Le mamme che si barcamenano tra mille difficoltà, nel nostro paese, possono ottenere dei sussidi di tipo economico che variano in base alla posizione lavorativa. Si può fare la richiesta per il bonus bebé, oppure si può richiedere l’assegno di maternità ai comuni. Il premier, ospite nel programma domenicale di Barbara D’Urso, annuncia che ci saranno anche 80 euro per 3 anni per le neomamme.
Società
Società e cultura, uno sguardo contemporaneo sul mondo che ci circonda, un punto di vista critico espresso attraverso notizie, approfondimenti, gallerie fotografiche e video.
Festival Internazionale del Cinema di Roma, film e incontri dei primi giorni

Il 16 ottobre si è aperta la IX Edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
L’evento, che terminerà il prossimo 25 ottobre, ha un programma ricco nonostante il budget ridotto rispetto le precedenti edizioni, come confessato dal direttore Marco Muller durante la conferenza stampa d’apertura.
Il taglio è spettato a Soap Opera, commedia italiana firmata da Alessandro Genovesi che ha partecipato personalmente con il cast – Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Chiara Francini, Elisa Sednaoui, Ricky Memphis – all’anteprima serale con il pubblico.
Protagonista della seconda giornata è stato il drama movie Still Alice, diretto da Westmoreland e Glatzer, e tratto dall’omonimo romanzo della neuropsichiatra Lisa Genova. Still Alice è la storia di Alice Howland (Julianne Moore in una delle sue migliori interpretazioni che potrebbero farle vincere l’Oscar), una donna di cinquant’anni che insegna linguistica presso la Columbia University. La sua vita è felice grazie a John, marito premuroso (Alec Baldwin), e ai tre giovani figli (la più piccola, Lydia, interpretata da Kristen Stewart). Iniziano a capitarle strani episodi, come dimenticare parole o perdersi in luoghi familiari; decide di farsi seguire da un neuropsichiatria che le diagnostica una forma precoce di Alzhemeir. Parte così una battaglia terribile, commovente e ammirevole, dove cerca di rimanere legata alla persona che era una volta.
Terza e quarta giornata della IX Edizione del Festival del Cinema di Roma
Nella terza giornata è stato proiettato Trash, il nuovo film di Stephen Daldry (regista di Billy Elliot, The Hours) che racconta la storia di Gordo, Rato e Raphael, tre ragazzini brasiliani che lavorano nella spazzatura e mettono in atto una grande rivoluzione. Trash è un film originale e coraggioso, accolto con grande entusiasmo dalla stampa italiana e dal pubblico.
Inoltre, sempre durante questa giornata si è tenuta la masterclass con l’attore Clive Owen, arrivato a Roma per presentare la nuova serie The Knick, diretta dal Premio Oscar Steven Soderbergh e presto in onda su Sky Atlantic.
Domenica, invece, sono arrivate due grandi star hollywoodiane: Richard Gere e Benicio Del Toro, arrivati rispettivamente per le anteprime di Time out of Mind ed Escobar- Paradise Lost. In Time out of Mind, diretto da Over Moverman, George (Richard Gere) è un uomo disperato senza dimora, che si ritrova a girovagare tra le strade inospitali di New York. Cerca rifugio al Bellevue Hospital, il più grande centro di accoglienza per clochard di Manhattan, entrando in contatto con la crudele realtà degli emarginati. Il legame con un senzatetto afroamericano gli restituisce la speranza di poter avere ancora un amico, e trovare il coraggio per ricostruire il difficile rapporto con la figlia Maggie (Jane Malone), che non vede da molti anni.
Escobar – Paradise Lost, opera prima di Andrea Di Stefano, racconta la storia di Nick (Josh Hutcherson), che crede di aver trovato il paradiso una volta raggiunto il fratello in Colombia: una laguna azzurra, una spiaggia d’avorio, onde perfette. Conosce Maria (Claudia Traisac), una bellissima ragazza colombiana. I due s’innamorano e tutto sembra andare per il meglio. Fino al momento in cui Maria gli presenta suo zio: Pablo Escobar (Benicio del Toro).
Tante nuove sorprese sono previste per i prossimi giorni, ulteriore conferma della grandezza di questa nuova edizione.
Stephen Wiltshire, artista autistico e fotocamera vivente

