Luke Perry, il Dylan di Beverly Hills 90210 compie 50 anni

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Ma davvero Luke Perry doveva essere un personaggio di passaggio in Beverly Hills 90210? Questa è soltanto una delle cose che si sono dette nei confronti di Dylan McKay che ha fatto la fortuna della serie e oggi è uno splendido cinquatenne. Privalia gli ha dedicato una ricerca. 

Sessualità e contraccezione, a Roma il 6 ottobre

sesso orale donna

Sessualità e contraccezione, due argomenti sui quali soprattutto i giovanissimi non sono ferrati. Per loro, e per tutti quelli che vorranno avere qualche informazione in più in materia, ecco un incontro fissato a Roma per il prossimo 6 ottobre nel quale interverranno esperti per rispondere ad alcune delle domande più frequenti quando si parla di contraccezione, contraccezione di emergenza e sessualità.

divieto di abortire

In Polonia le donne contro il divieto di abortire

divieto di abortire

Protesta Nera è la traduzione del tag che le donne polacche stanno usando per la loro battaglia contro il divieto di abortire: #CzarnyProtest si schiera contro un provvedimento che ci si aspetta dal parlamento i cui seggi sono detenuti in maggioranza dal partito conservatore.

Le proteste iniziare il primo Ottobre hanno visto migliaia di persone, non solo donne, scendere in piazza contro “i fanatici al potere” e suscitare solidarietà in tutta Europa. Per il 3 Ottobre è stato indetto il Black Monday che nelle intenzioni delle promotrici dell’iniziativa dovrebbe paralizzare il paese con uno sciopero generale per attirare l’attenzione sul problema.

Il modello è lo sciopero che il 24 Ottobre del 1975 le donne islandesi lanciarono per protestare contro la subalternità femminile. L’idea è la stessa e ancora tristemente attuale dopo tanti decenni.

Tutte le donne polacche sono state invitate a non recarsi a lavoro o all’università, ad affidare i bambini a padri e nonni, a non svolgere alcuna faccenda domestica e ad occupare gli spazi pubblici vestendosi di nero. Lo scopo è dimostrare che le donne rivestono un ruolo indispensabile nella società e il loro parere deve essere tenuto in debito conto.

Ci sembra di assistere alle lotte che le nostre madri e nonne condussero in difesa delle proprie libertà 40 anni fa. Nulla però è anacronistico, tutto è di bruciante attualità perché sono ancora molti i paesi che negano alle donne il diritto di scelta e anche laddove tale diritto è tutelato dalla legge non sempre viene garantito.

“La nuova proposta di legge polacca vuole equiparare l’embrione ad una persona criminalizzando la donna che sceglie di abortire fino ad accusarla di omicidio.”

Così Barbara Nowacka, tra le organizzatrici della protesta, ha spiegato il motivo della rabbia delle donne polacche che non hanno visto respingere la proposta di liberalizzazione dell’aborto da parte del parlamento e non accettano una legge che impone il divieto assoluto di interrompere la gravidanza.

Al momento in Polonia vige una legge del 1993 che consente l’aborto entro la dodicesima settimana solo in caso di stupro, malformazioni o pericolo per la vita della madre. La nuova legge potrebbe addirittura inasprire lo stato attuale che già limita pesantemente il diritto di scelta delle donne.

Photo | Thinkstock

donne in bicicletta

Donne in bicicletta in Turchia, inno alla libertà

donne in bicicletta

La Turchia vive uno stato di emergenza e instabilità dopo il tentativo di sovvertire il governo con un colpo di stato dello scorso Luglio ma più forti che mai sono i venti di libertà che spirano nel paese, a dispetto di ogni tentativo di metterli a tacere. Sono le donne a raccogliere il vessillo della libertà, ancora una volta. Lo fanno inforcando una bicicletta e pedalando attraverso 28 città del paese.

Istanbul e Ankara, Izmir e Busa, Adana e Antalya, tra le altre, hanno visto la quarta edizione del Süslü Kadınlar Bisiklet Turu invadere le strade con i mille colori e i sorrisi aperti delle donne in bicicletta che rivendicano il diritto di esprimersi, di appropriarsi degli spazi delle città e di una normalità di cui troppo spesso vengono private.

