fletcher con la Reese, Sofia Vergara, John Carroll Lynch e Robert Kazinsky.

L’ agente Cooper (Reese Witherspoon) è una poliziotta rigida e attenta alle regole. Non ha fidanzati, non segue la moda ed è popolare nel suo ambiente solo per un errore commesso ai danni del figlio del sindaco, che ha fatto coniare il termine cooperata. Dopo anni di confino amministrativo, Cooper ottiene finalmente un incarico importante che potrebbe donarle la credibilità professionale tanto bramata: dovrà scortare la moglie di un pentito ed ex narcotrafficante (Sofia Vergara) a Dallas. Purtroppo le due protagoniste finiranno vittima di un’imboscata e saranno costrette a fuggire tra proiettili e litigi continui.

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A metà tra Miss Detective (2000, Donald Petrie) e Mai stata baciata ( 1999, Raja Gosnell), Fuga in tacchi a spillo è un pink road movie, dove il vero punto di forza risiede nella coppia inedita e ben riuscita Vergara – Witherspoon. Tutto è costruito su di loro ma ciò non basta a far dimenticare le numerose imperfezioni presenti: trama scontata e prevedibile accompagnata da un dialogo farcito di cliché. Questo significa che si sorride spesso, ma senza essere travolti dall’entusiasmo. Un’occasione sprecata, quindi, se si considera la meticolosità con cui regista e sceneggiatrice sono riuscite a produrre un film pulito con punte di romanticismo e privo di ogni volgarità.

Fuga in tacchi a spillo non passerà alla storia come il miglior ruolo della Witherspoon, anche perché è difficile abituarsi nuovamente ai toni della commedia dopo la commozione per il personaggio di Cheryl (Wild). In fondo, però, è una di quelle commedie che sicuramente capiterà di vedere durante una giornata estiva al ritorno dal mare. Non c’è impegno, ma soprattutto non c’è trivialità, un vero miracolo se confrontate a molte produzioni cinematografiche degli ultimi anni.

Per ultimo, menzione speciale alle scarpe gioiello e ai vestiti di Sofia Vergara. Un sogno proibito per molte donne.

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Foto | Warner Bros Italia x Press

foto fitspo su instagram

Foto fitspo su Instagram, da tendenza a trucco smascherato

foto fitspo su instagram

C’è una vera invasione in corso di foto fitspo su Instagram: fitspo è una parola che unisce fitness e inspiration e riunisce sotto un’unica etichetta tutte le immagini che ispirano chi le vede a darsi una mossa e mettersi a fare sport.

Con il successo dei programmi di allenamenti casalinghi che promettono un corpo nuovo in una manciata di settimane, si sono moltiplicate anche le foto del prima e dopo pubblicate sui social network dalle persone comuni, per lo più donne. Ma sono sempre vere?

Sophie Kay è una blogger che si occupa di fitness e ha deciso di smascherare i trucchi dietro certe foto che fanno tendenza ma a volte nascondono una mistificazione. Spesso infatti sono proprio quelle immagini che convincono molte ragazze ad aderire a programmi di allenamento inadeguati e troppo pesanti, eseguiti senza alcuna preparazione fisica né il consiglio di un esperto. Tutto in nome di una forma fisica da raggiungere ad ogni costo, con ogni sforzo, ma preferibilmente in meno tempo possibile.

Tutto questo non fa che perpetuare il dominio di un ideale di bellezza standardizzato, e troppo spesso attestato su livelli di pericolosa magrezza, che in definitiva è lo stesso ideale contro cui su altri fronti combattiamo indignate. Possibile che non cogliamo questa contraddizione?

Sophie Kay ha dimostrato con una foto di se stessa come a volte la percezione del corpo possa cambiare radicalmente mettendosi nella posa giusta e fingendo risultati che non ci sono stati o non sono stati tanto radicali.

Intendiamoci, molte foto mostrano davvero un prima e un dopo con differenze sostanziali, né si possono accusare di mistificazione tutte le ragazze dotate di buona volontà nel mettersi alla prova e cambiare il proprio stile di vita, cominciando dallo sport. Ma questa scelta non dovrebbe essere una moda da seguire, quanto una spinta motivata da ragioni personali.

Intanto Sophie spiega di aver scattato le due foto a distanza di 3 minuti l’una dall’altra. Se non lo sapessimo penseremmo che ha fatto qualcosa per cambiare il suo fisico, migliorandolo con duri e lunghi allenamenti che lo hanno reso più snello e tonico. In effetti sì, ha migliorato l’aspetto del suo corpo ma semplicemente cambiando angolazione e aggiungendo un filtro. D’ora in poi guarderemo con altri occhi le foto fitspo.

Photo Credits | Instagram

cercare l'amore romantico

6 motivi per smettere di cercare l’amore romantico

cercare l'amore romantico

Da quando siamo bambine sogniamo l’arrivo del principe azzurro e ci impegniamo a cercare l’amore romantico a cui abbiamo imparato a credere leggendo le favole, guardando i cartoni animati e i film d’amore, leggendo la grande letteratura.

Siamo talmente tanto intrise di convinzioni profondamente radicate sulla ricerca mai paga del grande amore che non ci accorgiamo quando è ora di smettere. Sì, a volte bisogna gettarla la fantomatica spugna e rassegnarsi a smettere di cercare l’amore romantico. Troppi svantaggi, chi ce lo fa fare?