Stephen Wiltshire è un artista famoso perché capace di disegnare a memoria panorami incredibili e paesaggi urbani, dopo averli visti soltanto per pochi minuti. La cosa ancora più straordinaria è che a Stephen Wiltshire è stato diagnosticato l’autismo, un disturbo neuropsichiatrico a soli tre anni, ma è riuscito a sviluppare delle capacità straordinarie in una specifica area del campo espressivo
Familiari ed insegnanti hanno subito compreso il suo talento, incoraggiandolo a disegnare sin da piccolo. Stephen ha studiato al Fine Art at City & Guilds Art College di Londra, diventando presto celebre grazie alle sue rappresentazioni che lo hanno portato a viaggiare in tutto il mondo per i disegnare i panorami delle più importanti città.
Spesso disegna città intere dopo averle osservate in volo, come è accaduto per la realizzazione della vista di New York nel 2011, una delle sue opere più note. Quest’opera gli è stata commissionata dalla banca svizzera USB per una campagna pubblicitaria. Dopo un giro di tre ore in elicottero per i cieli di New York, Stephen è riuscito a completare il disegno (76 metri, l’opera d’arte più lunga mai realizzata) dell’intera città in tre giorni, riproducendo tutto attraverso la sola memoria fotografica. L’opera è stata esposta all’aeroporto internazionale JFK di New York.
Roma, Francoforte, Madrid, Gerusalemme, Tokyo, Dubai, Londra, Sydney, sono solo alcune delle città disegnate dall’artista inglese. Grazie al suo straordinario talento, Stephen ha pubblicato numerosi libri ed ha una galleria d’arte nel centro di Londra.
Foto| lababi.net, Wiltshire ‘s gallery
New York

Roma

Parigi

Le donne del Muro Alto, il Teatro sociale delle detenute di massima sicurezza di Rebibbia

“Le Donne Del Muro Alto” è un nuovo e coraggioso progetto che nasce dalla volontà di proseguire un percorso intrapreso nel 2013 con le detenute della sezione massima sicurezza della Casa di reclusione di Rebibbia. Il primo spettacolo realizzato è stato “Didone, Una storia sospesa”, diretto dalla regista Francesca Tricarico con l’ausilio dell’Associazione Per Ananke con l’intento di favorire la continuità e la diffusione della cultura teatrale all’interno della Casa Circondariale – Casa di reclusione di Rebibbia femminile di Roma.
Grazie al progetto di Per Ananke, alcune detenute di Massima sicurezza di Rebibbia possono partecipare ad un laboratorio teatrale biennale, dove si cerca di porre l’accento sulla funzione terapeutica e pedagogica del teatro, intervenendo sugli aspetti relazionali e sulla cura di sé, ma soprattutto sulla funzione delle prove aperte e dello spettacolo teatrale come possibile strumento di sensibilizzazione e creazione di un ponte tra la realtà del carcere e quella esterna. Infatti, l’attività teatrale è vista come un potenziale agente di cambiamento e miglioramento, attraverso la cooperazione, lo scambio e il libero flusso di emozioni che si ricreano sul palco.
Le donne del Muro Alto, un progetto che necessita del nostro aiuto per vivere
Il progetto è molto importante per il recupero di queste donne dalla vita interrotta, ma richiede un aiuto della società. Infatti, l’associazione necessita di 25.000 Euro entro dicembre 2014, pena il blocco delle attività e la possibilità di continuare il laboratorio per le detenute, con la possibilità per le stesse di uscire dalle proprie celle e confrontarsi con un mondo nuovo attraverso la cultura e il sapere.
Per questo motivo, l’associazione ha deciso di utilizzare il crowdfunding per sostenere sia il progetto, con il coinvolgimento del maggior numero di persone per la salvezza di tale attività, sia la realizzazione del libro Diario di Bordo.
Per ulteriori informazioni, potete scrivere alla mail [email protected] o visitare il sito Perananke.it
Foto | produzionidelbasso.com
Favino si racconta contro la violenza sulle donne