Il nome della manifestazione, Süslü Kadınlar Bisiklet Turu, significa letteralmente Pedalata delle donne in ghingheri. Sì, perché le donne di tutte le età agghindano la propria bicicletta e scelgono un abbigliamento coloratissimo per dimostrare la voglia di esprimere la propria femminilità e di riappropriarsi di una libertà negata.

Quest’anno l’edizione della passeggiata in bicicletta, iniziata a Izmir 4 anni fa, è più che mai significativa. Riprendere possesso di piazze, strade e parchi ha un senso più forte oggi che le libertà di espressione nel paese sono più di prima messe a tacere per la durissima reazione del governo al recente tentativo di colpo di stato.

Per la prima volta hanno partecipato anche le donne cipriote dove esiste tuttora una situazione di divisione tra la comunità turca e quella greca. Qui le donne della parte sud dell’isola si sono unite a quelle della parte nord, un segnale forte che ha gettato una nuova base di dialogo laddove la politica aveva sempre fallito.

Il fatto che l’iniziativa sia spontanea e nata dal basso, promossa dalle donne senza l’intervento di enti pubblici o aziende, rende il messaggio ancora più forte e importante. Sema Gür, ideatrice dell’evento, si era detta preoccupata alla vigilia della manifestazione visto il periodo di tensioni ma nessuna donna ha voluto rinunciare al diritto di esprimere il proprio inno alla libertà.

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chanel la donna che legge

Chanel, la donna che legge: in mostra a Venezia

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Chanel cambiò il modo delle donne di pensare se stesse e questa rivoluzione partì dalla moda ma fu culturale. Per celebrare un aspetto della grande attenzione di questa donna al fermento del suo tempo, che contribuì a creare, è stata inaugurata una mostra a Venezia.

Si intitola Chanel, la donna che legge, è stata aperta al pubblico il 17 Settembre e resterà visitabile fino al prossimo 8 Gennaio presso la Galleria Internazionale di Arte Moderna negli spazi di Ca’ Pesaro.

Il percorso espositivo, che racconta la Chanel lettrice, è stato curato da Jean-Louis Froment e Gabriella Belli con la collaborazione della maison francese. È un nuovo capitolo della storia, ricca e articolata, di Mademoiselle Coco.

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Nel suo appartamento parigino di Rue Cambon 31, che oggi è anche la sede principale della maison, Coco Chanel aveva creato una ricca biblioteca. I libri hanno accompagnato tutta la sua formazione e hanno nutrito un immaginario che nel tempo è diventato fucina di idee capaci di rivoluzionare i costumi.

La nuova mostra fa parte di un percorso più ampio, si tratta infatti del settimo capitolo della serie di mostre Culture Chanel che ha già affrontato la storia di Mademoiselle Coco sotto diversi aspetti. Stavolta tocca alla lettura. L’esposizione sbarca a Venezia dopo aver girato il mondo con le altre tappe della serie, da Mosca a Shanghai, da Pechino a Canton passando per Parigi e Seoul.

Il viaggio espositivo attraversa gli autori più amati dalla couturier francese, dai classici ai contemporanei: lesse e amò Platone e Omeno, Sofocle e Virgilio, Dante e Lucrezio e ancora Cervantes, Montaigne, Mallarmé, Max Jacob e Jean Cocteau.

In mostra ci saranno fotografie di Chanel e della sua biblioteca, libri e oggetti d’arte provenienti dall’appartamento personale della stilista, inclusi gioielli e profumi. In totale 350 pezzi tracciano il ritratto di un’artista che fu anche, e prima di tutto, lettrice.

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Appello di Yoko Ono alle donne

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Artista provocatoria e chiacchierata ma di fama internazionale nonché compagna di vita di John Lennon, Yoko Ono torna alla ribalta con un appello indirizzato a tutte le donne. L’invito è quello di condividere le proprie storie dolorose allo scopo di trasformarle in arte.

