Tumori, fertilità preservata solo nel 10% dei pazienti Under 40

tumore seno

Ogni anno circa 8mila persone tra uomini e donne Under 40 si ritrovano costrette ad affrontare una diagnosi di tumore. La fertilità, ovvero la possibilità di continuare ad avere figli dopo cicli di chemio ai quali molto spesso queste stesse persone si devono sottoporre, è però messa a dura prova. Ad oggi si stima che soltanto il 10% dei pazienti con tumore riescono a vedere preservata la loro fertilità.

A oggi, in Italia, sono presenti 319 oncologie e sono 178 i centri di Procreazione medicalmente assistita (PMA) che applicano non solo la fecondazione in vitro, ma anche la crioconservazione, tecnica che consiste nel congelamento e nella conservazione a temperature bassissime dei gameti.

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Troppo pochi però questi centri per dare a tutti i giovani Under 40 malati di cancro di non rinunciare all’idea di procreare dopo le cure. Ma in Italia il problema non è solo il numero esiguo di centri specializzati nella salvaguardia della fertilità per i giovani malati di un qualsiasi tipo di tumore. La lacuna più grande, anche secondo quanto emerso nelle Raccomandazioni sull’Oncofertilità, presentate a Roma dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dalla Società Italiana di Endocrinologia (SIE) e dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetrica (SIGO), sta proprio nella scarsa collaborazione tra chi cura il tumore e chi si occupa di fertilità. Non sono due universi paralleli ma due realtà di una stessa medaglia che devono camminare di pari passo per donare al paziente la possibilità di non rinunciare a procreare nonostante le cure pesanti alle quali ci si deve sottoporre dopo una diagnosi di cancro.

Foto | Thinkstock

 

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