Anonimato per denunciare sospetti criminali sessuali. La proposta che non piace

giornata vs violenza donne

Secondo alcuni giuristi inglesi estendere l’anonimato nelle denunce a carico di sospetti criminali sessuali, può esere un modo per lanciare messaggi sbagliati sulla violenza sessuale e sull’importanza delle dichiarazioni delle vittime. 

Un gruppo di uomini famosi ha lanciato la proposta per cambiare la legge sui crimini sessuali. In pratica vorrebbero che fosse esteso l’anonimato alle denunce a carico di potenziali criminali e violentatori. Una campagna che però rischia di essere controproducente soprattutto considerando quel che è successo di recente con il caso di Ched Evans, giudicano non colpevole perché denunciato soltanto da vittime “anonime”.

Il problema nel caso delle violenze sessuali è nella percezione pubblica del disagio. Una donna violentata non è sempre considerata vittima del suo violentatore ma nei discorsi pubblici si arriva a pensare quasi che sia andata a cercarsi rogne o che stia cercando di rovinare la vita degli uomini che l’hanno allontanata. Favorire l’anonimato vuol dire contribuire ad alimentare questi stereotipi.

Purtroppo quanto un criminale sessuale è assolto non vuol dire che la vittima ha mentito ma semplicemente che il reato non può essere provato. Allora sarebbe il caso di riflettere sul sistema giudiziario in toto, cercando soluzioni che invitino le vittime a venire allo scoperto. In fondo le statistiche parlano chiaro: i reati sessuali più gravi sono segnalati alla polizia soltanto nel 15% dei casi.

Uscire dall’anonimato e non promuoverlo contribuisce in due versi alla causa: da un lato offre ai giudici la possibilità di conoscere con certezza le vittime e ascoltarne il racconto, dall’altro fa sì che anche le false accuse di stupro siano portate a conoscenza dei giudici.

 

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