Parto, tutte le sensazioni che si provano dal travaglio alla sala parto

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Una donna incinta, da chi ha partorito prima di lei, vuole sempre sapere cosa si prova e quanto faccia male partorire. Il parto non si limita però alla fase espulsiva che senz’altro è dolorosa, ma è un coacervo di emozioni legate allo sforzo, al dolore, alla gioia di vedere per la prima volta il bambino che per nove mesi è stato nella pancia. Proviamo a capire allora quali sono le sensazioni provate durante il parto. 

Il parto inizia dal travaglio. Il dolore delle contrazioni non è uguale per tutte le mamme e dipende da tanti fattori: dalla soglia del dolore della donna, dal contesto in cui avviene il parto, da come la mamma si è preparata all’evento e dalla presenza/assenza di complicazioni. Il parto in casa è diverso dal parto in acqua ed è diverso anche dal parto in ospedale, sia naturale che cesareo.

Durante il travaglio

Durante il travaglio la sensazione che si prova è un misto di dolore e ansia. Il dolore è quello delle contrazioni, l’ansia è legata invece alla velocità dell’evento, nonché alla voglia di conoscere questo bambino che si sta mettendo nella posizione corretta per uscire allo scoperto. Durante i prodromi, quando le contrazioni sono ancora lievi e non troppo ravvicinate, si ha il tempo di rilassarsi tra un “crampo” e l’altro. Quindi in questa fase sia il dolore che l’ansia ci sono ma la l’intensità è lieve.

In sala parto

Le sensazioni si fanno più forti quando le contrazioni iniziano a regolarizzarsi, diventano più dolorose e inizia ad esserci meno tempo per riposare. Questo è anche il momento in cui, in genere, chi ha scelto di partorire in ospedale deve recarsi in sala parto. C’è molta concitazione e si sente l’esigenza di capirci qualcosa. Anche se è giusto aver atteso a casa fino a questo momento, adesso la mamma non vede l’ora di essere in sala parto, accudita e coccolata dalle ostetriche di turno.

Quando nasce (finalmente) il bambino

E si arriva così alla fase espulsiva (considerando un parto senza complicazioni), che è quella in cui il dolore raggiunge l’apice massimo e la mamma inizia ad essere stanca. La voglia di vedere il bambino aumenta e non si riesce più ad ascoltare nessuno. La spinta è naturale anche se non sempre è comprensibile come agevolare l’espulsione del bambino. In questo momento si dovrebbero ricordare tutti i consigli su respirazione e rilassamento ma è chiedere davvero tanto alla mamma.

Il bambino nasce e se si è fortunate, lo si può tenere subito in braccio con il cordone ombelicale ancora attaccato. Ecco, a questo punto il dolore non c’è più ed è stato quasi dimenticato. Se si piange è per la gioia immensa di avere un bambino tra le braccia.

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