Analfabetismo KO grazie all’idea di un’imprenditrice italiana

1450796378454-1

Sembra scontato al mondo occidentale che tutti i bambini e le bambine di oggi sappiano leggere e invece esistono delle risacche di analfabetismo sulle quali intervengono delle start up come Kukua, che sviluppa contenuti educatvi per l’infanzia, dedicati alle comunità dell’Africa Subsahariana. A capo dell’impresa c’è una donna italiana. 

Ci piacerebbe non dover ripetere la solita proporzione stile Gianni Morandi – una su mille – ma è chiaro che non è frequente trovare delle donne a capo di imprese che riscuoto successo e diventano un faro per le aziende al femminile.

Kukua in lingua swahili vuol dire crescere. L’idea di dedicarsi alle comunità africane a basso reddito sviluppando servizi educativi, strumenti che possano diventare strumenti per combattere l’analfabetismo, è venuta a Lucrezia Bisignani, romana di 24 anni che ha deciso di cavalcare l’onda della diffusione capillare degli smartphone in Africa, per installare sugli stessi delle app utili per imparare a leggere e scrivere. Bambini e bambine potranno in questo modo giocare e giocando apprendere gli elementi più utili nella quotidianità.

L’app pensata da Kukua è in una fase di test. A dicembre tutto lo staff si è trasferito a Nairobi dove, collaborando con partner locali, ha proposto a più di 150 bambini della scuola primaria, uno strumento didattico innovativo. Oltre la curiosità c’è l’utilità che sarà decisiva per estendere il sevizio educativo dalle nuove generazioni fino agli adulti. Semplici e divertenti, colorate e intelligenti, le applicazioni Kukua nascono con la vocazione interattiva, sotto il segno dell’imparare facendo. Molti bambini hanno tenuto per la prima volta fra le mani un cellulare e hanno dimostrato semplicemente di non avere pregiudizi cognitivi. Un miracolo possibile e tutto tinto di rosa.

Lascia un commento