La violenza sulle donne è un tema che purtroppo ancora oggi, anche in Italia, è tristemente di attualità: moltissime le donne che sono vittime di violenza da parte di mariti, compagni, ex e uomini che definire tali è uno scempio. E allora ecco che su questo delicato tema scende in campo anche l’attore Pierfrancesco Favino che, dopo aver passato una intera giornata insieme alle volontarie del centro antiviolenza di Roma, si racconta in una intervista esclusiva che uscirà sul prossimo numero di Marie Claire.
10 uomini da incontrare per forza prima di trovare quello giusto
La strada che porta (o dovrebbe portare) all’uomo giusto è ricca di insidie: e prima di incontrare LUI, quello che vi sposerete o che deciderete di accogliere nella vostra vita a braccia aperte, ecco che inevitabilmente sarete costrette ad avere a che fare con tutta una serie di uomini fin troppo facili da catalogare. Donne arrendetevi, nessuna potrà uscire mai indenne dal tunnel dell’uomo che vi ha fatto volare tre metri sopra il cielo salvo poi non aprire il paracadute, facendovi cadere rovinosamente a terra.
Social Network, attenzione ai ricatti sessuali

Un fenomeno estremamente diffuso negli ultimi periodi sui social network è certamente quello dei ricatti sessuali. Un gioco spietato che svuota le tasche dei mal capitati, mettendo a dura prova la loro pazienza e minando la vita sociale di questi individui coinvolti.
Malala Yousafzai, la persona più giovane della storia a ricevere il Nobel

Il premio Nobel per la pace è andato alla giovanissima attivista pakistana Malala Yousafzai, 17 anni, e all’indiano Kailash Satyarthi, 60 anni, che si batte da anni per i diritti dei bambini.
Malala è la persona più giovane della storia a ricevere il Nobel. E’ diventata famosa quando a undici anni decise di donare il suo diario alla Bbc, dove raccontava la vita di una bambina sotto il regime talebano. Per l’impegno dimostrato nella lotta per i diritti delle bambine pakistane, il 9 ottobre 2012 subì un attacco da parte di alcuni guerriglieri: mentre tornava da scuola in bus, un miliziano vi salì sopra e sparò due colpi che la colpirono alla testa e al collo. Fu trasportata d’urgenza all’ospedale di Peshawar e poi trasferita in a Birmingham, dove venne operata e salvata.
Pian piano ha ricominciato a vivere, diventando sempre più famosa sia per l’impegno contro l’oscurantismo talebano che per la lotta a favore del diritto all’istruzione delle donne di una zona del Pakistan (la valle dello Swat) controllata dai talebani. Storico fu il suo discorso alle Nazioni Unite del 12 luglio 2013. Per il suo impegno, inoltre, Malala ha ricevuto, lo scorso anno, il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.
E’ stata una grande sorpresa. Sono onorata per aver ricevuto il prezioso Nobel, mi rende più forte e coraggiosa. Non credo che il Premio sia stato dato solo a me, ma a tutti i bambini che non hanno voce, ecco perché parlo a nome loro. Tutti i bambini hanno diritto a ricevere un’istruzione di qualità, a non soffrire per il lavoro minorile, per la tratta degli esseri umani. Hanno il diritto di essere felici. Sono davvero felice di condividere questo premio con una persona dell’India. Ho ricevuto una telefonata da Kailash e abbiamo deciso di collaborare per migliorare i rapporti tra Pakistan e India, perché vorremmo che tutti i Paesi parlassero di pace e sviluppo, queste le parole dell’attivista pakistana nel corso di una conferenza stampa a Birmingham, dove vive e studia. Infatti, quando le è stato annunciato il riconoscimento, Malala stava seguendo una lezione di chimica.
Per la realizzazione del progetto di collaborazione e pace, Malala ha chiesto al primo ministro indiano Narendra Modi e al premier pachistano Nawaz Sharif di partecipare insieme alla cerimonia di premiazione dei Nobel, che si terrà ad Oslo il prossimo 10 dicembre.
Foto | abc.net.au