Manuale semiserio di sopravvivenza per mamme stressate

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Avete presente quello che è successo a Naomi Jacobs? Questa mamma di Manchester, una notte di 7 anni fa ha perso la memoria per il troppo stress. Si è svegliata essendo convinta di avere 17 anni invece che 32. Un’amnesia importante causata dai ritmi forsennati imposti dalla maternità. Si può sopravvivere? Si può sopravvivere allo stress di essere mamme? Indubbiamente sì e visto che di manuali di sopravvivenza per mamme stressate sul web ce ne sono a bizzeffe, non potevamo esimerci dal cavalcare il luogo comune, ma con un po’ d’ironia che non guasta, anzi, aiuta!

1. La mamma perfetta è soltanto un’illusione

Questo vuol dire che non esisto?

Esistete eccome! Il problema è che si tende talmente tanto alla perfezione, in un tentativo apprezzabile di miglioramento, che si finisce per pensare di poter diventare mamme perfette. E invece la mamma perfetta non esiste e saperlo aiuta a fare i conti con le nostre mancanze. Non siamo riuscite a far brillare il pavimento? Non abbiamo stirato l’ultima camicia che era sull’appendino? I giocattoli sono tutti in disordine? Non importa. La mamma perfetta lo direbbe.

2. Trovare tempo per coltivare le proprie passioni

E se avevo questo tempo secondo te stavo stressata??!!

Il tempo c’è e la cosa bella è che passa anche se non ce ne accorgiamo, anche se non vogliamo. Tutto sta nel saper approfittare delle occasioni. Concedersi un’ora di lettura la sera, mentre gli altri si occupano della casa, non vi renderà una mamma degenere ma vi farà ritrovare l’abitudine a preoccuparvi di voi stesse. Se invece quell’oretta di pausa la passate a pensare alla cucina per i bambini, stirare gli abiti del partner, pagare le bollette, etc. Il discorso cambia e si rivolge contro di voi.

3. Il partner prima di tutto

Con tutto quello che c’è da fare? Allora siete voi i matti non io!

Mettere il partner in cima alla lista, dopo la nascita di uno o più figli, è forse la cosa più difficile da fare, perché in fondo il padre dei vostri figli è autonomo, autosufficiente e sa cavarsela mentre voi vi occupate dei ragazzi. Questo è senz’altro vero, ma è altrettanto vero che in due le cose si fanno più in fretta e qualche volta vengono anche meglio. Metterlo in cima alla lista, allora, potrebbe voler dire anche soltanto coinvolgerlo, chiedergli aiuto. È così deplorevole?

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