Abbiamo individuato ben 6 buone ragioni per darci un taglio, è ora di guardare in faccia la cruda realtà, accettarla e andare avanti. Se le favole si rivelerano vere, l’amore arriverà quando meno te lo aspetti e dunque appena smetterai di cercarlo (una favola in se stessa e noi allocche ci caschiamo regolarmente).

L’amore romantico svanisce

Lo hanno detto tutti, dagli specialisti ai vostri amici più cari, che l’amore con il tempo sbiadisce, diventa una pallida ombra di se stesso, si trasforma in qualcos’altro che non è detto sia meno solido o appagante ma è qualcosa di diverso. Non più quello che volevamo, lo vogliamo ancora?

L’amore romantico fa male

Quanto è vero: che ci manchi o che l’abbiamo, la sofferenza è inestricabilmente legata all’amore, specialmente quando viene troppo idealizzato e non corrisponde minimamente alla ben più prosaica realtà. I poeti ce lo ripetono dalla notte dei tempi, com’è possibile che non abbiamo ancora imparato la lezione?

L’amore romantico è un ideale

Per l’appunto, non è detto che l’idea si traduca in realtà. Passiamo parte della nostra adolescenza a sognare di innamorarci e quando succede ci resta spesso l’amaro in bocca, non era mica così che lo avevamo chiesto.

L’amore romantico è immaturo

La verità è che quando siamo innamorate perdiamo completamente la testa e non è solo un modo di dire visto che la ragione ne approfitta per prendersi una lunga vacanza e cominciamo, o ricominciamo, a fare cose che il cuore comanda ma la testa disapproverebbe con decisione (se solo fosse presente).

L’amore romantico provoca gelosia

Non è automatico ma altamente probabile che si sviluppi di pari passo una potente, pericolosa, dilaniante gelosia. Che non fa bene né al rapporto né a noi stesse, naturalmente. Neanche riusciamo a spiegarci come mai siamo diventate così possessive se siamo sempre state perfettamente ragionevoli. La motivazione è la stessa del punto precedente: ripetiamola come un mantra.

L’amore romantico è un gioco al massacro

Nella fase di corteggiamento è un continuo sfinimento di strategie, giochi di potere, arresti e rincorse. Si innescano meccanismi del tipo: se non mi chiama prima lui, non lo richiamo di certo (ma vivo con il cellulare perennemente davanti agli occhi nel caso dovessi perdermi la telefonata o il messaggio); se non fa il prossimo passo, lascio perdere (ma intanto mi consumo fino al midollo).

Photo Credits | unverdorben jr / Shutterstock.com

bonus matrimonio 25000 euro a chi si sposa

25.000 euro a chi si sposa, è vero?

bonus matrimonio 25000 euro a chi si sposa

Sta facendo il giro del web ed è la notizia del momento: riguarda un ipotetico bonus matrimonio di 25.000 euro a chi si sposa entro il 2015. La speranza di ottenere il sostanzioso premio sta stuzzicando tutti i promessi sposi che intendono convolare a nozze entro l’anno e chissà che non finisca per convincere anche i più titubanti a comprare il famoso anello di fidanzamento per la propria fidanzata, decidendosi a farle la proposta.

Ci duole svelare che non si tratta di una vera notizia e neanche di una lontana speranza legata a proposte di legge sostenute da minoranze che battagliano per i diritti delle coppie. È una bufala in circolazione ormai dalla primavera del 2014 e che, come talvolta accade, è tornata a galla dopo qualche mese di oblio.

Di cosa si tratta, esattamente? La falsa notizia, come si nota dallo screenshot tratto da bufalandia, cita un Piano per le politiche familiari approvato dalla Comunità Europea. Si offrirebbe un bonus matrimonio dalla cifra a dir poco allettante ai futuri sposi in grado di dimostrare di aver contratto matrimonio o progettare le nozze entro il 2015.

bufala bonus matrimonio

Per dare veridicità alla notizia si citano dati Istat e un fantomatico sportello informativo attivo presso le Prefetture, che in realtà non esiste (il SUE citato dalla notizia infatti è lo Sportello Unico per l’Edilizia e non lo Sportello Unico Europeo preposto a fornire moduli e informazioni per ottenere il bonus).

Fa riflettere il successo tanto longevo di questa bufala che è tornata a riempire le bacheche di Facebook dopo più di un anno, suscitando un grande clamore e non poche speranze. Segno che le politiche a sostegno della famiglia in Italia sono carenti e le giovani coppie sperano in un aiuto che possa incentivarle a mettere su casa.

Photo Credits | SunKids / Shutterstock.com

Helly Luv, la Shakira curda e il primo inno anti-Isis

 

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Helly Luv, classe 1988 è una cantante, ballerina, coreografa, attrice e modella curda. Ed è la prima popstar a firmare un inno anti-Isis. Helly si è esibita per le truppe peshmerga impegnate in Siria contro l’Isis, intonando Revolution, suo ultimo singolo nel quale indossa la divisa di una combattente curda che guida civili e militari contro gli aggressori.

Nel video ufficiale, la “Shakira curda” – come viene soprannominata – innalza striscioni con la scritta End the War e No Violence, mostrandosi con la kefiah biancorossa e battendosi coi peshmerga per difendere i villaggi dagli attacchi terroristici.

Sono voluta venire qui, fra i peshmerga, per fare qualcosa per loro, considerandomi una di loro. Il mondo deve unirsi ai peshmerga per battere Isis, ha dichiarato la cantante alla stampa, ribadendo il messaggio di Revolution.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=fLMtTQsiW6I]

Foto | Revolution video