Allattamento e allergie, cosa c’è di vero in questo binomio

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I bambini che sono allattati al seno, oltre a diventare più intelligenti, sono protetti da una serie di patologie tra cui anche le allergie che possono insorgere nel periodo prenatale. Bisogna però capire bene qual è la differenza tra allergia e intolleranza e quali sono le linee guida per la prevenzione dell’allergia alimentare.

Un bambino che sia classificato come allergico vuol dire che ha sviluppato una reazione anomala, mediata dal sistema immunitario, nei confronti di uno o più alimenti che sono riconosciuti dal suo corpo come estranei. Un bambino intollerante, invece, ha una reazione agli alimenti che non è mediata dal sistema immunitario.

I cibi allergenici

Ci sono degli alimenti che possono generare delle allergie vere e proprie soprattutto quando i bambini sono molto piccoli. Si tratta del cioccolato, del pomodoro, delle fragole, degli insaccati, dei molluschi e di alcuni pesci. Ci sono poi delle allergie particolari come quella al glutine.

L’allergia al latte vaccino

Nel primo trimestre di vita il bambino può presentare un’allergia molto particolare al latte vaccino e questo capita anche se il bambino è allattato al seno. Se l’allergia interviene durante l’allattamento, è la mamma a dover eliminare dalla sua alimentazione una serie di alimenti; se l’allergia interviene nei bambini allattati con latte artificiale, bisogna sostituire il latte con formule a base di soia, idrolisati proteici o formule alimentari.

I vantaggi dell’allattamento al seno rispetto alla allergie

L’allattamento esclusivo al seno rappresenta comunque e sempre il mezzo migliore per prevenire le malattie dovute alle allergie alimentari. Oltre ad essere un antidoto per l’anemia e la carie, il latte materno consente di ritardare il contatto con altri alimenti allergizzanti.

Le linee guida internazionali

Proprio in relazione alle allergie neonatali sono state elaborate delle linee guida internazionali per la prevenzione dell’allergia alimentare:

1. dieta di esclusione in gravidanza non consigliata;
2. allattamento esclusivo al seno per 4-6 mesi;
3. introduzione di alimenti solidi con lo svezzamento non prima del 5° mese;
4. nei lattanti con definito rischio atopico è raccomandato l’uso di formule ipoallergeniche.

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