“Donne di tutte le età, di tutti i paesi del mondo: unitevi”

dice il discorso che l’artista, che oggi ha 83 anni, ha pronunciato parlando direttamente alla metà rosa del cielo. L’idea è quella di realizzare una speciale installazione artistica che racconti il dolore e le difficoltà dell’essere donna, le troppe umiliazioni subite per il solo fatto di essere nata tale.

L’annuncio invita tutte a raccontare la propria esperienza inviando una testimonianze del dolore patito in quanto donne. L’installazione che deriverà da questa raccolta di esperienze si chiamerà Arising e verrà esposta al Reykjavik Art Museum, nella capitale islandese, dove Yoko Ono inaugurerà una mostra aperta dal prossimo 7 Ottobre 2016 fino al 5 Febbraio 2017.

La testimonianza deve essere scritta nella propria lingua, sentendosi libere di esprimersi senza preoccuparsi troppo della forma né del contenuto, che deve essere spontaneo e veritiero. Oggi lettera che l’artista riceverà sarà esposta con la foto della donna che l’ha scritta, nella forma originale e con una traduzione in inglese a fianco per rendere accessibile a tutti il messaggio.

L’artista giapponese chiude l’appello augurandosi che la partecipazione sia cospicua, in modo da avere la possibilità di costruire una narrazione il più vasta possibile. Così intende lanciare un messaggio importante con la voce internazionale di cui è dotata grazie alla fama acquisita nel tempo con il lungo lavoro creativo che affonda le radici nel 1961.

fridakahlo

Le antiprincipesse mandano in pensione le eroine di una volta

fridakahlo

Ci sono le principesse con le gonne larghe a balzelli, la ritrosia tipica di chi vanta sangue blu e poi quell’aspetto fatato e incredibilmente bello che soltanto la favola vecchio stile sa regalare alle donne. E poi ci sono le antiprincipesse, che hanno caratteristiche ben diverse e che con molta fatica si stanno guadagnando la loro gloria. 

kelsie swygart

Kelsie Swygart e il make-up che trasforma

kelsie swygart

Un’immagine per mille parole è un motto tanto più vero da quando le reti social hanno preso il sopravvento nelle nostre vite: basta guardare la foto di Kelsie Swygart, giovane beauty guru del web, per comprenderne la portata. Il problema è che spesso l’interpretazione delle immagini prende vie del tutto inaspettate.

L’immagine che vedete, e che mostra come il make-up sia in grado di trasformare radicalmente il nostro aspetto, è stata fonte di innumerevoli polemiche nelle ultime due settimane, da quando Kelsie ha scelto di pubblicare la prima foto con il make-up a metà.

L’idea è nata dalla sfida Power of Makeup lanciata poco meno di un anno fa sulla Rete in cui si chiedeva alle partecipanti al tag di mostrare solo metà del viso truccato. Perché allora la foto di Kelsie ha suscitato tanto clamore, commenti crudeli e bullismo vero e proprio, quando c’erano già decine di video a tema?

Qualcuno si è limitato a dire che il trucco è esagerato, altri si sono spinti a criticare la scelta di coprire le sue lentiggini inviando un messaggio scorretto alle altre donne che verrebbero invitate indirettamente a nascondere le proprie peculiarità.

Se da una parte la pubblicità e il continuo battage su modelli di bellezza irrealistici fa la sua parte di danni, inducendo troppe donne a desiderare di aderire a canoni ideali innaturali, d’altro canto cosa dire degli attacchi che questa ragazza ha suscitato giocando con il make-up? Lei però non ha fatto una piega e dopo aver pubblicato una seconda foto con il trucco a metà ha spiegato:

“Non indosso sempre tanto trucco. L’ho fatto solo per la challenge. Di solito durante il giorno non mi trucco affatto se non quando vado a lavoro indossando solo eyeliner e mascara. […] Se anche lo indossassi tutti i giorni però sarebbe solo affar mio e di nessun altro. […] Quando ho pubblicato la prima foto mai avrei pensato che le persone avrebbero reagito così. […] Ho impiegato anni e sentirmi a mio agio con me stessa ed è qualcosa su cui lavoro ancora ogni giorno.”